Sinistra democratica, sei pagine per ritrovare una maggioranza

Crisi politica al Comune dell'Aquila

17 Febbraio 2009   16:52  

Sinistra democratica rende pubblico il documento discusso ed approvato dalla propria assemblea comunale e consegnato al sindaco dell'Aquila nell'ennesimo tentativo di far ritrovare compattezza alla deflagrata maggioranza di centrosinistra. Seppur le tensioni interne alla coalizione sembrano si stiano risolvendo con un ennesimo singolo ingresso in giunta .

Ve lo proponiamo integralmente.

 

 

 

 

 

 

Parte I - Un contesto difficilissimo, la necessità di percorrere il massimo delle responsabilità collettive, la ricerca di una svolta possibile.

 

Contesto Politico-Istituzionale

La crisi democratica-istituzionale è ad un punto elevatissimo.

La crisi è rappresentata bene dall’astensione di massa, dalla perdita di fiducia nella politica rappresentativa e dalla perdita di fiducia nella capacità della “Politica” di guidare, risolvere i grandi sommovimenti economici, sociali, ambientali.

Una crisi etica e morale, con le inchieste eclatanti che hanno via via coinvolto le regioni Lazio, Lombardia, Abruzzo, Campania, Calabria, Sicilia e città e province come Napoli, Firenze, Pescara, Ancona, Genova, Perugia. Sanità, appalti pubblici ed urbanistica, rifiuti: è in scena in tutta Italia la messa in luce della degenerazione e della crisi del rapporto pubblico-privato.

Un corto circuito che vede una sostanziale inutilità della politica sulle grandi trasformazioni ed una, all'opposto, invadenza della stessa nelle sfere dell'imparzialità amministrativa e delle funzioni gestionali. Una sempre minore capacità di indirizzo cui si affianca una sempre maggiore intromissione nel privatistico, finanche negli affari.

In questo quadro devastato si incunea l'affondo nazionale, sia sulla legislazione della paura, sia sulla messa in discussione dei poteri istituzionali, con la messa in mora degli equilibri costituzionali.

Come se non bastasse c'è un quadro di resistenza e di opposizione con le unghie spuntate. Una opposizione parlamentare che, pensando di salvare se stessa, non disdegna di riscrivere le regole del gioco con la Pdl. Una opposizione parlamentare che subisce all'interno l'affondo del Vaticano, financo nel mettere in discussione la laicità dello Stato. Il principale partito dell'opposizione senza una visione del mondo, dell'Europa, che non esprime una posizione chiara sull'economia, sul lavoro, sull'ambiente, e così anche sulla laicità, sul federalismo e sulla giustizia.

Non è un bene. Perchè Berlusconi “coglie il collasso economico e sociale e il vuoto politico per insinuare il suo pieno, cercando di dare il colpo definitivo agli equilibri istituzionali”(G.Polo). La destra approfitta della debolezza strutturale dell'opposizione, Pd, Idv, Sinistra che sia, per rimettere in campo un neanche più semplicemente strisciante disegno autoritario. “E' un tentativo esplicito di risolvere la crisi della rappresentanza fuoriuscendo dalla democrazia”(G.P.).

Ci sono segni di una risposta sociale e civile che vanno valorizzati e colti.

Prima il movimento studentesco e universitario, con una grandissima partecipazione e che promette di riemergere ancora. Ora la “trincea” della Cgil sul modello contrattuale, i rinnovi, l'attacco al pubblico impiego, le politiche per affrontare la crisi economica. Infine la diffusa risposta allo scontro istituzionale messo in atto, preludio di una ennesima lunga battaglia sulla Costituzione Italiana. Sono segni importanti, ma che ritrovano una bassissima rappresentanza politica.

Il Governo sa bene che sono le prime crepe dell'inossidabile macchina del consenso.

Non a caso si cerca la criminalizzazione e il soffocamento sul nascere di questi segni.

Prima la tentata repressione e le abnormi provocazioni contro il movimento studentesco, ora i manganelli nelle fabbriche a Pomigliano e a Milano.

Lo strapotere politico della destra, la sua versione sempre più dura e autoritaria, la debolezza, quando non subalternità, della opposizione parlamentare, rappresentano un macigno.

Non basta però essere giudici dell'inconsistenza altrui, né è sufficiente rilevare le abnormi responsabilità del Pd, le responsabilità del suo agire e le responsabilità derivanti dalla sua stessa esistenza, nell'aver oggettivamente agevolato questo scenario.

