Non solo bulli. Storia di Mariachiara e Mattia

Il valore dell'amicizia e i giovani d'oggi

27 Novembre 2009   23:10  

Cammino tra la gente in cerca di nuove realtà da conoscere, condividere, interpretare. Non sempre ho successo. Ogni tanto però mi capita un caso interessante. Un fatto vero, spontaneo, che qualcuno ha voluto farmi sapere.

E' la vita che viene a cercarmi, e quando succede ogni mia paura scompare. Una storia vuole essere raccontata, e mi sembra di non avere scelta. Specie quando si tratta di giovani e giovanissimi, rincorsi e predati dai media solo quando protagonisti di soprusi e violenze (vittime o carnefici che siano), e mai quando esprimono la propria unicità.

Alla fine dello scorso ottobre a Pescara, una giovanissima studentessa dell’Istituto tecnico Alessandro Volta ha scritto un bellissimo tema sulla scomparsa del caro amico e compagno di banco, Mattia.

Uno scritto talmente vero, "piccolo", toccante, da destare l’attenzione del corpo docente, che ha praticamente assediato la Presidenza affinché non passasse inosservato, e venisse diffuso agli organi d’informazione.

Nella sua disarmante innocenza il testo scritto da Mariachiara riflette l'enorme e incontenibile dolore di chi perde un amico per strada, improvvisamente, senza alcuna avvisaglia nè preparazione esistenziale(Mattia muore a causa di un incidente stradale). Ma anche la leggerezza, la trasparenza, l'altruismo di tanti giovani d'oggi, figli di un'epoca dal disegno ancora misterioso, complesso, per niente tenero, dove tutto, ma proprio tutto, è spaventosamente a portata di mano.

Dedichiamo la pubblicazione di questo compito alle famiglie dei protagonisti. A quella di Mattia perché sappia che il figlio ha lasciato il segno. A quella di Mariachiara, che la comunità ringrazia. A tutti i docenti innamorati della propria missione, e in particolare a quelli del Volta, che hanno dissotterrato una piccola perla altrimenti rimasta insabbiata.

Ai giovani, categoria dello Spirito e patrimonio inascoltato del nostro sgangherato Paese.

 

 

CARO MATTIA

Di Mariachiara Fortunato

 

 

“Caro Mattia,

ti scrivo questa lettera per dirti tante cose, da quando non ci sei più tu, la nostra vita è cambiata.

Tutti siamo infuriati perché non ci rassegniamo che sia successo proprio a te, tu che eri l’unico che riusciva sempre a farci sorridere, anche nei momenti più tristi quando tutti eravamo giù, bastava vederti arrivare e vedere il tuo sorriso che avevi sempre sul viso e tornava il sorriso anche a noi.

Eri e sei una persona speciale, il tuo sorriso è sempre davanti ai nostri occhi. Sei l’amico che tutti vorrebbero, con te si poteva parlare di ogni cosa e tu eri sempre pronto ad ascoltare e dare consigli.

A volte quando ero triste t’inventavi di tutto per farmi sorridere, Mattì mi manchi! Non posso accettare che fra tante persone al mondo Dio ha scelto te quel giorno.

Tu avevi due grandi passioni, le moto e i camion,e dicevi sempre che da grande avresti voluto fare il camionista proprio come tuo padre, e sono state proprio loro, le tue passioni, a portarti via da noi.

A volte per non piangere penso che Dio ti ha portato via da noi perché gli serviva un angelo a fianco a lui(un angelo come te, perché tu sei unico), senza sapere il dolore che ha dato a noi nel portarti con lui.

Ti ricordi quando siamo andati all’Arca, io, tu, Martina e Federica? Ricordi quanto ci siamo divertiti? Quel giorno non lo dimenticherò mai, come quando facevamo le scenette del teatro e ... fingevamo di essere fidanzati, ed io che ti dicevo sempre che dovevi comprarmi l'anello, e senza farlo apposta siamo passati alla gioielleria e c'era il cartello con scritto che il solitario era in offerta, e tu mi hai detto: "Hai visto? ora ti compro l'anello in saldo: c'è la crisi, devo risparmiare".

Mattì non ti scordare di noi perchè noi non lo faremo mai. Ora sei dentro di noi nascosto in quella parte riservata alle persone speciali come te, sei nel nostro cuore. Auguro a tutti di trovare nella loro vita un amico come te, anzi simile a te perchè uguale a te non c'è nessuno perchè sei unico.

Ora non sentiamo più il rumore della tua tanto amata moto, ma nella nostra testa abbiamo solo impresse le grida di tua madre che si è vista strappare un figlio dalle mani. E' ingiusto che persone che fanno male sono vive e tu che non eri capace di far male neppure a una mosca sei andato via da noi.

Mattì, hai visto quante persone al tuo funerale? Tutti per te, tutti per salutarti per dirti ancora una volta: "Ciao Mattì, era impossibile non volerti bene". Hai lasciato a tutti un segno indelebile.

Io voglio chiederti scusa, scusa se non entro su Facebook a scriverti qualcosa non è che non ti penso, ma ogni volta che ci provo inizio a p.......

 

                           Mariachiara"

 

 

 

 

 

 

 

Giovanna Di Carlo

 

 

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