"Resident Evil: Afterlife", tanta tecnologia senza un'anima

La recensione del film

19 Settembre 2010   15:12  

"Resident Evil: Afterlife"

Regia: Paul W.S. Anderson
Cast: Milla Jovovich, Ali Larter, Kim Coates, Shawn Roberts, Sergio Peris-Mencheta,  Spencer Locke, Boris Kodjoe, Wentworth Miller, Sienna Guillory, Kacey Barnfield, Norman Yeung, Fulvio Cecere, Ray Olubowale, Christopher Kano, Tatsuya Goke
Genere: Azione
Durata: 95 minuti
Voto: O

In un mondo distrutto da un virus letale, che trasforma le vittime in zombie micidiali, la bellissima e letale Alice (Milla Jovovich) continua la sua ricerca di sopravvissuti in Resident Evil: Afterlife, il quarto episodio della saga di successo Resident Evil. Mentre la sua battaglia contro i creatori della peste globale raggiunge nuove vette, Alice si trova intrappolata in una Los Angeles ormai invasa da migliaia di zombie, dovendosi scontrare con una minaccia mai vistra prima d'ora.

Parliamoci chiaro: "Resident Evil - Afterlife" è un film nato per un'esigenza puramente economica. L'affermazione non nasce da una deduzione ma dalle parole dello stesso produttore del film, che ammette senza troppe reticenze la cosa. A dirigere questa operazione commerciale è stato chiamato il regista della prima pellicola, Paul W. S. Anderson, un autentico maniaco del videogioco Capcom.

Questa passione del cineasta inglese ha avuto una forte influenza nello sviluppo del lungometraggio, perchè lo spettatore si ritrova completamente immerso (complice anche il 3D di ultima generazione) in una serie interminabile di spari, bombe e qualsiasi altro arnese degno di un artificiere. Come non aggiungere, poi, le solite bellone di turno che qui abbondano, a cominciare dalla protagonista Milla Jovivic in splendida forma.

Il film è tutto qui, una lunga, interminabile (nonostante la breve durata) sequenza action, senza uno straccio di storia nè un senso logico. "Resident Evil" è uno spettacolone per malati di videogame, di cui riprende anche la struttura a livelli, con immagini rese al massimo grazie a tecnologie ultra-moderne ma a cui manca la cosa più importante: un'anima.

Peccato, perchè il regista afferma di essersi ispirato ad un fatto di cronaca (gli incendi che hanno infestato Los Angeles recentemente) per scrivere la sceneggiatura. Nel film, però, non c'è traccia di tale spunto. Forse il fuoco ha bruciato anche quello.

Francesco Balzano

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