Norme antisismiche, 5 aprile 2005: la Giunta approva...

Quattro anni prima del terremoto

21 Agosto 2009   17:41  

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Il 29 marzo del 2005, presieduta dall'On. Giovanni Pace si riunisce la Giunta Regionale all'ora composta dagli assessori Amicone, Castiglione, De Matteis, Desiati, Di Fonzo, Domenici, Orsini, Prospero, Sabatini e Sciarretta.

Oggetto all'ordine del giorno, il recepimento degli "indirizzi generali e disposizioni di attuazione dell'Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri (Silvio Berlusconi ndr.) n. 3274 del 20.03.2003", recante i "Primi elementi in materia di criteri generali per la classificazione sismica del territorio nazionale e di normative tecniche per le costruzioni in zona sismica".

Di quella riunione si erano perse le tracce, tranne che del documento pubblico, ma opportunamente celato dalle maglie della farragginosa burocrazia regionale, venuto in nostro possesso, la delibera di giunta che reca data 5 aprile 2005, triste presagio all'inevitabile tragedia di 4 anni dopo.

In quella riunione di Giunta, infatti, si discuteva di edilizia pubblica, il recepimento della nuova normativa e classificazione a seguito del sisma del Molise il 31 ottobre del 2002.

Il Governo ordinava alle regioni una pronta riclassificazione dei territori alla luce del recente sisma che potesse prevenire il rischio di ulteriori tragedie come quelle della scuola di San Giuliano di Puglia.

Il Governatore Pace e l'intera Giunta con a capo l'Assessore alla Protezione Civile, l'aquilano Giorgio De Matteis, quindi, dotavano la regione di un nuovo strumento normativo che potesse regolamentare la costruzione degli edifici pubblici e soprattutto di quelli strategici in caso di un sisma in modo tale da renderli adeguati alle nuove tabelle di rischio.

LE NUOVE TABELLE

Si doveva, però, effettuare un nuovo monitoraggio dell'intero territorio regionale e rilevare la vulnerabilità sismica di:

- Centri abitati;

- Strutture sanitarie;

- Sistema infrastrutturale (ponti, strade, dighe, oleodotti, gasdotti, reti di servizi pubblici urbane e sub-urbane, etc.).

A questo si doveva aggiungere la creazione di un sistema informativo di "Rischio Sismico Regionale".

Per questo si sarebbero coinvolte le università di Pescara-Chieti per gli aggiornamenti delle zone sismiche, quella dell'Aquila per l'ingegneria anti-sismica (purtroppo la facoltà di ingegneria non è ridotta gran che bene dopo il sisma del 6 aprile ndr.) e quella di Teramo per l'elaborazione degli strumenti normativi ed assicurativi.

Tutto ciò ancora non consentiva al piano di partire, necessario era il coinvolgimento di una struttura che eseguisse i rilievi e redigesse la "mappa del rischio sismico" aggiornata, per questo si scelse Collabora Engineering S.p.A. (in tempi recenti trasformata dalla Giunta Del Turco in Abruzzo Engineering S.p.A.) che era già affidataria dei servizi afferenti alle attività di Protezione Civile da svolgere nel quinquennio 2002-2006.

La stessa "nuova" Abruzzo Engineering S.C.p.A in questa pagina del suo sito conferma la vocazione societaria alla consulenza su questioni di Protezione Civile.

A questo quadro va poi aggiunto il fatto che la Legge Regionale del 12 agosto 1998 trasferiva i compiti di "Difesa del Suolo" e "Genio Civile" alla Provincia e che proprio in quel periodo si compiva il trasferimento del personale del servizio tecnico.

LA DELIBERA

Preso atto di tutte queste esigenze la Giunta dell'On. Pace deliberava:

- di prendere atto dell'Orninanza del Consiglio Dei Ministri;

- di dover realizzare un nuova "mappa di pericolosità di riferimento" che soddisfi i criteri di riclassificazione della presente Ordinanza e che la stessa è già in fase di completamento dell'iter tecnico-amministrativo di approvazione;

- di prendere atto di suddetta riclassificazione dei comuni classificati sismici sul territorio regionale;

- di prendere atto dei "cambiamenti degli scenari di pericolosità sismica";

- di prevedere in prima applicazione che i progetti per le opere da realizzare nel territorio dei comuni interessati sismicamente siano esclusi da controlli di merito fatta eccezione per quelli strategici (si dava la possibilità di ultimare o costruire in base a progetti pre-esistenti edilizia pubblica non strategica senza poi effettuare i controlli per la nuova riclassificazione ndr.);

- si impone un regime transitorio di 24 mesi nei quali si può costruire in base alle vecchie classificazioni, anche se più basse, poi nei 5 anni successivi si procederà al controllo e all'eventuale consolidamento;

- si approvava l'elenco delle opere strategiche la cui funzionalità in caso di eventi sismici dovesse essere assicurata (solo nel Comune dell'Aquila sono "crollate" Prefettura, Questura e Pronto Soccorso immediatamente ndr.);

- si segnalava e suggeriva ad Enti Pubblici e privati di prendere atto e provvedere a costruire nel periodo transitorio in base alle nuove normative;

- di riconsiderare, nelle zone non classificate precedentemente, i contenuti progettuali compatibilmente, però, con lo stato di avanzamento dei lavori;

- di invitare le Amministrazioni Pubbliche ad adeguare sismicamente l'edilizia di proprietà;

- di prendere atto del progetto redatto da Collabora Engineering S.p.A.

