Omicidio stradale, Guarnieri: "Bisogna fare tutto: repressione, controlli, educazione"

21 Novembre 2016   11:38  

"Non c'è una singola cosa" che può risolvere le problematiche connesse alla sicurezza stradale, "bisogna fare tutto", ovvero reprimere i comportamenti criminali con pene severe e certe, vedi l'omicidio stradale, controllare in maniera capillare il territorio, educare le future generazioni e lavorare su infrastrutture e innovazioni tecnologiche: "il vaccino siamo noi e i nostri comportamenti".

Lo ha detto Stefano Guarnieri il presidente dell'associazione Lorenzo Guarnieri, uno dei soggetti promotori della legge di petizione popolare per l'istituzione del reato di omicidio stradale, durante un seminario organizzato dall'Ordine dei Giornalisti sul tema 'Sicurezza stradale, omicidio stradale e informazione'.

Il modello potrebbe essere quello inglese che ha portato ad un tasso di mortalità negli incidenti stradali che è la metà di quello italiano, "quindi - ha spiegato Guarnieri - avremmo circa 15 miliardi di euro in più da utilizzare per le politiche sociali".

"È il sistema delle tre 'E': education (educazione nelle scuole), enforcement (regole e controlli), engineering (infrastrutture, protezione mezzi, investimenti tecnologici.

In tal senso è assurdo che statisticamente in Italia l'automobilista rischia un controllo stradale una volta ogni 50 anni: in Svezia, ad esempio, il rapporto è di un controllo ogni tre anni".


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