Proprietari e residenti: riflessioni per la ricostruzione

di Emanuela Medoro

02 Giugno 2009   14:39  

 

Uno dei punti centrali della discussione in corso sul decreto che regolerà la ricostruzione de L' Aquila è la differenza di significato che c'è fra due parole: proprietari e residenti. Dunque il decreto finora prevede il rimborso delle spese di ricostruzione al 100% per tutti i residenti che hanno subito danni nella casa di prima abitazione. Esclusi dunque dai benefici previsti tutti quegli aquilani che lavorano e risiedono fuori, ma che hanno una casa aperta ad Aquila che abitano nei weekend, d'estate e durante le feste, che magari contano di tornare ad abitarci quando vanno in pensione.

Francamente, non sta bene. Sono tantissime case, quasi la metà del patrimonio immobiliare aquilano. E non vogliamo batterci per avere fondi per ricostruirle? Dobbiamo o non dobbiamo avere i mezzi necessari per rifare la nostra città? E come non essere favorevoli alla sostituzione della parola residenti, che attualmente compare nel decreto, con proprietari, in modo da ampliare il numero dei destinatari dei benefici dello stato?

Abbiamo sempre pagato le tasse, impiegati del settore pubblico, tassati alla fonte, spremuti fino all'ultimo centesimo. Ed ora che la natura crudele ci ha devastato la città, non vogliamo sostenere questa battaglia? Ma come si può essere tanto, ma tanto ciechi nei confronti dell'attuale votatissimo ed amatissimo governo da non rendersi conto della portata economica e sociale implicita nella differenza fra i due termini? L'Aquila rischia seriamente di diventare una zona semi deserta, oppure di essere ricostruita da gruppi estranei all'attuale trama del tessuto sociale e di modificarlo in modo profondo.

Ho sentito, da aquilani veri, commenti tali a questa polemica da rimanere ammutoliti ed esterrefatti. Sono tanto, ma tanto felici ed innamorati dell'attuale governo centrale, tanto, ma tanto addolorati per il fatto che il governo della provincia e della città stia attualmente in mano ad una maggioranza che non hanno votato perchè i comunistacci mangiano i bambini, da non rendersi conto che per ricostruire la nostra città ci vogliono più soldi.

Quanto alla sinistra radicale, quella dei duri e puri, per piacere, tenti di capire che non è questo il momento di fare il discorso sulla distribuzione della proprietà. Non è questo il momento di dire che la Stato, se sostituisse la parola residenti con proprietari, darebbe troppo a chi ha, e nulla a chi non ha.

Che lo Stato dia, il più possibile, alla città, siano ricostruite le case, tutte e subito, e poi facciamo anche quest'altro discorso, quello della distribuzione della proprietà. Non si dimentichi che l'Aquila è una città a prevalente ceto impiegatizio pubblico. È la classe media, quella che paga le tasse fino all'ultimo centesimo. Deve essere sostenuta, deve avere i mezzi per la sua ricostruzione, dallo Stato, che in tanti hanno servito e seguitano a servire con profonda onestà, credendo veramente a funzioni e ruoli.

Chiediamo solo quello che ci è dovuto, e nient'altro, e, please, niente polemiche fra opposte tifoserie. In questo caso sono assurde. Moderiamo il linguaggio, almeno.



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