Omicidio piccolo Maxim, assolto padre adottivo dichiarato non punibile

09 Febbraio 2016   16:03  

Assolto perche' non punibile in quanto incapace di intendere e di volere all'epoca dei fatti, un anno di reclusione per il reato di falso in concorso (pena sospesa), liberta' vigilata per dieci anni.

E' la decisione del gup del Tribunale di Pescara, Nicola Colantonio, a carico di Massimo Maravalle, il tecnico informatico di 48 anni, affetto da disturbo psicotico atipico, che la notte tra il 17 e il 18 luglio del 2014, uccise nel sonno il figlio adottivo di cinque anni Maxim, di origine russa, nell'abitazione conigale di via Petrarca, a Pescara. Maravalle, che e' difeso dall'avvocato Giuliano Milia, e' stato giudicato con il rito abbreviato.

Patrizia Silvestri, madre adottiva di Maxim, Giuliana Iachini, medico del Servizio di medicina legale e del lavoro della Asl di Pescara e Fabio Panzieri, medico di base, sono stati invece rinviati a giudizio per il reato di falso in concorso.

Il processo a carico dei tre prendera' il via 27 aprile prossimo davanti alla Corte d'Assise di Chieti.

Era stato lo stesso pm Andrea Papalia a chiedere l'assoluzione di Maravalle dal reato di omicidio in quanto, secondo la perizia dello psichiatra Renato Ariatti, all'epoca dei fatti, il tecnico informatico "versava, per infermita' in condizioni di totale esclusione della capacita' di intendere e volere".

Maravalle, dunque, secondo la legge, non e' punibile.

Per il reato di falso il pm invece avevo chiesto otto mesi. Oltre alla liberta' vigilata per dieci anni, il giudice ha confermato l'obbligo per il tecnico informatico di recarsi due giorni alla settimana presso il Centro Salute Mentale di Pescara. Inoltre, il gup ha fissato per il prossimo 24 marzo, alle 10, l'udienza di verifica periodica della pericolosita' sociale di Maravalle.

Per quanto riguarda il reato di falso, secondo l'accusa, Maravalle e la moglie, relativamente alla dichiarazione di disponibilita', presentata al tribunale per i minorenni dell'Aquila, all'adozione internazionale, con contestuale richiesta di relativa idoneita', avrebbero omesso di riferire e fornire notizie sui disturbi e sulla patologia psichiatrica di Maravalle.

I due medici, sempre secondo l'accusa, avrebbero invece attestato che il padre di Maxim era esente da difetti fisici e psichici, omettendo di rilevare l'esistenza di patologie. Maravalle e sua moglie non erano presenti in Aula.

"Verificheremo, cercheremo di capire e andremo avanti, perche' siamo convinti che veramente in questa circostanza i coniugi Maravalle abbiano fatto tutto quello che avrebbero dovuto fare".

Lo ha detto l'avvocato Alfonso Vasile, uno dei difensori di Patrizia Silvestri.

Nello specifico, l'accusa di falso in concorso riguarda la vicenda relativa alle pratiche di adozione del bimbo. "Abbiamo appena letto i provvedimenti del giudice e - ha proseguito - li verificheremo.

A noi sembra che la cosa avrebbe potuto concludersi in modo diverso perche' tanti erano gli elementi a favore, almeno per quanto riguarda la mia assistita".

"Questa - ha commentato l'altro difensore di Silvestri, l'avvocato Carla Panizzi - e' soltanto l'udienza di rinvio a giudizio, quindi si tratta di un vaglio dovuto, mentre nel dibattimento avremo modo di dimostrare le nostre tesi, sulla base di numerosi elementi documentali e testimoniali, che ci consentiranno di provare l'assoluta estraneita' della nostra assistita a qualsiasi condotta le venga contestata".


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