- di dare mandato al Direttore Generale Opere Pubbliche e Protezione Civile di destinare i fondi che verranno conferiti dallo Stato all'adeguamento sismico

LE INEVITABILI DOMANDE

1 - Come mai dagli studi di Collabora Engineering risulta che il territorio a nord dell'Aquila fino a Pizzoli è zona 1, poi si interrompe per L'Aquila fino alla zona delle Rocche diventando zona 2 e poi nella Marsica torna zona 1, quando dalla mappa in allegato consultabile sul sito dell'INGV il territorio suddetto è chiaramente e pienamente sulla fascia di zona 1?

2 - Come è possibile che  la Collabora Engineering non ha preso in considerazione i "conoidi" di Pettino e le cave sotto piazzale Paoli che sia la letteratura geologica che semplici rilievi avrebbero evidenziato? E questo solo per parlare del Comune dell'Aquila, perchè ad esempio anche il terreno di Onna si è dimostrato un grande amplificatore sismico.

3 - La stessa Giunta Pace aveva evidenziato come le competenze di "difesa del suolo e Genio Civile" fossero passate alle province, le stesse sono state coinvolte dalla società Collabora Engineering?

4 - Le Università sono state coinvolte in questo progetto, come scritto nella delibera? Se si, che ruolo hanno avuto nei loro "presunti" settori di competenza?

5 - Perchè se la Prefettura, la Questura e l'ospedale San Salvatore che erano considerate "Opere Strategiche", sono state le prime ad essere rese inagibili dal sisma? Chi doveva effettuare i controlli di stabilità ordinari e straordinari per l'incredibile persistenza dello sciame sismico aquilano?

6 - Come sono stati spesi i fondi straordinari del Governo Nazionale? Che ricordiamo solo nel 2004 ammontavano a 2.287.573,00 di euro.

 

LE CONCLUSIONI OGGETTIVE

Come tutti sapranno, L'Aquila il 6 aprile 2009 ha subito la sua catastrofe più grande, nell'immediato la Protezione Civile nazionale aveva pensato ad una vera e propria ecatombe, solo grazie alla fortuna ed al caso si è verificata "solo" una strage.

Per i singoli crolli è già da tempo a lavoro la magistratura, per le evidenti scellerate scelte urbanistiche.

Chi doveva coordinare l'emergenza dei primi momenti non ha avuto compito facile, in quanto i principali "Palazzi di Controllo" erano venuti giù immediatamente, già alle 3.32.

Con questa delibera del 5 aprile 2005 si confermava che L'Aquila aveva lo stesso rischio sismico di Teramo e che paesi come Villa Sant'Angelo, Poggio Picenze, frazioni dell'Aquila come Onna e Paganica, tutti posti dove è morta tanta gente, anch'essi erano zona 2.

Su internet all'indirizzo http://www.regione.abruzzo.it/zonesismiche è ancora presente il micro-sito consultabile con tutta la documentazione in allegato a questo articolo, fa sfondo al sito la mappa realizzata dalla Collabora Engineering.

LE CONCLUSIONI SOGGETTIVE

Cosa sarebbe successo se L'Aquila fosse stata inclusa, come gli spettava, nella zona 1?

Nessuno può dirlo, la stessa delibera imponeva un regime transitorio per le costruzioni (non strategiche) di 24 mesi e poi altri 5 anni per i controlli sull'adeguamento alla nuova tabella. Poteva anche non bastare visto che son passati solo 4 anni.

Ci chiediamo come si potrà pensare di ristrutturare le abitazioni B e C site nel quartiere di Pettino sopra i conoidi o in via De Bartholomaeis sopra il vuoto delle cave.

Come potremo pensare ad un'urbanizzazione che non tenga conto del Piano C.A.S.E. e di una nuova, inevitabile, coscienza comune del sottosuolo dei comuni del cratere.

E' vero la maggior parte degli ingegneri è convinta che si possa costruire praticamente ovunque ed in sicurezza, ma a che prezzi? Soprattutto chi mai potrà tornare a vivere tranquillo al sesto piano a Pettino e anche se ci fosse qualcuno disposto a rischiare, sarà possibile farlo?

Passata l'emergenza e arrivato l'inverno si dovrà necessariamente fare i conti anche con i danni delle casa A, B e C che come abbiamo visto e provato sulla nostra pelle, continuano a "regalarci" nuove lesioni e crepe.

IL NUOVO INIZIO

Un nuovo inizio. Questo era il sogno e forse l'illusione che si era diffusa all'indomani del sisma, dopo il lutto. Invece l'impressione è che "furbetti del quartierino non sismico" sono ancora in ottima salute, pronti a dettare legge e disegnare il futuro della città.

Il nuovo inizio ci potrà essere solo se L'Aquila avrà la forza di cambiare volto morale, civile e dunque anche urbanistico.

Il nuovo inizio non potrà che essere doloroso e imprevedibile.

 

 

 

I DOCUMENTI ORIGINALI

DGR438 del 2005 ''classificazione sismica edifici strategici''

Norme tecniche edifici

Ordinanza_3362

Nota all'Ordinanza 3362

Criteri zone sismiche

Classificazione sismica comuni abruzzesi

INGV mappa rischio sismico L'Aquila 16/04/2009


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