Il radon, i sismi mediatici, il futuro della ricerca

di Nicola Facciolini

18 Marzo 2010   10:53  

Abstract / Terremoti AD 2010. Progetto sismologico Underseis sotto il Gran Sasso a rischio chiusura per mancanza di fondi? Ecco cosa ha visto quel 6 aprile 2009 a L'Aquila. Il professor Roberto Scarpa:"Underseis probabilmente dovrà chiudere entro poche settimane per mancanza di fondi: auspico una maggiore attenzione verso il progetto Underseis per lo studio dei terremoti abruzzesi.

E' più affidabile il lancio di una monetina, per prevedere i terremoti, che pensare di investire nella previsione con la tecnica del radon". Trend crescente di catastrofi sismiche e mediatiche nel mondo: sarà vero? La crisi sismica turca e greca può destabilizzare le faglie italiane?

A cosa serve la ricerca, perché finanziarla, cosa fanno i ricercatori, che relazione c'è tra ricerca ed insegnamento, come riformare il sistema della ricerca e dell'università, a quali modelli ispirarsi? Abbiamo sentito il parere dei professori Warner Marzocchi, Pier Francesco Biagi e Roberto Scarpa.

Del terremoto di L'Aquila, di Haiti e del Cile si parlerà anche all'Egu Spring Meeting di Vienna (2-7 maggio 2010) e, prima, al Meeting della Seismological Society of America (SSA) di Portland (Oregon, Usa) dal 21 al 23 aprile 2010.

Qual è il comportamento dei media? Chi ha capito la verità sul radon? "I ricercatori non crescono sugli alberi" è il titolo del libro scritto a quattro mani da Francesco Sylos Labini e Stefano Zapperi sulla ricerca e l'università in Italia. Galileo Galilei scoprì che la fantasia umana è poca cosa rispetto alla fantasia di Colui che ha fatto il mondo.

Siamo sulla Terra o sul pianeta Pandora di Avatar? Verità scientifica, plausibilità e fantascienza 3D: il confine è sempre più labile. Non c'è scienza senza umiltà, esperimenti riproducibili e rigore matematico. Il rigore della scienza è la medicina universale. Prof. Antonino Zichichi: "È tempo che la scienza entri nella vita di tutti i giorni". E tutto comincia dalla massa e dalla materia che oggi molti confondono. Figurarsi il radon! Con tutte le testate termonucleari di cui la Terra è ancora oggi imbottita, se noi oggi esistiamo, lo dobbiamo a Dio, alla Scienza ed alla Chiesa Cattolica Romana.


"Perciocchè quanto più i mezzi, co' quali si imita, son lontani dalle cose da imitarsi, tanto più l'imitazione è meravigliosa"(Galileo Galilei, Opere XI, 341). L'Aquila, ore 3:32 antimeridiane del 6 aprile 2009. Un terremoto di origine naturale (e non militare, come alcuni scrivono su Internet. Un Premio Nobel per la Pace, va assegnato alla Buona Stampa!) di magnitudo momento Mw=6.3 (con effetti di risonanza locali ben maggiori) uccide 308 persone, buttando a terra la città capoluogo della Regione Abruzzo, producendo danni morali e materiali incalcolabili. Al di là delle cifre del bilancio finale e dei 4.5 milioni di tonnellate di macerie, il dramma è totale. Eppure nulla in confronto alle altre tragedie di queste ultime settimane. Se ne parlerà all'Egu Spring Meeting di Vienna (2-7 maggio 2010) e, prima, al Seismological Society of America Meeting (SSA) di Portland (Oregon, Usa) dal 21 al 23 aprile 2010, alle quali parteciperanno ricercatori italiani come il professor Warner Marzocchi dell'Ingv, co-chairman della World Organization of Volcano Observatories. La prima vittima del terremoto è la verità scientifica sacrificata sull'altare della disinformazione ad uso politico.

 

Ecco il "peccato originale". Le prime vittime nelle catastrofi naturali come sempre sono i ricercatori di un Paese che vanta di aver dato i natali al padre della fisica subnucleare e della prima centrale a fissione del Sistema Solare (Enrico Fermi). Un'Italia che ancora oggi fa fatica a ricordare ai giovani di averlo scacciato dal suo Paese, insieme a tanti altri cervelli del "Romano Impero".

