Inchiesta su morte di Pangiarella in ascensore, la perizia non può stabilire la dinamica dei fatti

23 Febbraio 2016   16:09  

"Relativamente ai mezzi che determinarono la morte, dai dati circostanziali emergono situazioni tutte potenzialmente in grado di scatenare l'evento aritmico terminale (sforzo fisico di lieve/moderata entita', alterco, stato di agitazione), senza che sia possibile in maniera scientificamente corretta, attribuire un peso causale maggiore o minore ad una o l'altra di queste situazioni 'stressogene' e in grado di svolgere il ruolo di trigger su un substrato cardiaco patologico, quale quello presente nel Piangiarella".

E' la conclusione della perizia della prof. Emanuela Turillazzi incaricata dal gup del Tribunale di Pescara di fare chiarezza sulla causa e i mezzi che hanno determinato la morte del pensionato di Spoltore Donato Pangiarella, 74 anni, ex dirigente di una squadra di calcio, trovato senza vita il 6 settembre 2014 nell'ascensore di un palazzo in via Cerrano, a Montesilvano (Pescara).

La consulenza della prof. Turillazzi era stata richiesta dal giudice in quanto le perizie dei consulenti di parte erano contrastanti.

Nella vicenda e' imputata una donna nigeriana di 34 anni, Happy Ayegbeni, assistita dall'avvocato Simone Rosario Matraxia.

La giovane, che e' accusata di omicidio preterintenzionale, oggi era presente in aula e sara' giudicata con il rito abbreviato.

Il perito del gup sottolinea anche che "non si deve escludere il fatto che Piangiarella fosse soggetto diabetico, condizione questa, che rappresenta un fattore di rischio indipendente per la morte improvvisa cardiaca".

Le cause della morte sono invece da ricondurre "ad una fatale aritmia cardiaca subentrata su un substrato morfologico cardiaco patologico".

Secondo il perito della difesa, Giuseppe Sciarra, l'ischemia acuta che avrebbe provocato la morte del pensionato sarebbe dovuta ad un'alterazione cardiaca provocata dallo sforzo a cui si sarebbe sottoposto l'uomo portando le bottiglie d'acqua in casa, acquistate dalla donna in un supermercato, e dall'eccitazione sessuale suscitata dalla presenza dell'imputato.

Secondo il perito dell'accusa, il medico legale Cristian D'Ovidio, un alterco sarebbe alla base del decesso del 74enne. Ma, sempre secondo D'Ovidio, il contatto fisico con la donna, provato dalla perdita di sangue dell'uomo, avrebbe contribuito a far precipitare il quadro cardiaco e a determinare la morte del pensionato.

"Si tratta - ha commentato l'avvocato di parte civile, Alfredo Di Francesco, che rappresenta la moglie e il figlio del 74enne - di un processo indiziario. Non ci sono delle prove decisive, pero' in base agli elementi che abbiamo la caduta di Piangerella e' stata provocata da una spinta".

La prossima udienza davanti al gup Gianluca Sarandrea si terra' il 7 giugno. In quell'occasione e' prevista la discussione e probabilmente sara' emessa la sentenza . 


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