22 Novembre 2010 17:12
La tv non conosce periodi no (in Italia) nemmeno in tempi di crisi economica come quelli attuali, anzi. I numeri riportati oggi da Aldo Grasso sono impressionanti. Nonostante la congiuntura negativa che stiamo attraversando, i telespettatori nostrani utilizzano sempre più spesso il tubo catodico, davanti al quale trascorrono in media 4 ore e mezza delle loro giornate. Ad abusare del mezzo sono gli over 65 e, a sorpresa, i giovani tra i venti ed i trenta anni di età.
Nessuna preferenza sulle fasce orarie, ogni momento è buono per accendere la tv e cibarsi di programmi di qualsiasi tipo, fossero anche i più scadenti. Una situazione preoccupante, se pensiamo che in molti fanno fatica ad arrivare a fine mese ma trovano sempre e comunque il tempo di sintonizzarsi sulla loro trasmissione preferita. Senza fare del facile populismo, trovo più utile indagare su quali siano le ragioni di questo strano fenomeno.
La prima, è sicuramente la scoperta di alcune trasmissioni nuove, vedi "Vieni via con me", il cui successo non era così preventivabile. Non solo Fazio e Saviano, perchè anche il tg di Mentana è stata una bella sorpresa, e non bisogna dimenticare il vergognoso sciacallaggio mediatico (fruttuoso, però, dal punto di vista dello share) sull'orribile giallo di Avetrana.
Inoltre è doveroso aggiungere alla lista delle ragioni il continuo aumento degli eventi sportivi trasmessi sia in chiaro che sul digitale terrestre e Sky. Già, le nuove piattaforme. La sempre più ampia scelta nell'offerta ha si contribuito ad un frazionamento degli ascolti, ma ha anche fatto aumentare il numero dei fruitori della scatola quadrata, confermandola come mezzo mediatico più potente dei nostri giorni, almeno in patria.
Anche, e soprattutto, in tempo di crisi, gli italiani si aggrappano al telecomando, forse per evadere dal grigio che li circonda. Il problema è che se continuano a guardare il "Grande Fratello" e porcherie affini, si ritroveranno nel buio più totale.
Francesco Balzano
