Scandalo Mose, possibile collegamento con L'Aquila: appalto per nuova sede Provincia vinto da Coveco

Possibile nesso anche con Expo 2015

07 Giugno 2014   08:42  

Un filo rosso potrebbe collegare il fresco scandalo del Mose di Venezia, che ha portato tra l'altro all'arresto del sindaco della città lagunare, alla ricostruzione post sisma dell'Aquila.

A far ipotizzare un presunto collegamento tra le due realta il fatto che la Coveco, azienda edile di Marghera di proprietà di Franco Morbiolo, uno degli arrestati nell'inchiesta veneziana, risulta assegnataria dell'appalto da 11 milioni di euro per la realizzazione della nuova sede della Provincia in via Sant'Agostino. Un'assegnazione, a quanto pare, alquanto contestata, poiché oggetto di un ricorso al Tar da parte di una delle ditte escluse, con conseguente dilungamento dei lavori.

Del tutto sconosciute, a L'Aquila, non sarebbero nemmeno la holding Serenissima, cui si appoggia anche l'azienda Mantovani, che si presume coinvolta nel Mose, e la Fip, che opera nell’'ambito dell'antisismica e dell'ingegneria strutturale, una delle cui società avrebbe presentato al tribunale di Padova un'offerta per rilevare un ramo dell'azienda padovana Consta.

Non solo Mose, tuttavia: sempre rimanendo nel campo delle congetture, potrebbe esserci un nesso anche tra la ricostruzione ed il recente scandalo relativo all'Expo 2015 di Milano, che sarebbe determinato dall'azienda vicentina Maltauro Costruzioni, impegnata nel Progetto Case ed altri appalti, il cui proprietario Enrico Maltauro è finito agli arresti con l'accusa di tangenti.

A sostegno di tale ipotesi, la segnalazione della prefettura aquilana, citata dal settimanale L'Espresso, circa la la partecipazione a varie gare di appalto "con una società indagata in quanto infiltrata da esponenti della criminalità mafiosa".


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