La memoria e i merletti sotto le macerie

Lettera di Marianna Eusani

07 Novembre 2010   22:24  

Ci ha scritto Marianna Eusani, nipote di Lidia Carletto Cantalini, morta a 76 anni sotto le macerie della sua abitazione in via dei Beati a Fossa.

Gentile redazione

''Con la presente desidero segnalare e raccontare una storia, una delle centinaia di storie la cui narrazione è stata bruscamente interrotta dall’evento sismico del 6 aprile 2009 sotto enormi cumuli di pietra e cemento senza possibilità di epilogo diverso.

La storia spezzata è quella di mia nonna, Lidia Carletto in Cantalini, deceduta all’età di 76 anni sotto le macerie della sua abitazione ubicata nel borgo antico di Fossa, in Via dei Beati.

L’edificio all’esterno è rimasto sorprendentemente integro, all’interno, invece, il cedimento dei solai ha cagionato una sorta di svuotamento dell’edificio stesso.

Sono trascorsi 19 mesi dal sisma eppure se in quei luoghi il tempo è rimasto sospeso, tragicamente fedele alle immagini catastrofiche che la memoria registrava all’indomani del 6 aprile, il dolore che accompagna il lutto per la perdita di un familiare è rimasto vivo e si rinnova a causa di una “burocrazia” impietosa ed indolente.

Nel settembre 2009 noi familiari abbiamo presentato un’istanza al Comune di Fossa affinché fosse autorizzato ed agevolato il “recupero dei beni” di nonna Lidia ossia il recupero dei documenti, dei suoi lavori ad uncinetto, degli oggetti cari che le sono appartenuti in vita e di tutto ciò che costituisce il patrimonio affettivo della nostra famiglia e nel contempo anche la sua eredità spirituale.

In prima battuta, dai sopralluoghi eseguiti nel periodo del maggio-aprile 2010 da diverse squadre dei Vigili del Fuoco non è emersa alcuna causa ostativa alla possibilità di effettuare suddetto recupero in tempi ragionevolmente brevi.

Successivamente è stata avanzata una perplessità in ordine allo smaltimento e deposito delle macerie; e ciò nel mentre nel Comune di Fossa, dentro e fuori il centro storico, venivano eseguiti numerosi interventi di messa in sicurezza di abitazioni private.

Poiché dalla primavera del 2010 sino ad ottobre la nostra istanza è rimasta lettera “morta”, senza un serio riscontro da parte del Comune di Fossa il quale , in più occasioni, si era limitato a fornire rassicurazioni verbali, risultate di fatto inconcludenti, abbiamo deciso di reiterare con determinazione e vigore le nostre richieste.

Tuttavia, le rimostranze e la tenacia nel voler recuperare quei beni che le infiltrazioni d’acqua e le intemperie minacciano di danneggiare irrimediabilmente anziché sollecitare una rapida conclusione della vicenda, hanno dato l’avvio ad un giro di valzer - secondo il collaudato modus operandi di una burocrazia malata – che vede protagonisti tecnici del Comune, Vigili del Fuoco e Gruppo Tecnico di Supporto ciascuno di essi impegnato a demandare ad altri la decisione di autorizzare la messa in sicurezza dell’edificio di Via dei Beati e l’impiego delle risorse economiche necessarie.

Pertanto, di fronte all’inerzia delle autorità competenti che giustificano questa incresciosa vicenda appellandosi alla singolarità ed eccezionalità del caso (saremmo gli unici a chiedere di recuperare i beni di un familiare deceduto!), nel tentativo di uscire dal terreno paludoso in cui è rimasta invischiata la legittima richiesta di recuperare quanto rimane di una vita tutta spesa per la propria famiglia, Vi chiedo di dare alla vicenda pubblico risalto affinché sotto le macerie non restino sepolti anche …i sentimenti e la memoria.''

Marianna Eusani


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