Lo scenario rimane, ed è devastante per i cittadini e per la tenuta democratica. Con questo scenario ci tocca fare i conti e dentro questo scenario disegnare la funzione, il ruolo, l'impegno massimo possibile di Sinistra democratica e della Sinistra.


Contesto Politico-Sociale

La crisi economica ha naturalmente conseguenze molto forti anche sul territorio del Comune dell'Aquila. Tutta l'industria è praticamente in crisi.

Il settore della Sanità ha davati a sé una difficilissima fase, lo stesso dicasi per la Scuola.

Il mercato immobiliare è collassato. Le case invendute sono tantissime, difficilmente si affitta fuori dal mercato “universitario” . Il precariato, pubblico e privato, ha imboccato la via della disoccupazione. Persino i salari del pubblico impiego, molto insistente nel territorio, subiscono una complessiva contrazione. Naturalmente il settore del commercio e dei servizi non può che subirne a catena le conseguenze. Sono in aumento mobilità, cassaintegrazione, contratti di solidarietà, riduzioni reddituali, nuova disoccupazione.

La riserva economica della città, che è stata negli ultimi anni la forte crescita della popolazione universitaria non riuscirà ad assorbire questa crisi. La contrazione, che in tutta Italia si registra da 3 anni sulle immatricolazioni all'Università, ha ancora risparmiato L'Aquila, ma il monte-studenti complessivo è ormai in via di stabilizzazione. Inoltre il disinvestimento nazionale sulle Università renderà quasi impossibile immaginare una crescita, dimensionale e nella forza lavoro, dell'Università stessa.

L'accesso al credito è come noto reso molto piu' complicato dalla devastante crisi finanziaria.

In città, come altrove, finirà per diminuire complessivamente la “liquidità” in circolazione.

C'è il rischio di un aumento considerevole dell'emigrazione giovanile, in particolare quella formata, emigrazione che in città non ha mai avuto sosta. E' estremamente probabile un progressivo espandersi della quota di popolazione al disotto della soglia di povertà, con tutte le conseguenze del caso. Così come è probabile l'aumento delle morosità: dai mutui agli affitti. Insomma la città deve affrontare un acuirsi della crisi sociale e deve fare “massa critica” a sostegno di vie d’uscita dalla crisi industriale. La Sinistra non può girarsi dall'altra parte. Tocca a noi chiedere scelte coraggiose e risorse ingenti su un settore oggi frammentato e sottofinanziato come quello delle politiche sociali.


Contesto Politico-Amministrativo

Nell'amministrazione comunale è in corso una rappresentazione da stato di crisi permanente.

Il Sindaco, e ce ne duole, ha spesso percorso un modello comunicativo della drammatizzazione, per costruire un immaginario del “colpevole” via via individuato nei partiti, nei consiglieri, nel nemico alle porte della città, nella sinistra, negli assessori deboli, nei dirigenti.

Un meccanismo che finisce per far discutere solo del Sindaco e della “lealtà” nei suoi confronti; delegittimando nei fatti i consiglieri, le circoscrizioni, i soggetti politici, gli assessori, le funzioni amministrative e che finisce per acuire il senso di sfiducia nei confronti delle istituzioni.

Un metodo che finisce per far eludere il merito delle questioni, tende a criminalizzare il dissenso e acuisce la sfiducia dei cittadini nei confronti della politica e delle istituzioni.

E' invece responsabile, corretto, questo si leale, non eludere il cuore dei problemi che secondo noi attanagliano l'amministrazione e il cuore delle questioni che generano divergenze e che, se lasciate così, finiscono per sfibrare e delegittimare il ruolo di tutti, dai Consiglieri, ai funzionari, alle forze politiche, ivi compreso il Sindaco e la sua Giunta.

Questo vuole fare di nuovo, ad 8 mesi dall'uscita dalla maggioranza, Sinistra democratica con il Sindaco e con le forze insieme alle quali si vinsero le elezioni del 2007.

Con il massimo della responsabilità Sd vuole ricercare le linee per una svolta ancora possibile, ma che ancora una volta non è scontata, né dipenderà solo da noi rendere praticabile.

Per questo offriamo al Sindaco e alle forze della maggioranza le nostre riflessioni generali e le nostre analisi e proposte specifiche per una svolta possibile.

