La ''Legge del due per cento'' per fare una città più bella

di Sergio Nannicola

20 Ottobre 2010   08:00  

La ricostruzione, la rinascita della città, i borghi, non possono che rinascere anche con l’apporto dell’arte e degli artisti. I progetti, destinati al recupero della città e le stesse opere pubbliche da ricostruire sul territorio, è necessario che portino i segni temporali e culturali anche di quest’ultimi.

Non solo quindi progettisti, architetti o ingegneri, ma anche artisti, categoria da sempre determinante nella realizzazione dell’immagine artistica complessiva delle città. Progetti dunque, condivisi con gli artisti già in sede preliminare, per ridare vita, interesse artistico e contemporaneità al territorio devastato dal sisma.

Avviare una discussione in merito alla partecipazione degli artisti alla ricostruzione è più che necessario, visto anche lo sfilacciamento e la frammentazione anonima e anacronistica degli interventi che si vanno a realizzare nel territorio, consci anche della complessità delle operazioni progettuali preliminari che si andranno a condividere in sede preventiva.

In Italia esiste una norma chiamata  LEGGE 29 LUGLIO 1949, N.717, meglio conosciuta come “legge Bottai” o del “due per cento”.

Questa norma, mai decaduta ma sistematicamente ignorata per assenza di sanzioni, regola e assicura risorse per l’abbellimento delle opere pubbliche.

<>

Così recita l’art.1 - comma 1 di quella legge, da cui è tuttora possibile accedere all’utilizzo di fondi accantonabili per la realizzazione di opere d’arte destinate agli edifici pubblici. Se ci fermassimo quindi a ragionare solo per un attimo intorno a tale possibilità, verrebbe da se, la visione del grande potenziale creativo che potrebbe attivarsi a l’Aquila con la ricostruzione.

Sono circa cinquecento i milioni di euro che si spenderanno per ripristinare o ricostruire i pubblici uffici nel territorio aquilano, quindi dieci milioni di euro sono le risorse potenziali che potrebbero essere destinate a pitture, sculture, installazioni, mosaici, ceramiche, graffiti, bassorilievi, altorilievi, opere fotografiche digitali, opere multimediali, video.

Senza spese aggiuntive al costo iniziale degli edifici, si avrebbero luoghi certamente più belli e accattivanti, pronti e confezionati per  essere ammirati nel presente, e potenzialmente validi per trasmettere un qualche segnale dei tempi attuali alle future generazioni.

Attualmente in Italia sono almeno due le amministrazioni comunali che hanno rispolverato la legge e la stanno applicando con successo: la città di Roma,  con il “Maxxi” (il nuovo Museo nazionale delle arti) e la città di Milano, attraverso il Museo della Permanente.  Almeno in queste due circostanze si sperimenta nel contemporaneo l’applicazione della legge adeguata con nuovi regolamenti alle mutate concezioni di opera d’arte.

A tal proposito la dottoressa Anna Mattirolo (direttrice del Maxxi) dice:
“I due ministeri (Ministero per i Beni e le Attività culturali – Ministero delle infrastrutture e della PARC) hanno emanato nel gennaio del 2007 le Linee Guida per l’applicazione della legge “Arte negli edifici pubblici”, che costituiscono un atto di indirizzo interpretativo e applicativo rivolto a tutte le Amministrazioni dello Stato, per garantire risultati di qualità.

Nell’introduzione alle Linee Guida si spiega come il Razionalismo abbia progressivamente emarginato dal progetto architettonico qualsiasi forma di ornato, quindi negli ultimi cinquanta anni, in genere, il rapporto tra architettura ed espressione artistica ha perso l’originaria integrazione.

Oggi si avverte la necessità di inserire l’opera d’arte all’interno di un edificio pubblico sin dalle fasi iniziali della progettazione architettonica, per poter sviluppare un fecondo e reciproco rapporto dialettico, ed evitare che l’arte abbia un ruolo subordinato.”

In questo momento a l’Aquila la tendenza a confidare in questa legge per stimolare la realizzazione di un possibile apparato artistico di pregio per la città futura comincia ad avere i primi riscontri, un gruppo di lavoro formato da artisti, professionisti e persone lungimiranti sensibili al tema, si va via via delineando, riproponendosi di organizzare una serie di incontri preliminari a medio e lungo termine con le parti in causa. Siamo quindi a disposizione di chiunque voglia contattarci e cimentarsi in questa nuova e stimolante esperienza.

Chiediamo quindi cosa pensano gli Ordini professionali di Ingegneri e Architetti in merito alla legge Bottai, e se anche a l’Aquila è possibile condividerne l’obbiettivo.


Sergio Nannicola, aquilano, è artista e docente presso l’Accademia di Belle Arti di Brera.
 


Oroscopo del Giorno powered by oroscopoore