Parte da Pescara la rivolta dei piccoli Comuni italiani

04 Luglio 2015   16:50  

Un presidio a Roma a partire dal 22 luglio, a Montecitorio, con la partecipazione dei Sindaci dei piccoli Comuni sarà il momento culminante della battaglia che i comuni italiani associati all’ANPCI (Ass. Naz. Piccoli Comuni d’Italia) porteranno avanti da qui e nei prossimi mesi, per impedire il processo di riforma avviato dal Governo in collaborazione con la stessa Anci (Ass. Comuni Italiani).

L’ANPCI, presieduta da Franca Biglio, sindaco di Marsaglia, in provincia di Cuneo, sta tessendo le fila di una organizzazione trasversale, in tutta Italia, per portare all’attenzione dei Presidente del Consiglio, dei Ministri Madia, Alfano e Delrio e di tutto il Parlamento, i correttivi necessari per scongiurare la fine di quei Comuni che rappresentano un importante presidio del territorio italiano e che lo stesso Presidente della Repubblica ha definito, in un recente incontro con la presidente Biglio, “indispensabili e fondamentali per il Paese Italia”.
Questa mattina, in Provincia di Pescara, Franca Biglio ha partecipato ad un incontro organizzato con i sindaci dei Comuni abruzzesi, invitati dal Presidente Antonio Di Marco, con l’obiettivo di affrontare alcuni temi cruciali per la vita delle comunità locali. L’incontro, al quale hanno partecipato massicciamente i Sindaci pescaresi e alcuni rappresentanti delle altre province, è servito per mettere a punto la strategia che a livello nazionale verrà perseguita nei confronti del Governo, con il supporto forte dei Presidenti delle Province Italiane e dei parlamentari che vorranno prendersi a cuore il problema. “Questa modalità di lavoro - ha assicurato la Biglio - verrà proposta come modello a tutte le regioni italiane, con il supporto, come a Pescara, delle Province, accomunate, dopo l’entrata in vigore della legge 56, dallo stesso destino dei piccoli Comuni”.
Ma cosa sta succedendo e perché la riforma avviata appare così pericolosa per l’esistenza dei Comuni? Il processo di riordino istituzionale previsto dalla riforma che impone ai Comuni al di sotto dei 20.000 abitanti di associarsi, in vista della riduzione del numero delle municipalità italiane, è – secondo i sindaci - un atto imposto dall’alto. “L’associazionismo obbligatorio – ha spiegato in apertura dell’incontro il presidente Di Marco – non assicurerà la riduzione della spesa, e sicuramente non riuscirà a risolvere i problemi delle comunità minori, che non avranno più l’amministrazione locale a cui relazionarsi per risolvere i problemi della comunità e del territorio”.
“I continui e ingiustificati tagli ai trasferimenti – ha detto la Biglio - obbligano le amministrazioni comunali ad aumentare le tasse ai propri cittadini, tanto che ormai siamo diventati esattori delle tasse per conto dello Stato. Non possiamo piangerci addosso ma non possiamo non reagire- ha continuato la battagliera rappresentante dei piccoli Comuni italiani - considerata anche la evidente preclusione del Governo ad incontri chiarificatori sulle nostre problematiche, che vanno dal micidiale Patto di stabilità alla assurda Centrale Unica di Committenza, ai vari adempimenti che paralizzano l’attività amministrativa”.
Per questo è stato lanciato chiaramente il messaggio ai Sindaci presenti chiedendo se fossero disposti a mettere la loro faccia nella protesta che si sta organizzando a Roma per il 22 luglio.
Dalla risposta convinta dei Sindaci è nata dunque la proposta di organizzare un presidio permanente, con varie turnazioni, per obbligare i rappresentanti del Governo del Parlamento ad incontrare i Sindaci e proporre loro alcuni correttivi necessari per scongiurare la fine delle amministrazioni locali. “L’organizzazione del gruppo di lavoro locale farà capo alla Provincia di Pescara, - ha assicurato Di Marco – e, in qualità di coordinatore delle quattro province abruzzesi, mi farò carico di stimolare anche i Presidenti delle altre province, in quanto questa discutibile riorganizzazione istituzionale del territorio parte dalla legge cosiddetta dello “svuotamento delle Province”, con tutte le conseguenze che ne derivano per i cittadini”.
Il consigliere provinciale Gianni Teodoro ha concluso l’incontro con i Sindaci, sottolineando l’importanza del coinvolgimento dei parlamentari abruzzesi. “I nostri rappresentanti al Parlamento – ha detto - sono stai eletti proprio da quelle piccole comunità che oggi si vogliono mortificare e cancellare. Non è concepibile che non si facciano carico del destino dei piccoli Comuni che sono i pilastri della nostra regione e di tutto il Paese. Deve essere ricostituito il gruppo interparlamentare a difesa dei piccoli Comuni, che fino a qualche anno fa esisteva, e i nostri parlamentari devono dirlo chiaramente se in questa battaglia ci sono oppure no”.


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