Manovra finanziaria: Regioni alla fame, tagli insostenibili

Chiodi: misure inaccettabili

15 Giugno 2010   16:11  

E' rivolta dei presidenti di Regione, di destra, centro e sinistra, che oggi si sono riuniti a Roma, contro una finanziaria che colpisce in modo durissimo e non sostenibile gli enti locali.

Il centro studi della Conferenza delle regioni ha presentato una serie di cifre che toccano direttamente i bilanci delle regioni. Dei 4 miliardi 900 milioni di euro di trasferimenti attualmente previsti, la manovra "taglierebbe, già dal 2011, 4 miliardi 300 milioni, compromettendo seriamente tutta una serie di servizi ai cittadini".

La manovra proposta dal governo per i presidenti di regione "compromette seriamente i margini di applicazione del federalismo fiscale". "Per questo, la Conferenza chiede che siano confermate dal parte del governo tutte le garanzie per la piena applicazione, in tutte le sue parti, della legge 42 sul federalismo fiscale già dal 2011. Con questi tagli non sarà possibile consolidare il federalismo fiscale".

''Una manovra a rischio di incostituzionalità, si legge in documento approvato dalla Conferenza delle regioni a seguito dell'incontro di oggi a Roma - perché intacca il principio del collegamento diretto fra le funzioni conferite alle Regioni e le risorse necessarie per il loro esercizio''. E il governatore della Lombardia, Roberto Formigoni, lo esemplifica così: con un terzo in meno di trasferimenti per il trasporto pubblico locale, spiega il governatore, le Regioni che hanno contratti, ad esempio con Trenitalia, si troveranno, il giorno dopo, con un possibile taglio di un terzo dei treni da parte della società che probabilmente licenzierà un terzo del personale decidendo magari di fare causa alla Regione e vincendola.

E il presidente della Conferenza Vasco Errani elenca alcuni dei servizi che la manovra del Governo taglia e riduce drasticamente: Trasporto pubblico locale, Mercato lavoro, Polizia amministrativa, Incentivi alle imprese, Protezione civile, Servizio Maregrafico, Demanio idrico, Energia e miniere, Trasporti, Invalidi civili, Salute, Opere pubbliche, Agricoltura, Viabilità, Ambiente, Rimborso tasse automobilistiche, Difesa incendi, Borse di studio, Contratti Trasporti Pubblico Locale, Politiche sociali, Lavoro disabili, Procreazione assistita ed altro, Prestiti d'onore, Lotta all'inquinamento, Fondo affitti, Fondo politiche per la famiglia, Consiglieri di parità, Turismo, Edilizia residenziale agevolata, Sostituzione autobus, Fondo non autosufficienze, Fondo occupazione, Edilizia sanitaria pubblica.

"La manovra - commenta Errani - mette strutturalmente in discussione non solo il federalismo, ma i servizi forniti ai cittadini dalle Regioni", ha spiegato Vasco Errani, Presidente della Conferenza delle Regioni

Dura la presa di posizione anche del presidente della Regione Abruzzo Gianni Chiodi

"Si tratta - afferma - di una manovra durissima che le regioni non sono assolutamente in grado di sostenere"."Non e' vero che ora i sacrifici devono farli le regioni. Finora abbiamo fatto la nostra parte su fronte dei conti pubblici e del debito. E' chiaro che siamo pronti a sostenere sacrifici in nome di quel risanamento che si e' imposto il governo nazionale e sul quale c'e' piena condivisione anche da parte delle regioni, ma queste sono condizioni inaccettabili".

E aggiunge: "Questa manovra rischia di trasformare le regioni in grandi Asl per la gestione della sanità' regionale, con i tagli prospettati nella manovra infatti il 90-95% del bilancio regionale sarà' tutto fondato sulla spesa sanitaria e le regioni non avranno alcun margine di investimento e programmazione. Ci troveremo cioè' a gestire solo la spesa sanitaria perché' l'unica finanziata dallo Stato. Mi sembra una situazione non accettabile e soprattutto penalizzante per chi vuole fare buona politica".

Il presidente Chiodi ha partecipato alla Conferenza straordinaria delle regioni votando e sottoscrivendo al termine della riunione un documento che chiede al governo di rivedere l'entità dei tagli a fronte di una disponibilità' delle regioni alla politica del rigore. Su questo aspetto, il presidente in sede di Conferenza delle regioni ha voluto inserire nel documento il concetto di virtuosismo riferendolo ai comportamenti anziché alle regioni, portando proprio l'esempio dell'Abruzzo. "Ci sono delle regioni - ha spiegato - che stanno attuando una politica virtuosa di risanamento del debito e di riduzione delle spesa: questi sono comportamenti virtuosi e come tali e' necessario sottolinearli nel confronto con il Governo".

 

Gli altri presidenti

Formigoni: manovra spazza via federalismo fiscale

"E' insostenibile", "è iniqua". Sulla manovra correttiva del Governo è netto e chiaro il giudizio del presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, dopo l'incontro Governo-Regioni del 10 giugno.

''Tutti condividiamo le parole di Errani e la posizione dei presidenti delle Regioni e' unanime'', ha aggiunto Formigoni. La serie storica dei dati degli ultimi anni dice che le Regioni hanno sempre fatto per intero la propria parte. Stiamo disponibili e pronti a farla fin da ora ma chiediamo che il provvedimento sia più equo su tutti e quattro i livelli di governo del Paese''.

Inoltre il federalismo fiscale rischia di essere ''spazzato via dal tavolo'' dai tagli che la manovra correttiva impone alle Regioni, ha spiegato Formigoni in conferenza stampa al termine dell'incontro che le Regioni hanno avuto col Governo.

