In Venezuela si torna al voto per il dopo Chavez.

14 Aprile 2013   04:43  

Si torna al voto in Venezuela, dopo un mese dalla scomparsa di Hugo Chavez, domani (oggi per chi sta leggendo) alle ore sei del mattino si apriranno i seggi elettorali in tutto il paese.
Più di cento osservatori internazionali, di varie organizzazioni non governative, vigileranno sull'andamento della macchina elettorale che qui è nella quasi totalità elettronica.
Più volte l'opposizione ha messo in dubbio il regolare funzionamento del sistema informatico che sovraintende le operazioni di voto sottolineando frodi per condizionarne i risultati.
Naturalmente le accuse  vengono rimandate al mittente da parte del CNE (Consiglio Nazionale Elettorale) a cui sono affidate tutte le procedure elettorali e dal governo che ha fatto in questi giorni una massiccia campagna informativa circa la sicurezza del voto.
Dal lato politico i due aspiranti alla carica di Presidente, Nicolas Maduro, già indicato da Chavez prima di morire come suo successore alla guida della rivoluzione bolivariana e Capriles Radonsky, candidato dell'opposizione che ha riunito in uno stesso cartello varie anime, che vanno dalla destra più oltranzista a un centro moderato di cui lui stesso è espressione, si sono confrontati senza risparmiarsi nessuna accusa.
Sui due aleggia, come terzo incomodo, lo spirito di un Chavez che anche da morto è riuscito ad essere protagonista di tutta la campagna elettorale del PSUV e suoi alleati, che hanno utilizzato il carisma e la popolarità dello scomparso per tirare la volata ad un candidato, Nicolas Maduro, che aveva dimostrato già dalle prime apparizioni in pubblico come presidente incaricato tutti i suoi limiti relazionati alle capacità oratorie e comunicazionali.
Il paese intanto resta in attesa  con il fiato sospeso per quello che succederà domani una volta uscito il responso delle urne, se perderà la rivoluzione bolivariana, cosa poco probabile, il presidente incaricato Nicolas Maduro accetterà la sconfitta? Ed in caso  di una sconfitta di Capriles Radonsky, l'opposizione sarà capace di non parlare più di frode elettorale?
Queste due incognite segnaranno la giornata di domani che già si preannuncia molto calda vista la chiamata alla vigilanza che il governo ha rivolto ai cittadini circa presunti piani di destabilizzazione che partirebbero da Bogotà ad opera di terroristi al servizio dell'opposizione.  
Non da meno il presidente dell'Assemblea Nazionale, Diosdado Cabello, rincara la dose sottolineando la presunta volonta dell'opposizione a non voler riconoscere il risultato del voto in caso non dovesse essere a loro favorevole.
Come si può intuire ci sono tutti gli elementi per una più che leggittima apprensione che solo domani si potrà sciogliere, noi come sempre saremo in prima linea per raccontarvi in diretta tutti gli sviluppi.

Gianfranco Di Giacomantonio  Caracas-Venezuela


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