Lettera-appello a Zavoli: sulla Rai non solo nani e ballerine

18 Giugno 2010   13:25  

Da un nostro lettore, riceviamo e pubblichiamo.

 

Alla cortese attenzione del Presidente di Vigilanza della Rai

Oggetto:
Lettera aperta sul diritto ad esistere in Tv non solo per nani e ballerine, ma anche per L'Aquila che vuol ricostruire.

Illustre Presidente,
le scrivo per portare alla Sua attenzione, a quella del servizio radiotelevisivo pubblico ed agli italiani tutti la vicenda della “ricostruzione” de L'Aquila e del suo comprensorio.

Premetto che non ho intenzione alcuna di metterla in “politichese” oppure di fare di questa vicenda una contrapposizione di casacche di partito.
Premetto anche che la forza che tiene in piedi le speranze della nostra città è “l'unità” dei cittadini stessi che si riconoscono in una battaglia per la propria dignità, senza appartenenze e pregiudizi.
Come Ella, sicuramente, ricorderà, la Rai ha svolto un servizio prezioso subito dopo il sisma che ci ha colpito il 6aprile 2009, tanto da mandare in onda durante un'edizione del Tg1 del 8 aprile i dati di ascolto e share quasi come un vanto.

Di questo gesto, speriamo solo di cattivo gusto, come dice anche Aldo Grasso, attendiamo ancora le scuse della Vostra azienda.
Vorrei sottolineare che oltre agli italiani a favore del Governo e quelli contro il Governo, esistono anche gli italiani. Quelli “laici”, che giudicano a seconda se una cosa li convinca o meno.
Ritengo indegna la posizione di chi pensa che ogni gesto fatto in questa L'Aquila ferita sia riconducubile ad una strumentalizzazione politica, ad una manovra per il consenso pro o contro qualcuno.

Illustre Presidente, c'è anche chi semplicemente soffre e non vorrebbe rassegnarsi a lasciare in eredità questa sofferenza ai propri figli ed alle generazioni che verranno.

E tale sofferenza deriva, talvolta, dal senso di frustrazione causata dai media italiani.
Nel mondo contemporaneo bisogna “stare in Tv” per esistere davvero.
Sperare, soffrire e lavorare senza essere considerati dalla Tv di Stato è frustrante, quasi come la cancellazione di un diritto di cittadinanza.
Essere raccontati come manichini in preda alla politica oppure non essere raccontati affatto è un attacco di inciviltà con cui la Vostra azienda danneggia il popolo aquilano.

Il giorno 16 giugno 2010, sono scesi nelle piazze e strade aquilane circa 20 mila cittadini.
E' stata una giornata di unità, senso di appartenenza ad una comunità che ricerca l'identità, è stata una mobilitazione solo nero-verde: i colori del nostro municipio.
Siamo scesi in piazza in modo pacifico, per chiedere gli strumenti per non affondare nella crisi economica che ci attanaglia.
Sono scesi in piazza i gonfaloni di tutti i comuni del “cratere”, della Provincia dell'Aquila e della Regione Abruzzo.
Moltissime associazioni di categoria e persone comuni.
Tutti a testimoniare un interesse generale, senza divisioni.
La Vostra Azienda non ha offerto a questa giornata il risalto che avrebbe meritato, impaurita e imbalsamata dalle polemiche politiche.
Consideriamo superlfuo ricordarLe i doveri del servizio pubblico radiotelevisivo e riteniamo gravissimo l'atteggiamento della Rai nei confronti della nostra comunità.

Perchè i Tg più importanti non hanno parlato della manifestazione?
Perchè L'Aquila viene presa in considerazione solo come palcoscenico per l'audience?
Perchè con la Sua autorità, Ella non interviene per farci rientrare nel circolo mediatico con dignità?

Per tutti questi motivi, la informo che è stato anche presentato nel Consiglio Comunale de L'Aquila, un ordine del giorno per incoraggiare i cittadini ad un atto di disobbedienza civile astenendosi dal pagare il canone alla Vostra azienda.
La nostra speranza è che la Rai riaccenda, con obbligo di oggettività, i riflettori sulla nostra vicenda.
Con stima e speranzosi di una Vostra risposta, saluto cordialmente.

Francesco Iannucci
cittadino aquilano


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