Inchiesta balneazione, Sospiri torna a chiedere dimissioni di Alessandrini

30 Novembre 2015   13:36  

Una menzogna resta tale anche se la Magistratura non la ritiene un reato, e il sindaco Marco Alessandrini ha innegabilmente mentito ai cittadini dinanzi all’emergenza balneazione che ha travolto la città dallo scorso 28 luglio.

La sua decisione di non comunicare ai bagnanti e a tutti i cittadini che era in corso uno sversamento nel fiume e nel mare di 30milioni di litri di feci e liquami, che aveva contaminato le acque, come poi hanno dimostrato le analisi dell’Arta, è stata irresponsabile, pericolosa e lontana da ogni logica, e questo è più che sufficiente per chiedere comunque e ancora le dimissioni di un sindaco che ha tradito la fiducia del territorio”.

È il commento del Capogruppo di Forza Italia alla Regione Abruzzo Lorenzo Sospiri alla notizia inerente l’archiviazione di parte dell’inchiesta relativa all’emergenza balneazione della scorsa estate, ovvero dell’accusa di falso in merito all’ordinanza retrodatata dal sindaco e mai resa nota alla cittadinanza.

“Quanto disposto dalla Magistratura non cambia di una virgola la gravità dell’accaduto e il sindaco Alessandrini, che oggi è una minoranza nel consenso della città, non deve sentirsi rafforzato – ha sottolineato il Capogruppo Sospiri.

Il sindaco Alessandrini deve dimettersi perché il 28 luglio scorso, mentre nel fiume si sversavano 30milioni di litri di liquami e feci in 17 ore, con l’impiego di 650 litri di Oxystrong, lui ha irresponsabilmente deciso di non dire nulla alla popolazione, che ha continuato a farsi il bagno in mezzo all’acqua contaminata.

Scoperto dalle forze politiche, anziché chiedere scusa ai cittadini, ha imbastito una menzogna vergognosa per coprire le proprie inadempienze: prima ha mentito dicendo di aver scritto e firmato il primo agosto un’ordinanza di divieto di balneazione, ma di aver deciso di non renderla pubblica.

Poi, solo dopo l’interrogatorio dinanzi al magistrato, ha ammesso di aver scritto quell’ordinanza solo il 3 agosto, ma di averla retrodatata, mettendoci la data falsa del primo agosto, dunque ha ammesso una doppia menzogna, imbastita solo per togliersi di mezzo le polemiche della politica e per far tacere la gente, ossia i pescaresi.

Oggi tutto questo, secondo la magistratura, non è reato perché l’ordinanza comunque non è stata ufficializzata dunque non aveva valore.

In realtà quell’ordinanza era ufficiale essendo stata spedita a Regione Abruzzo, Arta, Asl e Capitaneria di Porto, ma possiamo solo prendere atto della decisione della Procura, che però non cambia il giudizio dei cittadini nei confronti del sindaco Alessandrini che ha mentito.

E se la menzogna non è un reato penalmente rilevante per la Procura, al contrario lo è nel giudizio di una città intera che oggi non si sente più rappresentata da chi ha dimostrato di non saper e poter svolgere il ruolo di primo tutore della salute pubblica.

Per questo abbiamo chiesto le sue dimissioni nell’immediato della vicenda, senza attendere l’esito dell’inchiesta giudiziaria, che farà il suo corso, perché non è la magistratura che manderà a casa il sindaco Alessandrini, ma sarà la città che ha già bocciato in modo insindacabile e irrevocabile l’operato di un primo cittadino che oggi è in minoranza e che, dopo quanto accaduto la scorsa estate, dopo aver tradito non solo i cittadini, ma anche la fiducia dei suoi consiglieri di maggioranza, tenuti all’oscuro, a dir loro, delle sue trame, è costretto a fare le doppie capriole per mantenere in piedi un equilibrio difficile e precario, rimangiandosi anche le proprie ordinanze, come quella sul mercatino abusivo degli extracomunitari, per non perdere pezzi”.

 


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