L'Aquila, dopo la sontuosa inaugurazione resta chiuso il centro polifunzionale universitario

23 Novembre 2011   12:17  

E' ancora inesorabilmente chiuso e inutilizzato - come troppe volte è accaduto per strutture realizzate e inaugurate in pompa magna in questi due anni e mezzo di post sisma - il centro polifunzionale universitario intitolato a Hussein Hamade, studente israeliano morto sotto il crollo della Casa dello studente.

Così il gruppo di studenti universitari che fanno parte della lista "Modus", ha preso carta e penna e ha scritto una lettera per sollecitarne l'apertura.

La struttura fu inaugurata il 23 settembre scorso alla presenza delle massime autorità, compreso l'allora sottosegretario Gianni Letta (rivedi il servizio dell'inaugurazione).

Emiliano Pitotti, rappresentante della lista "Modus", ha inviato la nota a rappresentanti del governo italiano e israeliano, all'Università dell'Aquila, agli Enti locali e agli sponsor che hanno contribuito alla realizzazione dell'opera.

IL TESTO COMPLETO DELLA LETTERA

Gentilissimi Onorevoli, siamo studenti dell’Università dell’Aquila che vi scrivono a gran voce.

Siamo l’associazione universitaria Modus_aq che tramite lo scrivente (rappresentante degli studenti di Ingegneria, Emiliano Pitotti) vuole riunire in questa lettera tutti gli animi ormai illusi, rassegnati e demotivati di coloro che scelsero e continuano a scegliere l’Aquila come città universitaria.

A due anni e mezzo dal sisma, o meglio a 31 mesi dal sisma, o ancora a 940 giorni dal sisma siamo ancora qui a legittimare il nostro diritto allo studio, a imprecare che qualcuno dall’alto si ricordi di Noi studenti, ma non è dell’Altissimo che stiamo parlando, a scrivere per l’ennesima volta ulteriori righe perché il tasso di sopportazione è giunto ormai al culmine.

Ci sentiamo come merce alla dogana, come fieno ad essiccare, come olive a macerare, goliardi lasciati in balia del tempo, dove la metamorfosi della città fa del suo bene primario l’ultimo delle priorità, esattamente come matricole in un registro.

Il sisma ha messo alla luce ciò che la tranquillità, l’ozio e l’abitudine avevano oscurato, la capacità di gestire il territorio, le proprie risorse, i propri Studenti!

Tutto ciò si riversa sulle spalle della classe più disagiata, vi lascio immaginare quale… Risa sarcastiche e beffarde irrompono anche nei visi dei più riluttanti quando si pensa che fino a pochi giorni fa davanti alla facoltà di Ingegneria non c’era ancora una pensilina per attendere al coperto gli autobus, che fino a pochi giorni fa non c’era una segnaletica stradale che salvaguardasse l’incolumità degli sventurati.

Ma poi il pirandelliano “sentimento del contrario” scuote l’intelletto e le risa degenerano nell’amarezza quando la mente riecheggia la questione delle mense, strutture realizzate e pagate in condizioni di emergenza a ventuno mesi dall’emergenza, oppure i tempi colossali per i lavori di ripristino delle strutture universitarie ovviamente ancora inconclusi.

Purtroppo però la sopportazione degli studenti, come direbbe un matematico, tende ad infinito. È il caso delle sale studio (per la precisione quella donata dal Governo Canadese e il Centro Polifunzionale Universitario), definite lo spazio vitale degli studenti, tenute lì linde e pinte, terminate in tempi record e per di più inaugurate, ma destino vuole inaccessibili. Il danno oltre la beffa! Sbeffeggiati da una Governance che fa la spavalda dinanzi i media, inerte e titubante quando cala il sipario.

Ma cerchiamo di dar corpo all’offuscato scopo della lettera, che ancora non pare ben chiaro.

In data 23 Settembre 2011 tagliarono i nastri inauguranti del Centro Polifunzionale Universitario (via Saragat – Campo di Pile) gli onorevoli ed illustri ex sottosegretario alla presidenza del consiglio dei ministri Gianni Letta, l’ambasciatore dello Stato di Israele in Italia Ghideon Meir, il capo del dipartimento della protezione civile Franco Gabrielli, il commissario delegato per la ricostruzione senonchè presidente della regione AbruzzoGianni Chiodi, il pro rettore dell’università dell’Aquila Roberto Volpe, il sindaco dell’Aquila Massimo Cialente, l’attuale presidente dell’ADSU dell’Aquila Francesco D’Ascanio.

La struttura donata dal governo di Israele (in memoria di Hussein Hamade, studente universitario israeliano, deceduto a seguito del sisma del 6 aprile 2009), dall’associazione consorti del Ministero degli Affari Esteri, dalla banca popolare di Sondrio, dalla Coca‐Cola Italia, dal comune di Campione d’Italia, da Sky Italia, dall’università “Luigi Bocconi” di Milano e dall’Azienda per il diritto agli studi universitari dell’Aquila era addirittura pronta un mese prima dell’inaugurazione.

Oggi 23 Novembre, a due mesi dall’inaugurazione il centro è ancora chiuso agli studenti e al profetico auspicio di Gianni Letta ("L’università dell’Aquila tornerà a splendere più di prima del sisma") aggiungerei "si chissà quando però!".

L’apertura del Centro polifunzionale avrebbe inoltre un valore strategico, perché ospitando al proprio interno anche una cucina‐mensa, permetterebbe la chiusura delle attuali e sgangherate mense dentro i container e variare la loro destinazione d’uso ad ulteriori sale studio. Sembra quasi di vivere in un’era senza tempo, in una favola senza lieto fine, in quel Cerchio in cui Dante collocava gli “ignavi”, l’Antinferno.

Non sappiamo di chi sia la colpa e nemmeno ci interessa, non vogliamo neanche polemizzare sul passato perché crediamo ancora nell’Università dell’Aquila, ma non costringeteci a fare il contrario.

Ve lo chiediamo per favore, se serve anche in ginocchio, fateci solamente usufruire dei doni che ci hanno concesso.


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