Si dimentica troppo facilmente che fummo privati negli Anni Trenta del 20° Secolo del primato assoluto mondiale nella produzione di energia nucleare. E vi pare poco! Cosa c'entra con il terremoto di L'Aquila? Tutti i drammi della storia del nostro Bel Paese ci ricordano che ogni anno ricercatori (non di funghi!) e scienziati italiani sono costretti a fare anche i burocrati, alla quasi disperata ricerca di fondi in tempo di pace e di guerra, sottraendo così ore preziose alla ricerca. Per fare cosa? Per poter applicare il metodo galileiano della riproducibilità degli esperimenti scientifici con sacrifici personali e familiari indescrivibili per qualunque fiction tv. Il fatto è che il caos della politica autoreferenziale aborre la verità e la giustizia.

 

Ecco perché la Scienza non è la politica. E non può esserlo perché se la Politica applicasse il metodo galileiano, avremmo già risolto le cento e più emergenze planetarie, fame e guerre comprese. Potremmo fare a meno dell'industria della solidarietà e magari sostituirla con quella del volo interstellare per la produzione di vere astronavi, superando le stesse perplessità della Nasa. Avremmo già risolto ed applicato le leggi esistenti sulla prevenzione del rischio sismico in Italia, senza alcun bisogno di inventare macchine che prevedono i terremoti magari per convincere la gente a uscire di casa per beccarsi un coppo in testa! Ma non è così che vanno le cose. Compito dei giornalisti è porre le domande alle persone giuste, non a chiunque, stimolando i Politici veri e capaci ad attuare politiche serie, credibili e utili ai cittadini. In una Democrazia parlamentare come quella Italiana, in uno Stato di diritto da 150 anni, che ancora oggi vanta nel proprio Ordinamento repubblicano norme "fasciste" in grado di mandare in galera i giornalisti, è tutto più difficile se non praticamente impossibile. Figurarsi praticare la nobile e democratica funzione di "cani da guardia" della Democrazia e della Libertà.

 

I giornalisti oggi sulla Terra corrono brutti rischi e pericolosi tiri mancini da parte di chiunque al Potere voglia sbarazzarsi di loro, quindi della verità, della giustizia e della libertà di stampa, di comunicazione e di informazione anche scientifica. Oggi in Italia, soprattutto sul territorio, sentiamo forte questo pericolo nonostante Internet. Basta spegnere la corrente e il personal computer. E si torna indietro di 60 anni. In verità i giornalisti, compresi quelli scientifici, oggi non sono liberi.

Fabrice Bellard, un informatico francese, è riuscito a calcolare con un software artigianale e un ordinario elaboratore elettronico 2,7 trilioni di decimali del famoso "Pi" greco (π = 3,14...) superando di cento miliardi di cifre i risultati di un computer giapponese più costoso. Che interesse può avere oggi questo tipo di ricerca? Che senso ha una fatica del genere apparentemente inutile? Non è rimasto proprio nulla da cercare, da sapere, da capire? Il confine tra verità scientifica, plausibilità e fantascienza, è sempre più labile. Siamo sulla Terra e non sul pianeta Pandora del kolossal di James Cameron "Avatar" (altro che Oscar!) che finora ha conquistato sia 2,7 miliardi di dollari in tutto il mondo, rendendo plausibile a milioni di persone il volo interstellare, sia la fiducia degli scienziati, creando un evento sociologico mondiale che investe non solo i maggiori profitti di Murdoch (20th Century Fox) ma anche le ricerche in 3D della Nasa sulla Sacra Sindone. Faccio degli esempi. E' stato scoperto il 430° esopianeta (spiace per gli astrologi che non lo hanno previsto!) combinando le osservazioni del telescopio spaziale francese CoRoT e del sistema ottico Harps dell'Osservatorio astronomico australe dell'Eso in Cile.

Gli astronomi hanno scoperto il primo pianeta extrasolare "normale" della Galassia. Il primo gigante gassoso di taglia gioviana che può essere studiato in grande dettaglio, visto che orbita regolarmente, esattamente come il nostro Mercurio, attorno alla propria stella. Corot-9b, così è stato designato il pianeta, transita regolarmente attorno al proprio luminare di classe spettrale G3 ("simile" al nostro Sole) in appena 95 giorni. E' distante 1500 anni-luce dalla Terra nella costellazione del Serpente. Tuttavia dire che è stato scoperto "un nuovo mondo" è del tutto improprio. Anche se nulla esclude che in quel lontano sistema solare, chissà, vi possano essere altri pianeti di taglia terrestre, come Pandora, magari in orbita attorno a giganti gassosi come Polifemo. Saranno gli altri telescopi terrestri, e spaziali come il "Keplero", a confermarlo.

