L'Aquila, il popolo delle carriole libera dalle macerie la città

''Fuori gli sciacalli dalla ricostruzione''

01 Marzo 2010   13:41  

Il sindaco aveva emesso una apposita ordinanza per regolare l'accesso delle persone nella zona rossa, troppo rischioso creare grandi assembramenti a ridosso di palazzi pericolanti.

Ma intorno alle 11 il copione si ripete, dopo qualche resistenza da parte delle forze dell'ordine alla fine gli aquilani forzano le transenne e tornano ad invadere piazza palazzo, come domenica scorsa e come due domeniche fa.

La manifestazione a numero chiuso non piace.

Erano più di cinquemila, ieri, le macerie ancora non vengono rimosse, così i cittadini si armano di pale, secchi e carriole e procedono da soli.

Davanti palazzo Margherita, fino al sei aprile sede del Comune, si è dato vita alla raccolta dei detriti, in mezzo c'è di tutto, ferri, tegole, elettrodomestici, una catena umana li porta fino a piazza Duomo dove si differenziano le macerie raccolte.

A fine giornata qualche carriola viene svuotata davanti l'Emiciclo, alla Villa, sede del Consiglio regionale per sollecitare le istituzioni.

Il corteo, al grido fuori gli sciacalli dalla città, rallenta davanti un cantiere dov'è impegnato il Consorzio Federico II, implicato nelle indagini sugli appalti.

Il popolo delle carriole firma per chiedere l'istituzione di una tassa di scopo per la ricostruzione.

Il problema della rimozione delle macerie resta comunque un macigno, che il sindaco Cialente considera un problema nazionale e annuncia che mercoledì a Roma insieme al commissario Chiodi incontrerà il ministro per l'Ambiente Stefania Prestigiacomo.

Nelle interviste due cittadini e il sindaco Massimo Cialente.

(MS)

 


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