Parola agli esperti: difficile aspettarsi nuove scosse forti...

15 Giugno 2009   11:10  

Gli esperti di terremoti rassicurano la popolazione: non c'è da aspettarsi una uova forte scossa nell'aquilano.
E ad ascoltarli c'è da credergli, visto che nelle settimane precedenti il 6 aprile sismologi e responsabili della Protezione civile invitavano alla calma.

"Meglio che l'energia della terra si sprigioni lentamente" ci ripetevano da mesi, in modo tale che sia improbabile un evento di forte intensità.
D'altra parte, quello del 6 aprile da molti è stato definito di "media intensità", quindi stai a vedere che gli esperti avevano proprio ragione a placare gli animi degli aquilani, innervositi da quelle scosse che duravano da dicembre dell'anno scorso.

"La struttura sismica dell’Aquila, con ogni probabilità, ha rilasciato quasi completamente l’energia accumulata: potrebbero esserci ulteriori scosse, ma non dovrebbero superare i quattro gradi Richter di magnitudo" afferma oggi su un quotidiano locale Gianluca Ferrini. docente della facoltà di Scienze dell’Università dell’Aquila.
Ma un sisma di magnitudo 4, come quello che seminò il panico lunedì 30 marzo, non dovrebbe certo provocare grossi danni, ma sicuramente produrrebbe un grosso spavento a tutti quelli che stanno rientrando in casa seguendo il consiglio, che diventa un obbligo nei casi in cui la propria abitazione sia stata catalogata "A", di Protezione civile, istituzioni e autorità varie.

Aggiunge Ferrini: "Non è possibile prevedere i terremoti con certezza matematica. Tuttavia, attraverso lo studio della storia delle faglie, è possibile avere dei dati probabilistici". Per la prima volta si parla di studio della storia delle faglie, seppur basterebbe uno studio della storia più in generale. Se ci si rivolgesse ad un mediocre storico ci saprebbe dire che tutti gli eventi sismici di un certo rilievo nella storia della città, come quello del '700, furono preceduti da mesi di scosse come in questo caso.

Persino i sismologi arrivati a L'Aquila da ogni parte del mondo per studiare il caso, all'indomani del 6 aprile, hanno fatto riferimento esclusivamente al criterio statistico e probabilistico nello studio della prevedibilità dei terremoti. Lo stesso Tom Jordan del California Earthquake Center, affermò in quella occasione, che la previsione dei fenomeni non è ancora possibile in modo deterministico, ma solo probabilistico, non essendo cioè in grado di definire luogo, momento e intensità del sisma.
Appunto, studio probabilistico. E le probabilità che arrivasse una scossa, seppur di "media intensità", erano più di una.

E se il criterio probabilistico rientra nel metodo di valutazione del rischio, allora si possono ipotizzare nuove scosse nelle aree limitrofe, come accaduto in passato. E quindi, sempre gli esperti, ora si sbilanciano: "Adesso l’attenzione deve essere spostata alla risposta al terremoto nelle aree limitrofe" afferma il geologo Ferrini. Come nel caso del Settecento, insomma, anche oggi c'è la probabilità, alla luce della statistica elaborata su quanto accaduto nella storia, che nel prossimo periodo un terremoto simile a quello del 6 aprile possa colpire altre aree della provincia dell'Aquila. Al sisma che nel 1703 distrusse L'Aquila, ne seguì uno altrettanto forte nel 1706 a Sulmona.

(MS)


Oroscopo del Giorno powered by oroscopoore