Così lavora la scienza che non ha fretta. In questi giorni alcuni ricercatori dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia hanno pubblicato un articolo semplice e comprensibile sulle emissioni di gas radon dalle rocce sotto sforzo. Una ricerca firmata da studiosi dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia e dell'Università Roma Tre (Paola Tuccimei, Silvio Mollo, Sergio Vinciguerra, Mauro Castelluccio, Michele Soligo) avrebbe permesso di isolare i meccanismi fondamentali che determinano la diminuzione e l'aumento del rilascio del gas radon prima di un terremoto. Il lavoro in fase di pubblicazione su Geophysical Reaserch Letters è stato finanziato dal progetto Trigs (www.trigs.eu), sotto il sesto programma quadro della Commissione Europea e del "New and Emerging Science and Technology Pathfinder".

Il lavoro spiega che la diminuzione di gas radon può essere il precursore di processi di fratturazione e quindi anomalie negative di rilascio di gas dovrebbero essere considerate indicatrici di imminenti rotture. Il risultato principale è che l'emissione di radon dipende dalla porosità delle rocce: a seconda dei casi questa può aumentare o diminuire ma sarebbe impossibile oggi utilizzare l'emissione di radon per prevedere un terremoto.

Qual è stato il comportamento dei media? "Il comportamento dei media, almeno di quelli che ho letto - fa notare il prof. Warner Marzocchi - è stato molto superficiale e ha trasmesso un messaggio sbagliato. Riportare che l'Ingv conferma altre ipotesi, è assurdo. L'articolo riportato nel comunicato stampa Ingv espone una plausibilità del radon come precursore sismico. Questa non è una novità in quanto già dagli anni '60 si era trovata questa plausibilità ed è la ragione per la quale molti iniziarono a studiare il radon come precursore già 40-50 anni fa. La novità dell'articolo Ingv è l'utilizzo di un modello per certi versi più sofisticato. Ma la plausibilità è solo un primo passo che non implica un utilizzo immediato".

Cioè? "Negli ultimi decenni si è trovata una certa plausibilità come precursore per moltissimi fenomeni, come le emissioni acustiche, quelle elettromagnetiche, diversi tipi di attività sismica e di anomalie delle onde sismiche ed altro ancora. Purtroppo nessuno di questi precursori ha mai funzionato nel mondo reale. Si spera che in futuro da questi studi di plausibilità possa emergere un'informazione utilizzabile in realtà per prevedere i terremoti, ma per ora siamo lontanissimi". Quindi? "Per cui dire che tali ricerche Ingv hanno avvalorato il lavoro di qualcun altro, è fuorviante e sbagliato. L'Ingv così come altri Istituti e Università, ha sempre studiato fenomeni precursori (radon incluso). Per cui nessuna novità anche in questo settore.

Il problema resta: il terremoto di L'Aquila non era prevedibile prima del 6 aprile 2009 e non lo è nemmeno ora. Con il radon o altri precursori". Molti giornali avrebbero quindi scritto esattamente il contrario sia attribuendo all'Ingv verifiche di altre ricerche in corso sia sostenendo che i terremoti oggi si possono prevedere. Non è assolutamente deontologico in quanto la scienza ufficiale (tutti hanno già dimenticato il Report sul terremoto aquilano, redatto a L'Aquila il 2 ottobre 2009, nel famoso G10 dei geoscienziati) sostiene che oggi non è assolutamente possibile prevedere con esattezza i terremoti, come abbiamo dimostrato in tutte le nostre interviste realizzate in questi ultimi 12 mesi. E questo in segno di rispetto per tutte le vittime del terremoto in ogni tempo.

Della tanta confusione che è stata generata su tali problemi, "specie dopo il verificarsi di catastrofi che tutti hanno sempre predetto a posteriori", è convinto Roberto Scarpa, professore ordinario di Fisica terrestre e direttore del Centro interdipartimentale di scienze ambientali dell'Università di Salerno, con all'attivo 160 pubblicazioni scientifiche e quattro libri.

"Il caso di L'Aquila purtroppo non è isolato e potrei citare innumerevoli del genere avvenuti in Italia e in altre parti del mondo su tali problematiche. Gli eventi sismici - spiega il prof. Roberto Scarpa - sono dei fenomeni naturali di tipo meccanico e lo studio del loro meccanismo e degli eventuali precursori deve essere fatto, secondo la comunità sismologica, principalmente con strumenti a elevata sensibilità in grado di captare le più piccole vibrazioni del suolo e le deformazioni (cioè i processi che causano le fratture)".

