Il presidente Chiodi: ''bisognerà iniziare a dire dei no''

Cronache dall'Emiciclo

27 Gennaio 2009   19:42  

Il presidente della Regione Gianni Chiodi ai microfoni di Abruzzo24ore.tv in occasione del primo consiglio regionale della IX legislatura.

"Sarò molto umile" ha esordito il presidente, che come inizio - ci sentiamo di dire - ha rispettato la parola data, mostrandosi sempre pacato e rispettoso nei confronti, quantomeno, dei media.

A seguire alcuni passaggi del iscorso programmatico del presidente Chiodi, che ha concluso la mattinata nella nuova aula del consiglio regionale, primo atto della nona legislatura. 

. "Siamo quella classe dirigente e politica dell'Abruzzo che deve riconquistare la fiducia degli abruzzesi, che deve restituire dignità' all'impegno politico". esordisce  Giovanni Chiodi, che ha racchiuso in 12 punti il programma amministrativo del suo governo. "Tutti   sappiamo quali siano oggi le sfide per la nostra regione, quella finanziaria in primis. Cio' che ci ha impedito di far fronte a queste sfide e' stato il fallimento della leadership, il basso profilo della politica di chi ci ha preceduto, la facilita' con cui si sono lasciati sviare dalle meschinità', la cronica tendenza a svicolare e rinviare le decisioni importanti, a preferire risultati politici modesti piuttosto che rimboccarsi le maniche e costruire un consenso adeguato per aggredire i problemi seri come quello della sanità'. Il confronto, allora, quindi va elevato; la dialettica, anche dura, va riservata alle proposte politiche e programmatiche senza pero' delegittimarsi reciprocamente. Se questo discorso e' valido in qualunque parte del mondo - ha rilevato il Presidente - in Abruzzo e' ancora più' importante perché', piu' che altrove, bisogna recuperare la fiducia dei nostri concittadini; ma anche perché' i problemi dell'Abruzzo sono enormi. Sarebbe facile per me - ha detto Chiodi - attribuire la responsabilità' a chi mi ha preceduto e a ricordarlo sempre, in ogni occasione. Ma gioverebbe agli abruzzesi? Credo di no, sarebbe solo una polemica politica, giusta per carita', ma sterile."

" Rimanendo sulle difficoltà' dell'Abruzzo, il neogovernatore abruzzese ha parlato di "bassissimi tassi di crescita del Pil nell'ultimo decennio, con il conseguente aumento del divario nei confronti delle altre regioni, una modesta dinamica dell'occupazione, la crisi, di difficile soluzione, di alcuni comparti dell'industria. Situazione peraltro aggravata dalla crisi economica internazionale in atto. La struttura demografica evidenzia che l'indice di vecchiaia e' molto al di sopra della media nazionale. I tassi di infrastrutturazione sono superiori alla media nazionale - ha aggiunto nel suo intervento Chiodi - solo per la rete autostradale mentre sono al di sotto della media nazionale per cio' che attiene la rete ferroviaria. Per le infrastrutture portuali, alle quali la Ue attribuisce sempre maggiore importanza nell'ambito delle nuove politiche di trasporto, l'Abruzzo e' sostanzialmente inesistente. La spesa sanitaria pro-capite si pone al di sopra nella media nazionale". Chiodi ha poi evidenziato come "in tema di rifiuti l'Abruzzo smaltisce in discarica un valore pro-capite notevolmente superiore alla media nazionale. Per l'Ue la quantità' di rifiuti smaltiti in discarica per abitante e' un indicatore atto a valutare i progressi in materia di sviluppo sostenibile". E d ancora: "in tema di rete idrica l'Abruzzo nel 2005 erogava il 59,1% dell'acqua immessa nella rete e presentava quindi una forte dispersione che va oltre il 40%. Basso anche il tasso di depurazione delle acque reflue. Ma la criticità' principale e' rappresentata - secondo il presidente - dal fatto che l'Abruzzo non ha saputo cogliere ed interpretare le trasformazioni sociali, economiche e demografiche del mondo che, negli ultimi anni, sono state repentine. Per uomini e donne che sono chiamati ad essere la classe dirigente politica e' essenziale ed urgente capire cosa e' il mondo del XXI secolo e quale spazio ci può' essere per l'Abruzzo. Se l'Abruzzo non ha chiari gli scenari del futuro, se non sa valutare le direzioni del cambiamento, i nuovi rapporti di forza internazionali e le tendenze di lungo periodo, le decisioni che prenderemo saranno sbagliate. E' gia' accaduto altre volte - ha ricordato Chiodi - per il provincialismo, la miopia, l'opportunismo. Le scelte da fare non riguardano solo il Governo regionale e le classi dirigenti, ma anche la vita quotidiana delle famiglie. Oggi i ragazzi che devono decidere a quale facoltà' universitaria iscriversi, o quale lingua straniera studiare, stanno facendo rischiosi investimenti sul loro futuro: e' cruciale, quindi - per Chiodi - che siano bene informati sul mondo che li aspetta, per fare le scommesse giuste"

 


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