San Domenico, la cattura dei serpenti per il rito di Cocullo

05 Maggio 2011   11:58  

Il gesto di porre delle serpi intorno alla statua di un santo rappresenta l’eterna opposizione tra il mondo naturale, con tutte le sue insidie, e il mondo umano costretto a difendere se stesso per sopravvivere. San Domenico in tale circostanza incarna la figura sacra capace di conciliare i due mondi. Probabilmente perché il santo visse in epoca medievale un mondo prettamente agricolo e pastorale, come quello di Abruzzo e Lazio, dedito alla fondazione di eremi e di conventi, come risulta dalle due “Vitae” antiche, uniche fonti storicamente attendibili.

I serpenti utilizzati per la festa di Cocullo sono ovviamente innocui e molto comuni nella zona, catturati alla fine della stagione fredda sui monti dai serpari, cosidetti proprio per la dimestichezza che hanno con questi animali.

Il corteo è preceduto da ragazze in costume tradizionale che portano canestri colmi di ciambellati, dolci tipici decorati con confetti, che vengono poi offerti ai portatori, alla fine della processione.

E il paese? Cocullo sorge vicino Sulmona, nella valle del Rio Pezzana, affluente del Sagittario, in posizione dominante lungo il pendio di una collina, affacciato sulle ripide forre del fiume Sagittario. Il significato del nome si presta ad una duplice interpretazione: può derivare dal greco “conculion” conchiglia, oppure dal latino “cucullus” che indica un copricapo di forma appuntita.

Entrambe rispecchiano la sua conformazione: un gruppo di case aggrappate sulla cima di una roccia impervia. Il paese ha la tipica fattura medioevale con il castello in alto, il centro abitato intorno, il tutto cinto da da mura. Nella piazza principale si trova la Chiesa della Madonna delle Grazie, di stile romanico-abbruzzese, risalente al XII-XIII secolo, edificata sui resti di un tempio dedicato a Giove.

La prima fase della festa è la ricerca e la cattura dei serpenti, che incominciano ad essere raccolti appena incomincia a sciogliersi la neve. I serpenti sono raccolti da persone esperte dette localmente serpari.

I serpari di oggi sembra osservino le stesse tecniche dei serpari antichi. Anticamente i serpenti venivano posti in recipienti di terracotta, ora in cassette di legno

Le specie che vengono raccolte sono quattro: il cervone, il saettone, la biscia dal collare, il biacco. Tutte queste specie di serpenti sono innocue e non velenose.


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