''Questa manovra non lo mette a rischio il federalismo fiscale, lo spazza proprio via dal tavolo'', ha aggiunto Formigoni. Ora, ha proseguito il governatore della Lombardia, ''dobbiamo lavorare tutti per cercare di recuperare questo progetto in cui crediamo''.

Le Regioni vogliono fare la propria parte e assumersi le responsabilità, ma in modo egualmente soppesato tra le altre tre componenti della spesa pubblica: ministeri, province e comuni. "C'e' una emergenza nazionale, occorre salvare il federalismo fiscale e proporro' ai miei colleghi, gia' da martedi' prossimo (15 giugno), di lavorare a questo salvataggio''. Le parole espresse dal presidente della Conferenza delle Regioni Vasco Errani sono state condivise ''da tutte le Regioni che hanno approvato un documento sul tema''.

''Non e' vero - ha concluso Formigoni, replicando a Tremonti - che le Regioni finora hanno avuto ed ora e' giusto che paghino. I numeri dimostrano che le Regioni hanno fatto meglio di altri''

Vendola: le Regioni vengono uccise

"L'Italia, soprattutto il Sud, sta finendo in un buco nero''. Reduce dll'incontro con il ministro dell'Economia Giulio Tremonti, il Presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola, parla cosi' ai cronisti dei provvedimenti economici del governo. ''Con questa manovra - spiega - le Regioni vengono uccise, il ceto medio e popolare viene emarginato. Le regioni vengono ridotte a gestire le Asl, a smantellare il trasporto pubblico". Per il presidente della regione Puglia, questa manovra "non e' solo macelleria sociale, ma ingloba l'idea della più grande fase di decrescita economica del nostro paese. Alla fine della crisi ci accorgeremo che un'intera generazione - insiste il Presidente pugliese - avrà saltato l'appuntamento con il futuro e alla fine della crisi sara' più povera".

Quanto poi alle dichiarazione del Ministro dell'Economia secondo cui "il cui programma elettorale (di Vendola, ndr) è straordinario per le forme di impiego dei fondi pubblici: ci sono le 'fabbriche di Nichi', che non sono vere fabbriche ma sono dei centri sociali, c'e' il cineporto", il Presidente della Regione Puglia è categorico: "il ministro Tremonti non distingue un carciofo da un'astronave. Il ministro ''confonde iniziative istituzionali - dichiara Vendola - che danno lavoro perché investono sull'industria della creatività, come l'apertura dei cineporti, con attività di volontariato politico - che come e' del tutto ovvio non pesano sulle casse pubbliche - che coltivano un modello di societa' radicalmente diverso da quello che vorrebbe Tremonti". Per Vendola Tremonti con le sue dichiarazioni ''cerca polemiche strumentali che distolgano l'attenzione dalla manovra del suo governo, sulla quale pende un giudizio politico da parte di tutte, sottolineo tutte, le Regioni. Manovra che e' considerata - conclude - tra le più inique e inaccettabili traquelle varate in tutta Europa".

Rollandin, non potremo più sostenere PMI

"Nessuno intende sottrarsi alla responsabilità di contribuire a fronteggiare la crisi ma è altrettanto necessario che i tagli seguano logiche di equità tenendo conto dell'attuale spesa e dell'efficienza dei servizi erogati''. Augusto Rollandin, presidente della Regione autonoma Valle d'Aosta, spiega le ragioni della contrarietà alla manovra del Governo, "nella quale gli unici interventi strutturali sono dovuti a disposizione dell'Ue e non per politiche del Governo

Stesso". Per Rollandin - rientrato da Roma dove ha partecipato il 10 giugno all'incontro della delegazione dei Presidenti delle Regioni con il ministro dell'Economia Giulio Tremonti - ''la manovra è insostenibile e irricevibile anche perché, oltre ai tagli imposti alle Regioni, i tagli ai Ministeri avranno ricadute gravi ed imprevedibili anche sugli enti locali che non potranno mantenere gli attuali livelli di servizi". "Tanto più - ha aggiunto - che se si procede su questa strada le Regioni non potranno piu' sostenere le piccole e medie imprese". Il presidente della Regione autonoma Valle d'Aosta ha quindi sottolineato: ''Vogliamo capire come la manovra incide sul federalismo fiscale e che fine fanno i fondi Fas che continuano ad essere un oggetto misterioso, e vogliamo avere un confronto preventivo sull'attuazione della manovra''.

Polverini: così le Regioni saranno costrette a ridurre i servizi

Con questa manovra le Regioni saranno costrette "ad aumentare le tasse o a ridurre i servizi. Siccome le tasse non possiamo aumentarle, le Regioni avranno difficoltà a garantire i servizi". Così il governatore del Lazio, Renata Polverini, al termine della riunione della conferenza delle Regioni, per far capire che il sacrificio delle Regioni è "insostenibile". Non solo si prevede che "su di noi pesi oltre il 50%" dei tagli ma inoltre "i tagli dei ministeri si riverseranno sulle Regioni perché non mi sento di escludere che i ministeri non interverranno ulteriormente sui trasferimenti".
"Il nostro obiettivo non è quello di tirarci fuori, ma vogliamo veder partecipare in maniera equa tutte le componenti della spesa pubblica", ha detto. Polverini ha ricordato che le Regioni sono "in attesa di aprire il tavolo di cui ha parlato il governo" la scorsa settimana.
"Io appartengo a Regioni che hanno ereditato situazioni molto difficili - ha aggiunto - questa manovra rischia di vanificare anche l'opera di lotta agli sprechi che si sta mettendo in campo". Per quanto riguarda il Lazio, Polverini fa l'esempio del trasporto pubblico locale, in due anni ci sarà un taglio di 2 miliardi e ciò impedirà non solo il rinnovo dei mezzi ma anche il servizio che la Regione offre".

 


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