Che cosa può dirci con esattezza?

"Io ho insegnato Sismologia presso l'Università de L'Aquila nel periodo 1986-2001, cercando di formare non solo gli studenti universitari, ma anche di informare la popolazione, mediante l'organizzazione di conferenze divulgative, sul problema della sismicità del territorio abruzzese, che rimane una delle regioni simicamente più attive d'Italia. Da giovane, come vincitore di un concorso universitario nel settore della Fisica della Terra, mi sono trasferito da Napoli a L'Aquila proprio per studiare i terremoti. All'epoca ero rappresentante dell'Italia, nell'ambito della Commissione Sismologica Europea, per le ricerche nel campo della previsione, ed ho lavorato in questa direzione proprio per cercare nuovi sbocchi nell'ambito di un settore molto controverso, sapendo che questi studi erano coronati, in tutto il mondo, più da insuccessi che da risultati incoraggianti".

Parliamo delle sue ricerche al Laboratorio Nazionale del Gran Sasso dell'Infn, sotto la montagna: ha scoperto qualcosa prima del terremoto del 6 aprile 2009?

"In tale ambito, il progetto Underseis, da me coordinato, ha avuto ed ha lo scopo di rilevare segnali sismici, inclusi episodi di scorrimento asismico, che non sono avvenuti in occasione dell'evento del 6 Aprile 2009. Gli unici eventi che abbiamo registrato nella regione, non solo pochi mesi prima, ma dal 2005, erano una serie di sciami sismici, che sono avvenuti nella zona di frattura a Nord della faglia attivata nel 2009. D'altro canto altri sciami sismici sono avvenuti ripetutamente a nord di questa regione nel 1992, 1994 e 1996 e sono stati oggetto di studio e di pubblicazioni scientifiche sul Journal of Seismology da parte del mio gruppo di ricerca. Nella regione ha operato fin dal 1986 una delle reti sismiche più avanzate in Italia per le prestazioni tecnologiche".

Dunque?

"Il progetto Underseis che utilizza strumentazione con livelli di sensibilità altissime, ha conseguito risultati di grande interesse internazionale, ma purtroppo devo costatare che probabilmente dovrà chiudere entro poche settimane per mancanza di fondi". Invece, c'è un forte interesse in Italia su altri fenomeni, quali il radon e le emissioni elettromagnetiche: che ne pensa? "Che sono effetti indiretti del processo sismico, ma il loro grado di affidabilità è in pratica nullo".

 

Cioè?

 

"Il radon è stato considerato erroneamente come uno dei primi segnali precursori in relazione al terremoto di Tashkent (M=5.3), avvenuto in Russia nel 1966. In seguito, in varie regioni del mondo sono stati riportati, sempre dopo i terremoti, alcuni eventi anomali di emissione del radon, come a Kobe, nel 1995 (M=7.2) che è stato il terremoto recente più distruttivo del Giappone, anche perché avvenuto nei pressi di una città. Le anomalie riportate nella letteratura scientifica, relativi ai segnali radon avvenuti prima di alcuni terremoti sono appena di alcune decine, rispetto alle decine di migliaia di terremoti monitorati di pari magnitudo. Nel mondo sono registrati circa 800 terremoti all'anno di magnitudo maggiore di 5. Di conseguenza è più affidabile il lancio di una monetina, per prevedere i terremoti, che pensare di investire nella previsione con la tecnica del radon".

 

Che dire dell'esperienza giapponese?

"In Giappone esiste un nuovo programma ufficiale di predizione dei terremoti, nella regione del Tokai, ove è atteso da 30 anni un terremoto di magnitudo 8.4. Il sistema di allarme e di previsione a breve termine (da qualche ora a alcuni giorni prima dell'evento sismico) si basa su 31 dilatometri da pozzo Sacks-Evertson, collocati a 200 metri di profondità tra il 1975 e il 1980, e non certamente su previsioni basate sulla presenza di radon o di emissioni di origine elettromagnetiche. Sui sistemi dilatometrici da pozzo, lo scrivente sta lavorando con il gruppo di ricerca coordinato dal dott. Sacks della Carnegie Institution di Washington D.C. (USA) in un progetto d'installazione in alcune regioni italiane sismicamente attive; i risultati finora ottenuti sono stati incoraggianti ed oggetto di pubblicazioni scientifiche su riviste internazionali".

