Processo Grandi rischi, i sopravvissuti al sisma: "Ci hanno anestetizzato"

Prossima udienza mercoledì 7 dicembre

30 Novembre 2011   14:47  

In pausa l'udienza al Tribunale dell'Aquila del processo alla Commissione Grandi rischi. La mattinata e' stata caratterizzata da due interrogatori-fiume, quelli dell'avvocato Maurizio Cora e del chirurgo Vincenzo Vittorini, due aquilani che il 6 aprile 2009 hanno perso le mogli e alcuni figli.

"Sono un morto vivente" ha detto Cora in uno dei passaggi piu' strazianti, parlando della sua situazione attuale, ricordando poi che la sua famiglia si era così fidata della Commissione tanto da far tornare una figlia da Napoli.

"Eravamo affamati di avere notizie che non c'erano - ha aggiunto Cora - gli esperti fecero una prognosi fausta, normale. Aspettavamo in quei 6 mesi di scosse, che arrivasse la parola ufficiale, per noi la Commissione Grandi Rischi era la manna per capire, la parola ufficiale della scienza. Prima eravamo mossi dall'istinto e poi dalla ragione e fu l'inferno. Alle 3.32 - ha continuato Cora- sono precipitato dal quarto piano dell'edificio fino al garage, circa 18 metri. Sono un morto che cammina".

Vittorini ha parlato di "riunione maledetta", quella del 31 marzo 2009, accusando la Commissione di aver "anestetizzato la paura atavica che gli aquilani hanno da sempre del terremoto. Quando e' partita la terribile scossa delle 3.32 - ha aggiunto - e' stata violentissima, indicile. La casa ballava in tutte le direzioni, urlavo stando nelle vicinanze della finestra. Sentivo qualcosa di terrificante, come se la terra avesse aperto la bocca. Non sentivo la mia voce per il forte boato. La casa si e' inclinata su un fianco e poi e' crollata. Avrei voluto scegliere il mio futuro con dati incontrovertibili". 

Si sono concluse in serata poi le testimonianze, proseguite con Sergio Bianchi e Marinella Fiore, genitori di Nicola Bianchi, scomparso a 22 anni nel crollo di un edificio in via D'Annunzio. Si è parlato anche di uno scambio epistolare nei giorni dell'emergenza con l'allora capo della Protezione civile, Guido Bertolaso; argomento che sarà esplicitato con i documenti quando anche quest'ultimo sarà ascoltato come teste.

Nell'ultima parte dell'udienza - aggiornata a mercoledì 7 dicembre - sono stati ascoltati testimoni legati alla triste storia di Claudia Carosi, giovane avvocato aquilano scomparso a trent'anni la notte del sisma. Per prima è stata sentita la sorella Ilaria, poi Daniele De Nuntiis, fidanzato della giovane donna scomparsa. "Dopo le rassicurazioni della Cgr - ha detto il giovane - l'atteggiamento di Claudia cambiò dalla notte al giorno, tornò non dico sorridente come prima ma quasi". Un cambiamento confermato da Alessia De Amicis, amica stretta di Claudia. "Era tranquilla - ha testimoniato - perché dopo la riunione del 31 si rassicurò dalle parole che uscirono". La stessa cosa ha detto un'altra amica, Irene Tomassi. "Quando abbiamo saputo del team di esperti che si era riunito per dirci cosa succedeva - ha ricordato - lei si era molto tranquillizzata". (ultimo aggiornamento ore 19.30)

(con la collaborazione di Barbara Bologna)


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