"C'è stata una cattiva gestione dei rapporti, nessuna malafede ma tanto lassismo". Così il consigliere regionale del Pdl, Lorenzo Sospiri, sulla mancata presentazione, da parte della Regione, dell'opposizione davanti alla Corte costituzionale all'impugnazione del governo della legge regionale che prevedeva l'allargamento della Pineta dannunziana.
La Regione ha lasciato scadere i termini per presentare l'opposizione e ora si apre il rischio cementificazione su ventinove ettari della riserva naturale. "Presenteremo subito una nuova legge, è già pronta - annuncia Sospiri, promotore di quella norma - ma resta la gravità di quanto accaduto. In Regione sono stati lassisti o addirittura se ne sono dimenticati".
La procedura si sarebbe arenata sui tavoli dell'avvocatura, guidata da Carlo Massacesi. Così la Regione non ha difeso la propria legge, impugnata dal governo per un vizio di forma.
"L'ufficio legale - spiega Sospiri - si è trincerato dietro alla scusa che gli uffici legislativi della Regione, sia della giunta che del consiglio, hanno trasferito le memorie difensive sulla questione Pineta, con pochi giorni d'anticipo sulla scadenza. In realtà dalla ricevuta del fax risulta che tutti i documenti sono stati inviati ben diciotto giorni prima, quindi c'era tutto il tempo per presentare l'opposizione.
Occorrevano non più di sette o otto giorni per la procedura, ma nulla è stato fatto"
La Corte costituzionale dichiara così decaduta la legge il 7 dicembre per un vizio formale, legato al fatto che non è stato ascoltato il parere del Comune di Pescara, e i ventinove ettari di verde tornano ad essere esposti al rischio cementificazione.