Lo strano caso della Fondazione Abruzzo solidarietà e sviluppo e le tortuose vie della ricostruzione

Inchiesta sui fondi Giovanardi

20 Ottobre 2011   10:13  

Nell'intervista realizzata da www.abruzzo24ore.tv il sottosegretario Carlo Giovanardi, si è detto sconvolto dall'inchiesta della Procura dell'Aquila ''Attenti a quei due'' relativa ai 12 milioni dei fondi per il sociale a favore delle aree terremotate, e che vede come accusati per tentativo di truffa, millantato credito ed estorsione Fabrizio Traversi e Gianfranco Cavaliere. A Traversi viene contestato anche il peculato. Secondo il pm Antonietta Picardi, i due avrebbero tentato di distrarre fondi attraverso un sistema di onlus, associazioni e fondazioni, ingannando, tra le altre cose, rappresentanti istituzionali e sindaci. Nell'inchiesta sono coinvolte come indagati altre tre persone: il sindaco di San Demetrio ne’ Vestini Silvano Cappelli, l’ex assessore regionale e provinciale Mahmoud Srour e il presidente di Eurispes Abruzzo Nicola Ferrigni.

Giovanardi nell'intervista afferma che dalle pagine dell'ordinanza non si capisce quale sia il reato di cui Cavaliere, appartenente alla sua corrente politica, sarebbe accusato, e soprattutto emerge una sorta di pregiudizio ideologico del pm, secondo cui in buona sostanza, nessun privato può farsi carico di interessi pubblici, come ad esempio interessarsi,  come hanno fatto gli accusati, dell'utilizzo migliore dei 12 milioni di euro a favore delle aree terremotate.

Il ministro trova poi agghiacciante anche quanto scritto nell'ordinanza dei giudici del Tribunale del Riesame dell'Aquila, con cui i giudici Roberto Ferrari, Italo Radoccia e Carla Ciofani, hanno confermato gli arresti domiciliari per Fabrizio Traversi, e disposto l'obbligo di dimora per Gianfranco Cavaliere, anch'egli fino a quel momento agli arresti domiciliari.

Può essere dunque utile un'attenta rilettura di questa ordinanza, al fine di valutare le dure e legittime critiche del Ministro Carlo Giovanardi.

L'ordinanza prende le mosse dalla costituzione della Fondazione Abruzzo solidarietà e sviluppo, che per Giovanardi è un'iniziativa lodevole, che voleva porre rimedio all'inerzia degli enti locali, in primis da parte del Comune dell'Aquila, incapace di presentare i progetti in modo tempestivo.

Una fondazione, si sottolinea però nell'ordinanza, che non può avere scopo di lucro, a cui è dunque ''precluso lo svolgimento di qualsiasi attività diretta al conseguimento di un profitto''.

Nonostante ciò, si rileva, la fondazione indica come scopo e come oggetto ''una pluralità di sub-progetti, a volta articolati in una pluralità di strutture immobiliari come centri polifunzionali e case alloggio per la famiglia e la gioventù.''

Un patrimonio, si afferma nell'ordinanza, ''inesistente e simulato''. L'ente attuatore del programma, che nella prospettiva dell'accusa avrebbe natura criminale, ''nasce pertanto sulla base di un atto nullo (quindi in sostanza non nasce) sotto il profilo amministrativo e civilistico, ed integrante un artificio''.

E ancora: i magistrati indicano come rilevante ai fini indiziari: ''l'atto costitutivo della fondazione e del progetto che concerne la natura e la destinazione delle risorse economiche di cui la fondazione intendeva , espressamente acquisire la disponibilità''. Ovvero i milioni di euro dei fondi per le politiche della famiglia, che riassume l'ordinanza devono servire per ''sostenere il rapido recupero di adeguate condizioni di vita delle famiglie residenti nei territori colpiti dal sisma'', realizzando nello specifico la costruzione ed attivazione di servizi socio-educativi per la prima infanzia, la costruzione di residenze per anziani e di strutture per nuclei monoparentali madre-bambino.

L'utilizzo dunque dei fondi è chiaramente vincolato ''ad interventi edilizi ( costruzione o riparazione di edifici), diretti all'abitazione individuale o collettiva ( residenze per anziani), cui non può provvedersi se non attraverso lo strumento negoziale dell'appalto a impresa di costruzioni''.