E' possibile salvare i vostri esperimenti sotto il Gran Sasso?

"Auspico quindi una maggiore attenzione verso il progetto Underseis per lo studio dei terremoti abruzzesi, base di partenza per sviluppare maggiormente il campo di ricerca nel settore dei segnali precursori debolissimi e non rilevabili con il sistema attuale di monitoraggio regionale e nazionale".

A cosa serve la ricerca, perché finanziarla, cosa fanno i ricercatori, che relazione c'è tra ricerca ed insegnamento, come riformare il sistema della ricerca e dell'università, a quali modelli ispirarsi?

"Ricercatori non crescono sugli alberi" è il titolo del libro scritto a quattro mani da Francesco Sylos Labini e Stefano Zapperi sulla ricerca e l'università in Italia. E' stato pubblicato da Laterza a gennaio 2010. Due cervelli non in fuga, denunciano la drammatica situazione italiana e cosa fare per uscire dalle secche della crisi. Perché su una cosa non c'è dubbio: se ben gestito, il finanziamento alla ricerca non è un costo ma l'investimento più lungimirante che si possa fare per il futuro del Paese e delle nuove generazioni (http://ricercatorialberi.blogspot.com/2010/03/prevedere-i-terremoti-con-il-radon.html).

"Da più parti si sente dire - e io sono fra questi - che l'intensità della sismicità nel mondo è aumentata. Invece gli esperti di sismologia - spiega il prof. Pier Francesco Biagi dell'Università di Bari - continuano a sostenere che questo non è vero: ogni anno - dicono - avvengono parecchi terremoti di M=8 nel mondo; la situazione attuale è nella norma; c'è solo la circostanza che alcuni eventi forti si verificano vicino a centri densamente abitati. Questo affermano con sicurezza. Ora, io non mi reputo un sismologo ma un andamento (un trend) lo so individuare e capire. Stanco di questo andazzo sono andato nel sito dell'Usgs (ente americano principe in fatto di sismicità mondiale) e mi sono scaricato la tabella della massima magnitudo registrata ogni anno nel mondo a partire dal 1990 ad oggi".

Cos'ha scoperto?

"Ho fatto il grafico e ho ricavato il miglior fit lineare dei dati. Bene, il negare che ci sia un aumento dell'intensità della sismicità nel mondo è negare l'evidenza! Allora due sono le possibilità: o gli esperti di sismologia non sanno capire un andamento elementare (e allora è meglio che tornino a scuola) o sono in malafede e dicono il falso (forse per non far preoccupare la gente). Io penso che la gente debba essere informata del vero e non trattata come una manica di ignoranti a cui dire quello che si vuole, anche se contrario all'evidenza. Alcuni miei amici, gente comune non esperta in terremoti, mi dicono spesso che le cose non stiano come dicono gli esperti".

 

Cioè?

 

"Cioè che è tutto nella norma; mi sembra invece che l'intensità della sismicità sia aumentata".

Cosa sta succedendo nel mondo?

"Io da fisico rispondo che hanno ragione e quello che sta succedendo è che siamo in presenza di una fase di massimo; ma cose del genere si sono già verificate nelle ere passate".

Esiste una correlazione tra la sismicità dei Balcani e quella Italiana?

"Molti anni fa ho dato una tesi di laurea su questo argomento e il risultato ha dimostrato statisticamente l'esistenza di botta e risposta".

Allora, i terremoti stanno aumentando?

"I miei calcoli sono in pratica una evidente dimostrazione che l'intensità dell'attività sismica mondiale è aumentata negli ultimi anni. In genere la sismicità mondiale è caratterizzata da un andamento ciclico con periodi di massima intensità e periodi di minore intensità; siamo in un periodo di massima. Tutto qui. Nelle ere passate e ancor più vicino nei secoli passati è già successo. A occhio direi che anche la sismicità dell'area mediterranea è in sintonia con l'andamento di quella mondiale. adesso si fa un gran parlare di radon precursore. Vorrei solo far presente che in Italia (con spirito pioneristico) il mio gruppo di ricerca lavorava e otteneva risultati in questo campo circa trent'anni fa! Alcuni risultati sono stati pubblicati su riviste di prestigio, anche sul GRL. Solo le difficoltà nel reperire finanziamenti e personale ci ha costretto ad interrompere questo filone di ricerca. Ma adesso sono tutti bravi".

