Questa
mattina l'ex presidente della Regione, Ottaviano Del Turco, lasciata la
sua dimora obbligatoria a Collelongo, è stato sentito in Procura dai
magistrati che conducono l'inchiesta sulla sanitopoli abruzzese, il capo
dell'ufficio Trifuoggi e i sostituti Di Florio e Bellelli.
Assistito dal suo legale, Del Turco sarebbe stato molto parco nelle
dichiarazioni ai magistrati, secondo una precisa strategia difensiva.
Secondo altri, si sarebbe avvalso del diritto di non rispondere.
Pochissime le notizie, più che altro ipotesi. Del Turco era già stato
convocato in Procura, viene fatto rilevare, prima che andasse in onda
Porta a Porta di Bruno Vespa.
Quindi, il colloquio di oggi non sarebbe scaturito da quanto dichiarato
dall'ex presidente in tv. Bensì forse da quanto affermato da Del Turco
nelle numerose interviste precedenti a giornali, radio e tv non
soltanto locali. In sostanza, le sue allusioni, non velate, a poteri
forti che lo avrebbero "condannato" e spinto verso il baratro
dell'inchiesta. Una specie di nemesi per punire chi aveva
osato attaccare i santuari della sanità abruzzese. Santuari
inespugnabili, blindati dietro interessi titanici, e potentissimi.