Ricostruzione Abruzzo in Parlamento. Razzi: ''Pensiamo anche a case degli abruzzesi all'estero''

24 Aprile 2013   15:52  

Anche il senatore Antonio Razzi è intervenuto al Senato a seguito dell’informativa del ministro Barca sulla ricostruzione delle zone terremotate di Abruzzo ed Emilia Romagna.

Oltre che fare riferimento alla prostrazione dei terremotati abruzzesi ed emiliano romagnoli, Razzi si è complimentato con il ministro che si diceva assolutamente insoddisfatto su quanto posto in essere sino ad oggi.

Razzi ha ricordato i suoi connazionali residenti all’estero che hanno perso la loro casa cordone ombelicale che li tiene legati alla loro madre patria.

''Signor Presidente, signor ministro, onorevoli colleghi, l’argomento pone una questione che con l’economia ha a che fare solo per problemi di contingenza.

L’aspetto umano, la solidarietà con i nostri concittadini colpiti da questa calamità naturale terribile, deve avere il sopravvento. Parliamo di terre, di regioni, l’Abruzzo e l’Emilia Romagna tra le più laboriose d’Italia.

Gente di piglio, e lo dico da abruzzese per generazioni, che con decoro e dignità affronta questa disavventura.

Ai nostri abruzzesi residenti all’estero e che vogliono ritornare che non hanno più la loro casa natia perché distrutta dal terremoto, chi avrà il coraggio di parlare, quali giustificazioni apporteremo al nostro disinteresse? Sembra finanche ridicolo raccomandare il massimo impegno.

Conosciamo le difficoltà, la crisi economica, signor ministro, ma lo sblocco delle liquidità disponibili sono una priorità imprescindibile. Nessuna speranza vi potrà essere senza risorse umane, senza presenze utili a ricostruire.

Dalla sua informativa, per certi versi, incoraggiante almeno così sembra per i progressi seppur minimi ed insufficienti ed il non immobilismo totale, le sue conclusioni sono oneste nel dichiararsi, ella stesso, insoddisfatto per quanto si à fatto.

Apprezziamo, signor ministro, la sua onestà intellettuale e politica che però non esime, ciascuno di noi, dalle proprie responsabilità sulle pene e sui sacrifici dei nostri concittadini che, a L’Aquila per esempio, non vedono più la propria città, il loro centro storico.

Sarebbe facile fare qui della demagogia spicciola elencando le mancanze e le sofferenze. Signor ministro, l’intervento dell’allora Presidente del consiglio Berlusconi a l’Aquila fu immediato sia nella presenza fisica, sia nello stanziamento di milioni di euro.

Oggi però constatiamo lo sgomento in atto e le coscienze di tutti dovranno fare i conti con la giustizia sociale che mette senza casa e quasi senza identità intere popolazioni.''

 


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