Raiano, cenni storici e turistici

05 Luglio 2012   14:11  

Raiano a 390 m. s.l.m. è ubicato al margine occidentale della valle Peligna su una modesta altura ricca di vegetazione.
È fertilissimo centro agricolo e industriale.
L’etimologia del nome Raiano, comunemente si fa risalire ad “ara iani ” (altare di Giano), ma alcuni studiosi attribuiscono la derivazione a “radianum” cioè radere, pare che all’epoca di “Corfinium” Raiano fosse un pagus di questa città dove abitavano molti barbitonsori.
Raiano è ricco di acque: tra le numerose sorgenti sparse nel suo territorio, vanno ricordate quelle della fonte di Giannella, la fonte di Bellezza, e la fonte della Quercia, a parte quelle di acqua sulfurea e ferruginosa che sgorgano vicino all’Aterno formando “la laguna”. Di natura medicamentosa, stando alle testimonianze di alcuni scrittori, dovevano essere le sorgenti della zona ora invasa dal laghetto di origine carsica “la quaglia”.
Nell’area circostante è stato rinvenuto un sistema di cloache e condutture in pietra, nonché resti di camerette, che molto probabilmente servivano per le cure termali. Attualmente l’interesse per queste acque si è ridestato e il comune si sta adoperando per la creazione di un complesso termale.
Di notevole interesse è senza dubbio l’acquedotto corfiniese che attraversa la valle di San Venanzio: della prima età imperiale, completamente scavato nella roccia, consiste in una galleria di 5534 metri ed è costeggiato da una strada anch ’essa tagliata nella montagna, su cui si aprono 134 pozzetti che fungono da sfiatatoi, “le ucchelle” (boccali) .
La chiesa più antica è quella campestre della Madonna di Contra, nelle cui mura sono inseriti dei frammenti scultorei del sec. VIII-IX e pezzi di lapidi romane con iscrizioni ricordate anche da Benedetto Croce nei suoi appunti. Il pezzo più importante è una lastra scolpita con la raffigurazione di due pavoni affrontati ai lati di una croce contornata da girali del sec. VIII. Sull’altare una statua della Madonna col Bambino del fine sec. XVIII.
Un’altra chiesa molto antica è quella di S. Antonio Abate, come testimonia la scritta sull’architrave che la fa risalire al sec. XI. D’interesse artistico è la testa della statua del Santo ancora ben conservata. La chiesa della Madonna delle Grazie, ubicata nel rione Santa Maria, è una delle tre chiese dedicate alla Madonna di cui si parla nella bolla di Lucio III; è molto antica, nonostante nel corso degli anni sia stata trasformata. Della sua antichit à fanno fede alcuni pezzi lapidei del Quattrocento reimpiegati nelle finestre e nel portale. Sulla facciata troviamo una scultura ed un’apertura a croce con bracci triangolari scolpiti nel sec. XII. Su di una lastra è registrata un’eclissisolare del 1567. Lo stesso fenomeno fu registrato a Ripa Fagnano sull’arco di una porta. All’interno della chiesa troviamo i resti di un affresco del tardo Quattrocento non più leggibili.
Nella chiesa parrocchiale, dedicata a S. Maria Maggiore, “S. Maria ad nives”, sono conservate una statua di S. Venanzio in lamina d’argento di arte abruzzese del ‘600, una statua lignea che rappresenta la Vergine seduta col Bambino in piedi sul ginocchio sinistro, della fine del sec. XV. Al ’400 risale il quadro che ora si trova nel terzo altare della navata di destra, un Cristo morto della prima metà del sec. XVIII, una delle statue più belle della zona.
Da visitare è il convento degli Zoccolanti con l’annessa chiesa di S. Onofrio costruita tra il 1630 e il 1650 e formata da un’aula rettangolare ai cui lati ci sono 5 cappelle con relativi altari. È ad un’unica navata divisa dal coro e dall’imponente altare in noce, ad opera dei Fratelli Bencivenga, del sec. XVIII. Ai due lati, le statue lignee dei Santi Francescani Antonio e Bernardino da Siena. Di notevole importanza, un armadio in noce della prima metà del sec. XVII di artisti locali. Il convento costruito qualche anno più tardi si arricchì di una notevole biblioteca nel 1757, come testimonia una lapide nella loggia d’accesso. Il chiostro è pieno di affreschi in cattivo stato di conservazione. A Raiano esiste un altro convento, dei frati minori cappuccini, la cui chiesa di S. Andrea è a forma di aula ma ha solo due cappelle sul lato sinistro. L’altare maggiore è in noce. Vi possiamo ammirare delle tele rappresentanti immagini di Santi, opera della metà del sec. XVII. Dello stesso periodo è il ciborio ligneo a forma di tempio, vero capolavoro di ebanisteria. Adiacente alla chiesa si erge il campanile edificato nel 1635 con grossi blocchi di pietra, a tre piani. Il campanile sicuramente non appartiene alla chiesa attuale ma ad una già esistente che aveva lo stesso nome.
Uscendo da Raiano, in un punto assai pittoresco della valle di S. Venanzio, tra le rocce ed i folti boschi, sorge l’eremo di S. Venanzio, costruito nel punto in cui la gola si restringe maggiormente su un sistema di archi sotto il quale scorre il fiume. Le notizie più antiche risalgono al 1156 riconducibili alla bolla di Adriano IV, ma venne costruito nel XV secolo con interventi all’interno del ’600. La costruzione attuale è del ’400 come pure resti di affreschi della stessa epoca situati dietro l’altare.
Ogni anno a primavera, si celebra ormai da tempo la sagra delle ciliege, la quale consiste, oltre che nella vendita diretta delle ciliege, in una sfilata di carri allegorici, addobbati con questo frutto. Il corteo sfila per il corso preceduto dalla banda, per poi confluire alla fine in piazza Postiglione, dove una giuria assegna i premi ai carri più originali


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