La vergogna senza fine delle pensioni d'oro che nessuno può ridurrre
Rispondendo in commissione Lavoro della Camera a una interrogazione della parlamentare Pdl, Debora Bergamini, il sottosegretario al Lavoro, Carlo dell’Aringa, ha reso noti gli importi delle pensioni d’oro più alte del Paese. Allargando poi le braccia e ammettendo che non si può far nulla per ridurle, come ha ribadito recentemente la stessa Corte costituzionale.
Il più fortunato dei pensionati d’oro italiani e Mauro Sentinelli, ex manager di Telecom Italia, che ogni mese riceve un assegno di 91.337 euro che equivalgono ad oltre 3 mila euro al giorno.
Misterioso il nome del secondo in calssifica che prnde oiltre 66mila euro al mese
Al terzo posto Mauro Gambaro, ex direttore generale di Interbanca e di Inter Football Club, oggi advisor specializzato nel corporate finance e presidente del cda di Mittel management srl. con un asegno che dovrebeb agirarsi sui 50mila euro al mese.
Come Alberto De Petris, ex di Infostrada e Telecom, Germano Fanelli, fondatore della Octotelematics, che nel 2010 accumulava dieci incarichi differenti.
Nella fascia tra i 40 e i 50.000 al mese ci dovrebbero essere Vito Gamberale, 69 anni; Alberto Giordano, ex Cassa di Roma, e Federico Imbert, ex JP Morgan.
I dati forniti dall’Inps evidenziano poi che in Italia ben 3.152.000 di cittadini devono sopravvivere con una pensione inferiore ai 500 euro mensili.
Il 68,4% degli italiani non arriva a 1000 euro e un 82% che sta sotto i 1500 euro.
E nonostante ciò lo scorso giugno la Corte Costituzionale, con una sorprendente sentenza, ha bocciato il contributo di solidarietà sulle pensioni d’oro che prevedeva un prelievo del 5% sulla quota superiore a 90 mila euro annui, del 10% oltre 150 mila e del 15% sopra quota 200 mila.
Secondo i giudici della Consulta il contributo di solidarietà rappresentava "un intervento impositivo irragionevole e discriminatorio ai danni di una sola categoria di cittadini".