Se è possibile prevedere il comportamento dei politici e degli astrologi, alcuni potrebbero pensare che è altrettanto facile con la Natura. Ma le cose non sono esattamente le stesse. Lo aveva capito benissimo lo scienziato cattolico padre della scienza moderna, Galileo Galilei 400 anni fa, distinguendo la massa dalla materia. "È grazie a Galileo Galilei - spiega Antonino Zichichi, presidente della World Federation of Scientists, professore emerito di Fisica superiore all'Università di Bologna - che siamo usciti dal buco nero in cui eravamo rimasti nel corso di trentamila anni dall'alba della civiltà. Senza la scoperta della Scienza sarebbe stato impossibile realizzare la più incredibile di tutte le imprese immaginabili: passeggiare tra le Stelle".

Il prof. Zichichi è impegnato da una vita nella ricerca subnucleare e nella divulgazione scientifica, grazie anche ad articoli molto interessanti pubblicati sui maggiori quotidiani italiani. Ultimamente su "Il Giornale" ha firmato pezzi di capitale importanza. Scopritore dell'Antimateria nucleare, Zichichi ha fondato il Laboratorio Nazionale del Gran Sasso e la World Federation of Scientists vera fucina di idee, esperimenti e progetti di pace mondiale grazie alla risoluzione immediata delle gravi emergenze planetarie, altrimenti possibili fonti di guerre future.

Con tutte le testate termonucleari di cui la Terra è ancora oggi imbottita, se noi oggi esistiamo, lo dobbiamo a Dio, alla Scienza ed alla Chiesa Cattolica Romana. Quando i politici dell'Urss e degli Usa lessero anni fa le relazioni scientifiche prodotte dai colleghi di Zichichi della World Federation of Scientists sugli effetti di un olocausto termonucleare sulla Terra, provocato da un'eventuale terza guerra mondiale a colpi di bombe H in grado di bucare l'atmosfera, capirono subito che per sopravvivere all'era nucleare bisognava dialogare e disarmare il mondo da questi orribili ordigni di distruzione di massa. Galilei insegna che l'umana fantasia è poca cosa rispetto a ciò che riesce a scoprire la Scienza.

"Ed è sempre Galilei a insegnarci che non basta immaginare qualcosa: bisogna saperla realizzare. Sta qui il muro invalicabile che Leonardo da Vinci non seppe superare. Galilei dette alle pietre la stessa dignità culturale delle stelle, permettendo alla Scienza in appena quattro secoli di arrivare alla soglia del Supermondo, passando per Marconi e Fermi, che sono figli di Galilei non di Leonardo da Vinci. Un'altra cosa che rende Galilei unico nella sua potenza intellettuale è l'avere saputo estendere la sua genialità in tutti i campi dell'umano sapere". Senza il rigore logico non c'è scienza. Il valore della ricerca scientifica si pesa quando essa è al servizio del progresso dell'Umanità nella verità.

 

"La Scienza non deve avere l'arroganza di sostituirsi al Creatore", ci ricorda l'Enciclica Fides et Ratio di Giovanni Paolo II, richiamata da Papa Benedetto XVI. Galilei è anche il padre della meteorologia in quanto inventore dei due strumenti chiave delle previsioni meteorologiche: il termometro e il barometro. "Senza Galilei non avremmo orologi a pendolo né quelli al quarzo in quanto nel corso di migliaia e migliaia di anni il Tempo s'era sempre misurato con le meridiane e con le clessidre mai con i movimenti periodici, come il pendolo prima e gli atomi poi".

 

Galilei con le sue sette formidabili scoperte astronomiche, fu il più grande astronomo e astrofisico di tutti i tempi.

"L'astrofisica però è Scienza Galileana di secondo livello. Se studiamo l'evoluzione stellare e ci viene un dubbio non possiamo intervenire, accendendo e spegnendo una Stella. Galileo scoprì la Scienza detta moderna (di primo livello): quella in cui si fanno esperimenti riproducibili in laboratori e si esprimono in modo rigorosamente logico (matematico) i risultati". Nascono così le previsioni scientifiche che hanno generato l'enorme fiducia del grande pubblico nella Scienza di primo livello. "Galilei scoprì che la fantasia umana è poca cosa rispetto alla fantasia di Colui che ha fatto il mondo. La prova sta in questi quattro secoli di Scienza galileana". Tutte le grandi scoperte scientifiche sono sempre venute in modo totalmente inaspettato.

