La crisi della metallurgia abruzzese

29 Ottobre 2008   15:35  

In Abruzzo su 30.000 lavoratori metalmeccanici seimila sono coinvolti nella crisi del settore, fra cassa integrazione e ferie forzate. Su 210 imprese sindacalizzate il 40% è in crisi. Mille precari sono stati mandati a casa: 350 nel Chietino, 300 nell'Aquilano, il resto nelle altre province. L'allarme è della segreteria regionale Fiom-Cgil secondo cui, se la crisi continuerà, soltanto nel Chietino si avranno presto tremila lavoratori in meno. La crisi del settore, ha detto il sindacalista Antonio Di Matteo, avanza velocemente. "Solo due mesi fa - ha spiegato - stavamo contrattando gli straordinari alla Sevel" dove attualmente 600 precari sono a rischio. Sempre in tema di multinazionali, alla Micron di Avezzano a un centinaio di dipendenti non è stato rinnovato il contratto e l'azienda ha annunciato che dal 18 dicembre al 6 gennaio la produzione sarà ridotta al minimo. Alla Honda, dove per 40 interinali è cessato il rapporto di lavoro, è stato comunicato che saranno prodotte 130.000 moto contro le 160.000 dell'anno passato. La crisi del settore metalmeccanico, ha detto Di Matteo, è sicuramente cresciuta parallelamente a quella finanziaria, ma preesisteva. La Fiom-Cgil intende quindi avviare "un confronto vero e serrato" con Federmeccanica e governo: venerdì prossimo, 31 ottobre, a Roma, in occasione di una riunione con cinquemila delegati del sindacato, saranno presentate proposte contro la crisi e si discuterà dello sciopero in programma il 5 dicembre.

 

 


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