L'Aquila Rugby in crisi: la lenta caduta del gigante neroverde

Marinelli: "Appello caduto nel vuoto"

05 Marzo 2012   10:43  

Sono tornate a rimbombare le campane nero verdi, secondo una sinfonia stridula che ciclicamente aleggia per le vie cittadine. Tanto non si possono prevedere terremoti quanto si possono collocare in maniera precisa le sfuriate e gli accorati appelli della società aquilana.

Ad oggi il mio appello è caduta nel vuoto e non ha avuto nessuna risposta”. Commenta laconico Romano Marinelli, raggiunto telefonicamente da Abruzzo24ore.

La sua lettera esplosiva recapitata nelle redazioni di tutto Abruzzo non ha ancora sortito gli effetti sperati. La miccia si è accesa sulle accuse alla Carispaq, la fiamma è passata attraverso le critiche a Comune, imprenditori e soci dello stesso presidente ma, invece di detonare l'esplosione finale, per ora si è spenta in una nuvola fumo.

Per quale motivo è arrivato ora questo appello?

Non c'è un motivo preciso e non è accaduto nulla di nuovo, è solo che ad un certo punto, dopo anni di promesse non mantenute in qualche modo bisogna pur farsi sentire

I soci che lei attacca nella missiva le hanno detto qualcosa?

Nessuno ha parlato e nessuno fa nulla”.

Anomala situazione, quella della presidenza neroverde. O almeno sarebbe anomala in una qualsiasi altra società ma, come spesso accade, l'assurdo diventa accettabile in Italia e addirittura normale in ambienti come quello ovale aquilano. Romano Marinelli è presidente da due anni di una società della quale ha una quota di minoranza e, a suo dire, senza il sostegno di chi detiene la maggior parte della società stessa.

Sto mandando avanti tutto da solo. I miei soci non sono presenti e non si fanno sentire da due anni. Non si giustificano con me in nessun modo e non dicono nulla riguardo la situazione. Non c'è altro da dire”.

Il suono delle campane della crisi continuano ad intonare una sinfonia purtroppo già nota alla città. Il tutto, probabilmente, legato all'assunto secondo il quale L'Aquila rugby rappresenterebbe ancora uno dei pilastri portanti di questa città. La realtà, purtroppo, è ben diversa rispetto a quanto accadeva in passato. L'aquila Rugby è solo una delle componenti cittadine e, quanto un tempo poteva ottenere con il prestigio e con il blasone del nome, ora deve essere raggiunto facendo affidamento sulle sicurezze di un progetto duraturo e stabile.

Un progetto che per troppi anni è stato assente e che, nonostante oggi la strada imboccata sia virtuosa rispetto al passato, ancora viene sottomesso all'illusione di poter far presa facendo affidamento sul supposto prestigio societario. Come se bastasse bussare ad una porta e presentarsi come “il gigante L'Aquila Rugby” per essere invitato ad entrare. Ma purtroppo anche i giganti cadono e L'aquila Rugby ha quasi toccato terra.

Matteo De Santis


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