Rapagnà su La Perla: ''Ognuno faccia il proprio dovere''

14 Ottobre 2010   10:02  

“La Perla”, che vuole lasciare Roseto per trasferire la produzione nella vicina Puglia licenziando 83 unità lavorative delle quali 1 dirigente, 4 dipendenti, 78 operaie, paga un affitto alla famiglia Masotti, proprietaria del Gruppo La Perla (biancheria intima e costumi da bagno ad alto livello) e, evidentemente, anche della Azienda KARA per l'utilizzo dei capannoni, delle attrezzature e dei servizi tecnologici dello Stabilimento sito in Località Santa Lucia di Roseto degli Abruzzi.

L'Azienda KARA nasce a Roseto degli Abruzzi nel 1990, specializzata nella produzione di intimo, interamente posseduta dal Gruppo La Perla, con sede a Bologna. Nel Luglio 2007 viene siglato un accordo per la “cessione” dell'attività operativa aziendale ad una Società di capitali di “nuova costituzione”, inizialmente posseduta dal Gruppo La Perla S.p.A., a seguito della quale il Gruppo La Perla “cede” la maggioranza della partecipazione al “Fondo di Investimenti” statinutense Jh Parters LLC che tra i soci ha le prime cinque più prestigiose Università americane.

La KARA svolge a Roseto l'intero ciclo produttivo con un budget produttivo di 5 milioni di minuti, dei quali 1 milione prodotto interamente dalla Azienda KARA medesima ed il resto viene svolto in laboratori esterni situati quasi tutti nella Regione Puglia, e rappresenta il “supporto tecnico” per i laboratori del Sud, sia come controllo di qualità del prodotto e sia come manutenzione delle macchine.

Il “progetto di riorganizzazione” della KARA-La Perla di Roseto, ha previsto la chiusura del magazzino capi finiti e delle spedizioni che vengono accorpati a Bologna e svolti all'esterno delle Aziende del Gruppo La Perla, e quindi con la “delocalizzazione” della intera linea di confezione, e ciò si verifica anche se il budget produttivo di Roseto passa a 7 milioni di minuti.

A seguito da tale “progetto” di riorganizzazione la KARA di Roseto resta solo come “polo tecnico” di supporto ai laboratori del Sud Italia i quali assorbono tutta la produzione, mentre la Finanziaria americana JHP ha deciso il “licenziamento” di 59 delle 83 unità lavorative, attivando le procedure di mobilità, ma non di cassa integrazione.

Negli ultimi due anni, nonostante in presenza di un tale pesantissimo “progetto di riorganizzazione”, “nessuno” dei soggetti pubblici locali ha fatto qualche cosa di significativo per “tutelare e difendere a spada tratta” i livelli di occupazione e di produzione della KARA-La Perla di Roseto, e nessuno si è dato da fare per avviare ogni e qualsiasi iniziativa “pubblica” tesa a salvaguardare il patrimonio di professionalità, esperienza e competenza maturato in tanti anni di lavoro, per garantire al personale, peraltro in maggioranza femminile e di assoluta qualità professionale, sia i livelli irrinunciabili di stabilità onde prevenire ed evitare ogni tentativo di espulsione dal ciclo produttivo.

Adesso è ora di correre ai ripari, ed ognuno faccia il proprio dovere “istituzionale” a cominciare dalla Amministrazione Comunale di Roseto, dalla Provincia di Teramo e dalla Regione Abruzzo.


Oroscopo del Giorno powered by oroscopoore