"Il motivo ce lo spiega Galilei: Colui che ha fatto il mondo è più intelligente di tutti. Ecco perché, al fine di venire a capo della Logica da Lui seguita è necessario fare esperimenti". Ancora oggi c'è chi scrive libri dicendo che è l'energia la base su cui si fonda la nostra esistenza. "Se così fosse, noi non potremmo esistere. L'energia è infatti una delle sette quantità fondamentali necessarie per fare il mondo così com'è.

Ed è seguendo l'insegnamento galileano che siamo arrivati alle porte del Supermondo. Se esiste ce lo dirà la supermacchina del Cern di Ginevra, detta Lhc". In questi ultimi tempi troppe persone si sono messe a parlare di Scienza senza avere al loro attivo scoperte e invenzioni tecnologiche. "Persone che non hanno mai scoperto né inventato alcunché, diceva Enrico Fermi, non hanno alcun titolo per parlare in nome della Scienza. Un vero scienziato non può dimenticare che questa grande conquista della Ragione - cui diamo il nome di Scienza - è nata da un atto di umiltà intellettuale; dal rendersi conto cioè che non basta essere intelligenti per capire la Logica di Colui che ha fatto il mondo. Motivo: il Creatore di tutte le cose visibili e invisibili è più intelligente di tutti. Ecco perché un vero scienziato non può illudersi di potere sostituirsi al Creatore. Per venire a capo della Logica che Lui ha usato per creare il mondo, c'è una sola strada: porGli domande. In modo rigoroso, una alla volta. E lavorare affinché le risposte ottenute siano riproducibili.

 

Rigore e riproducibilità sono le due colonne della Scienza nata con Galileo Galilei nel cuore della Cultura Cattolica, per atto di umiltà intellettuale. Umiltà che non è un dettaglio banale, ma l'unico modo per capire come mai, nel corso dei diecimila anni dall'alba della civiltà a Galileo Galilei, a nessuna cultura era mai toccato il privilegio di scoprire una Legge Fondamentale della Natura". Alla radice della nostra esistenza non c'è il caos. "La più grande conquista della scienza è l'avere scoperto che una logica rigorosa regge il mondo: dall'Universo subnucleare ai confini del Cosmo. Questa logica nessuno sa dedurla dal caos. Se la scienza smettesse di continuare a decifrare ciò che sta scritto nel libro del Creatore addio nuove invenzioni tecnologiche. È fuori discussione che le basi della nostra esistenza sono fondate su una logica rigorosa".

Ma allora dovremmo essere in grado di evitare errori clamorosi. "Se nella vita di tutti i giorni, nelle leggi che elaborano i parlamenti dei Paesi democratici e nella loro effettiva trasformazione in azioni intese a rendere esecutive le stesse leggi, venissero adottati i metodi scientifici galileiani, l'enorme numero di errori di cui sono vittime innumerevoli schiere di innocenti verrebbero drasticamente ridotte. Anche i gravi ritardi della giustizia potrebbero essere cancellati, elaborando criteri scientifici per risolvere i problemi. Il legame tra attività umane e clima dipende dal motore meteorologico nel quale oltre il 90% della potenza è dovuta alla natura e non all'uomo". Non si possono buttare miliardi di dollari e di euro ignorando queste verità. "È tempo che la scienza entri nella vita di tutti i giorni. Nessuno confonderebbe un chilo d'oro con un chilo di spaghetti. Eppure leggendo quanto scritto da un filosofo della Scienza nel giorno in cui al Cern noi fisici, non le scimmie, facevamo partire la più grande macchina subnucleare del mondo, le cui origini sono in un mio lavoro del 1978, il lettore è portato a credere che la materia oro e la materia spaghetti non si possano distinguere". Ancora oggi si confondono massa e materia. "Le teorie esistenti hanno nel modello di Higgs il meccanismo per introdurre la massa. Se questo meccanismo venisse dimostrato vero, bisognerebbe poi capire qual è l'altro meccanismo che produce masse diverse. Il cuore del problema è non confondere la massa con la materia. Un chilo d'oro e un chilo di spaghetti hanno la stessa massa. Eppure sono diversi. Esattamente in quanto massa e materia sono quantità fondamentali totalmente diverse.

