Processo ''Rossi contro neri'': quindici condanne e sei assoluzioni

01 Agosto 2013   16:40  

Si è chiuso ieri con 15 condanne e 6 assoluzioni a complessivi 22 anni e 3 mesi, il processo di primo grado a Teramo che vedeva imputati 21 giovani di opposta fazione politica, noto come il processo ai “rossi” e ai “neri”.

La pubblica accusa nella sua requisitoria aveva chiesto la condanna per tutti a oltre 51 anni di cercere.

I giudici del tribunale di Teramo (presidente Spinosa, a latere Veneziano) dopo una camera di consiglio durata l’intero pomeriggio, hanno letto alle 20.00 di ieri sera la sentenza con cui si riconduce il livello dello scontro politico a singoli episodi, di maggior o minor gravità, piuttosto che a una strategia associazionistica, sia sul fronte di destra che di sinistra.

Dei 21 imputati giunti fino all’udienza dibattimentale, 6 sono di ideologia di estrema destra – e di questi 5 sono stati condannati -, 15 di estrema sinistra – di cui 10 condannati e 5 assolti -. In sostanza, i giudici del tribunale teramano non hanno riconosciuto l’associazione a delinquere finalizzata ai reati di risse e lesioni, ma anche alla devastazione e al saccheggio in capo alle due opposte fazioni ma hanno ben chiarito, ad esempio, i ruoli nell’episodio più grave di questa maxi inchiesta sugli scontri politici, vale a dire  l’accoltellamento di tre giovani dell’estrema sinistra, alla vigilia di Natale del 2009, nei pressi della discoteca Heaven.

IL COMUNICATO STAMPA DI AZIONE ANTIFASCISTA

''Ieri è stata emessa la sentenza di primo grado in merito al processo “rossi e neri”. È andata come speravamo e come, in fondo, ci aspettavamo. Il tribunale ha riconosciuto e certificato gli “errori-orrori” della procura e degli organi inquirenti sia rispetto ai singoli episodi, in particolare la rissa del 23 dicembre 2009 e la devastazione del bar Boromei, sia in relazione alla contestazione del reato associativo e le condanne che ci sono state erano preventivate e sono francamente irrisorie rispetto alla gravità di quelli che erano i capi d’imputazione.

Ovviamente tutto questo rafforza le nostre posizioni e ci porta a gioire del fatto che, prima di qualsiasi tribunale, a fermare certi rigurgiti sia stata solo ed esclusivamente la nostra azione politica quotidiana, a ulteriore riprova della nostra convinzione che l’antifascismo vada praticato e non delegato.

A questo punto, esprimendo la nostra solidarietà ai ragazzi condannati, ci auguriamo che la procura si astenga dal presentare ricorso avverso tale sentenza così da evitare che la comunità debba nuovamente sopportare, con ulteriori costi, la fervida immaginazione di qualsivoglia PM e che i cittadini teramani che ancora non l’abbiano fatto inizino a riflettere sia sulla gestione dell’ordine pubblico in città sia su quelli che sono i veri problemi della nostra società.

Da ultimo consentiteci di dedicare questa nostra vittoria (perché tale la riteniamo) a tutti quelli che in questi anni hanno passato le loro giornate a seguirci, spiarci, fotografarci, a tutti quelli che in questi anni hanno firmato le nostre denunce e i nostri avvisi orali, a tutti quelli che ci hanno contestato i reati più fantasiosi e che oggi si ritrovano con un pugno di mosche in mano.

Tutti, nessuno escluso, ma con un particolare pensiero ad Amalia Di Ruocco, la “lady di ferro” che in questi giorni sta abbandonando Teramo e la sua questura a cui il destino ha voluto regalare quest’ultima cartolina della nostra amata città.''

 


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