Le mille forme della femminilità. Michelle and the last ladies

13 Luglio 2009   10:49  

Anna vive in tendopoli assieme ai suoi figli. Ogni giorno li lava, li veste, si occupa del loro pranzo e della loro cena. Quando non è troppo stanca o impegnata ad aiutare le altre donne del campo, Anna gioca con i suoi e gli altrui piccoli. Anna ama i suoi figli. Da quando è madre non sa bene come ma ha preso ad amare anche i figli delle altre. Sarà la vita in comune, la sofferenza, l’esperienza stessa della maternità.  Anche Michelle è madre. Due splendide bambine di nome Malia e Sasha la seguono ammirate mentre si espone pubblicamente, parla con i giornalisti o si rilassa nella lettura di un romanzo celebre. Conducono una vita agiata. Il loro padre governa il Paese più forte del mondo. Anche loro sono amate.

Negli scatti che raccontano la sua visita nei luoghi straziati dal sisma il volto di Michelle è l’unico a mostrare segni di evidente dispiacere. Mentre percorre con lo sguardo il profilo delle rovine aquilane scuote la testa, abbassa lo sguardo, contorce gli angoli della bocca. “Quanti bambini sono morti?” chiede ai presenti incaricati di darle spiegazioni. Non fa domande sugli edifici, sulle opere d’arte, sulle infrastrutture. Quelle le farà dopo. Chiede soltanto dei bambini. Delle loro madri disperate. Del disagio psicologico di non sentirsi a Casa. Del dolore atroce inflitto dalla perdita. Una perdita che le famiglie abruzzesi non potranno mai dimenticare.


Vestita di giallo, il colore dell’oro e della redenzione, Michelle ha stretto mani, abbracciato estranei, baciato il cameriere che la serviva, richiesto di poter avere gli avanzi del pranzo perché non andassero sprecati, rinunciato allo shopping nella Capitale per non bloccare il traffico.  E’ un femminile vero quello di Michelle perché non ha confini. Perché solo il femminile, anche quando presente negli uomini, è in grado di sentire gli altri nelle proprie viscere. L'ultimo giorno di vertice un raggio di sole dorato ha illuminato il tramonto aquilano. Che sia un segno di festa e di mutamento esistenziale. I figli aquilani sono i nostri figli. Le donne aquilane le prime donne che cambieranno questo Paese, riportando l'azione concreta della protesta nelle file di una femminilità italiana ancora tutta da scoprire.

The Last ladies





First ladies all' Aquila


 

 

 

Giovanna Di Carlo

(Foto di Michelle Obama tratta dal Sole24ore.it)

 

 


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