A distinguere l'oro dagli spaghetti non è la massa ma la diversa distribuzione delle cariche elettriche e subnucleari che ha luogo nella struttura della materia detta oro e dell'altra materia detta spaghetti. Insomma la materia è fatta di massa e di cariche. Massa una sola, cariche tante e diversamente distribuite per fare oro e spaghetti, pietre e patate, ferro e gomma, brillanti e carbone, acqua e vini, liquori e aceti, tabacco e legna, zucchero e veleni, fragole e limoni, rose e garofani, insomma tutto. Se pesiamo un chilo di oro e uno di spaghetti il loro peso risulterà identico in quanto la carica gravitazionale agisce sulla massa, non sulle cariche elettriche e subnucleari. La carica gravitazionale non distingue oro da spaghetti pur avendo un ruolo indispensabile per la nostra esistenza in quanto tiene noi legati al Sole (altrimenti ci perderemmo nel gelo dell'Universo) e il Sole alla Galassia".

Bisogna però distinguere nettamente tra massa e materia. "Noi fisici sappiamo perché il sapore di fragola è diverso da quello del limone e perché il profumo delle rose è diverso da quello dei garofani. Il gusto, l'olfatto, l'udito, la vista, il tatto, sono tutte conseguenze di quella quantità fisica cui si dà il nome di carica elettrica oggi detta di colore elettromagnetico (nulla a che fare con il colore a noi familiare). Di cariche di colore però ne esistono altre, che non erano note fino agli anni trenta del secolo scorso, quando sembrava che l'unico tipo di carica fosse quella elettromagnetica. Quella detta di colore debole fu Enrico Fermi a scoprirla. È grazie a questa carica che il Sole non si spegne né salta in aria, ma brucia regolarmente per miliardi e miliardi di anni. Se non ci fosse la carica di Fermi non potrebbe esistere lo spettacolo meraviglioso del cielo stellato". Ma non è finita qui con la parola carica. "Ne esistono infatti altre e sono quelle di colore subnucleare, che agiscono nell'immenso Universo incapsulato nel cuore dei protoni. Dalle cariche di colore subnucleare nascono le forze dette forti che permettono ai protoni della grande macchina del Cern, Lhc, di esistere. Se non esistessero i protoni addio Lhc.

Ma addio anche al 50% del nostro corpo che per metà è fatto di protoni. E per l'altra metà di neutroni. Il neutrone è fratello nuclearmente gemello del protone, essendo ad esso quasi identico salvo per il fatto che non possiede carica elettrica. L'esistenza del neutrone venne ipotizzata da Ettore Majorana e scoperto nel 1932 da Chadwich. Protone e neutrone sono però fatti di quark incollati con gli otto tipi di colla subnucleare, cui si dà il nome di gluoni, ciascuno dei quali possiede una delle otto cariche dette di colore subnucleare. Entriamo così in un mondo totalmente diverso dal nostro. L'incredibile è che per fare i due mattoni (protone e neutrone) basterebbero solo due cariche di sapore subnucleare. E invece, nel corso di questo ultimo mezzo secolo, ne abbiamo scoperte ben altre quattro. Attenzione a non confondere cariche di sapore con cariche di colore subnucleare.

Il colore serve per generare le Forze Fondamentali della Natura (gravitazionali, elettromagnetiche, deboli e forti); il sapore per distinguere i cosiddetti fermioni fondamentali di cui sei sono detti quark, ciascuno con una carica di sapore diversa; e gli altri sei sono detti leptoni, ciascuno con la sua specifica carica di sapore leptonico. Una di esse è indispensabile affinché possa esistere l'elettrone. Senza elettroni il nostro corpo, le rose, i fiori non potrebbero esistere. Né le forme né i colori. Né i nostri cinque sensi, come detto prima. Né la tv, né la radio, né i telefonini, né internet".

L'Elettrone è l'Agente che trasporta con estrema efficacia i segnali elettromagnetici, dunque anche questo articolo.

 

"Tutto ciò che esiste è fatto con protoni, neutroni ed elettroni. Questa breve sintesi ha lo scopo di chiarire la grande confusione che si è fatta tra massa e materia in occasione dell'entrata in funzione di Lhc. Come abbiamo già detto, per fare materia c'è bisogno di massa e di cariche. È quindi errato confondere le due quantità fisiche, massa e materia. Soprattutto in quanto delle cariche di colore ci illudiamo di averne capito le origini. Della massa invece non siamo riusciti a trovare il filo conduttore, né delle cariche di sapore.

 

Ecco perché al bosone di Higgs è stato dato il nome di particella di Dio, nella speranza che il mio amico Peter Higgs abbia trovato la strada giusta per spiegare l'origine della massa". (Si ringraziano tutti i ricercatori e gli scienziati per la loro preziosa collaborazione).

Nicola Facciolini

 

 


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