Non è pertanto ravvisabile ''alcuno spazio di intervento per enti non lucrativi'', come appunto secondo i magistrati, la fondazione Abruzzo solidarietà e sviluppo, che al limite potrebbe occuparsi solo della prestazione di servizi socio-educativi, pure previsti dalla destinazione d'uso dei fondi, ma in parte marginale.

E invece secondo l'accusa, come dimostrerebbe la natura della Fondazione e soprattutto la gran mole di intercettazioni telefoniche messe a gli atti, '' è palese ed indiscutibile - da parte degli inquisiti Cavaliere e Traversi - il continuo e frenetico operare nella prospettiva dell'acquisizione dei fondi alle risorse della fondazione'', ''il compimento di attività idonee al conseguimento totale o parziale del finanziamento''. L'assumere da parte di Traversi di ''un potere dispositivo del patrimonio e delle risorse finanziarie''

Per Traversi ci sarebbe poi ''l'interesse forte, decisivo ed esclusivo ad appropriarsi direttamente dei proventi che nel corso dell'attività esecutiva del progetto egli potrà distrarre in proprio favore''.

Ricapitolando: nella ipotesi dei Pm in un territorio che ha urgente bisogno interventi sociali per le fasce deboli della popolazione, c'è qualcuno che fa di tutto per dirottare i milioni di euro dei Fondi della famiglia, sotto il diretto controllo di una Fondazione senza scopo di lucro e che dunque non avrebbe i titoli per gestire e decidere l'utilizzo di questi fondi, di diventare in qualche modo proprietaria – questo si sospetta, degli immobili ed attività economiche (ospizi, asili nido e case famiglia) da realizzare con i finanziamenti pubblici.

Sarà il processo a decidere se i fatti contestati sussistono,  e a decidere se gli stessi costituiscano reato e con qual capo d'imputazione.

E' intanto un dato di fatto che dal ministero alla Curia, passando per i sindaci, la Regione, le associazioni coinvolte nel progetto, non si ha avuta consapevolezza di questa presunta e pericolosa anomalia rappresentata dalla Fondazione. E ci si chiede con il senno poi: l'aver insistito così tanto su un Fondazione da collocare come intermediaria tra i fondi ministeriali e il loro utilizzo, è stata una scelta saggia e oculata?

Perchè, come emergerebbe dalle complesse indagini le convenzioni gli arrestati avevano predisposto convenzioni per ottenere dai Comuni la delega ad operare, e forse a gestire anche i progetti sociali in maniera diretta?

Non sarebbe stato meglio scegliere la via classica e ordinaria per il pronto utilizzo di questi fondi? Ovvero: il Comune del cratere presenta il progetto, il progetto viene valutato da un comitato di esperti, se approvato viene finanziato direttamente dal Ministero che gira i soldi al Comune, che fa la gara d'appalto per la realizzazione materiale dell'opera, e poi provvede, a dare eventualmente in gestione il servizio con procedure trasparenti e che passano al vaglio del consiglio comunale.

A questa obiezione il ministro risponde che la Fondazione è nata proprio perché i Comuni, in particolare quello dell'Aquila, non presentavano progetti e latitavano. Il Comune dell'Aquila, per voce del sindaco Cialente e dell'assessore Pezzopane, ribattono affermando a muso duro che Il Comune si è visto bocciare ''stranamente'' i suoi progetti, proprio perché non voleva entrare, nonostante le incredibili pressioni, a far parte di una Fondazione, di cui non ne comprendeva l'utilità e su cui nutriva molti dubbi di legittimità.

Per come la vogliamo guardare insomma la gestione dei 12 milioni di euro è stata finora un gran pasticcio.

Ed è un fatto che ora c'è un'inchiesta in corso, è esploso uno scandalo, veleni e polemiche scorrono a fiumi in un territorio ferito e ancora piegato. E sopratutto  i fondi giacciono inutilizzati. Con buona pace del ''rapido recupero di adeguate condizioni di vita delle famiglie residenti nei territori colpiti dal sisma''.

Al di là dell'inchiesta giudiziaria, e tenendo ben ferma la presunzione di innocenza fino a sentenza definitiva delle persone inquisite, riportando piuttosto la questione sul piano politico, merita poi un approfondimento un altro passaggio dell'ordinanza del Tribunale del riesame. Quella relativa ai criteri con cui sono stati decisi i 32 interventi indicati dall'ordinanza 77 come già ammessi a finanziamento. In buona parte ospizi da costruire in piccoli paesi del cratere sismico. Ce ne occuperemo nel prossimo articolo.

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