 

 

 

Parte II - Nel cuore dei problemi per un confronto con il Sindaco Cialente e con le forze politiche di maggioranza.

 


Bilancio e destino delle Aziende: non semplicemente un fatto “tecnico”;

Sd ha duramente contestato la scelta di individuare un assessore tecnico al Bilancio e alle Aziende.

Le scelte di bilancio sono scelte politiche, frutto delle scelte strategiche di indirizzo della maggioranza di centrosinistra e strumento essenziale, se pur non sufficiente, per provare a raggiungere gli obiettivi individuati. Un bilancio tecnico diviene invece uno strumento che svuota le funzioni di una maggioranza e diviene l'ennesimo strumento per gerarchizzare il rapporto Sindaco-Consiglio, Sindaco-Assessori, Sindaco-Settori, Sindaco-Aziende.

Non meno delicata è la questione legata alle Aziende partecipate.

L'insieme dei servizi ad esse affidate, il numero elevato di lavoratori coinvolte nelle Aziende stesse, la criticità dei bilanci, dei debiti e dei trasferimenti fanno si che le Aziende siano costantemente al centro delle scelte dell'amministrazione. In questo contesto, vale la pena ricordare che ci sono scelte strategiche delicatissime da fare sul futuro delle Aziende, non solo per il rispetto del programma di mandato, ma per le novità introdotte in via legislativa sui servizi pubblici locali e sulle Aziende partecipate. E' fondamentale mettere al sicuro i servizi pubblici dal rischio di privatizzazione e di depauperamento.

Per questo, e per la centralità che rivestono alcuni servizi nella vita dei cittadini, quali i trasporti, le farmacie, lo smaltimento dei rifiuti, sulle Aziende e sui servizi è indispensabile un intenso dibattito politico, un confronto che coinvolga le forze politiche e sociali della città ed una rigorosa collegialità nelle scelte e nei processi che seguiranno.


Territorio- Urbanistica: coerenza tra visione del futuro e atti del presente; discontinuità; pianificazione; referendum sulla tramvia.

Questo è il terreno su cui è più frequentemente deflagrata la vecchia maggioranza di centrosinistra.

I fatti sono chiari, le ragioni e le motivazioni di fondo meno.

A noi pare che, da sempre, questa città subisca un rapporto confuso tra l'amministrazione e la “pressione” degli interessi della “rendita fondiaria” e dei costruttori.

Non c'è dubbio che la crisi nel settore dell'edilizia coinvolge pesantemente la città, ma non c'è alcun dubbio che c'è in città anche una profonda crisi urbana; una città che ha perduto la capacità di pianificazione. Pensare di risolvere la crisi dell'edilizia senza contestualizzare gli interventi, senza cioè un disegno della ricomposizione territoriale e senza una valutazione qualitativa degli interventi stessi, produce solamente un fortissimo consumo del territorio, una ancora più profonda crisi della democrazia urbana ed una conseguente ulteriore perdita di identità urbana e di socialità.

Gli assessori “in continuità” hanno rappresentato/agevolato una veloce risposta alle pressioni, partendo da ciò che era proposto, cioè i progetti peggiori che negli anni abbiamo duramente contrastato. I progetti del Piano Parcheggi sono l'emblema di questa continuità che non si è saputa rompere. E' indispensabile uno stop immediato al Piano parcheggi, per non creare “nuove Sant'Apollonia”.


Noi vorremmo alcuni punti fermi per ripartire dignitosamente e per dare ai prossimi anni un profilo differente.

  1. Fine dell'Urbanistica contrattata come metodo-guida, ricostruzione della funzione pubblica della pianificazione; Trasparenza dei procedimenti, e parità di accesso dei privati alle opportunità pubbliche.

  2. Fine della separazione di visione tra progetti strategici, pianificazione e urbanistica;

Fine della asimmetria di strategia tra il futuro e il presente (pum-parcheggi; pum-tramvia; prg-accordi di programma-vincoli decaduti).

  1. Avvio immediato del PRG e dell'ufficio del Piano con visione d'insieme futuro-presente. In sostanza tutti gli interventi di forte impatto regolatorio, quali il regolamento sui vincoli decaduti, gli accordi di programma, i planivolumetrici in variante al prg, per fare alcuni esempi, dovranno essere costruiti in coordinamento con l'ufficio del Piano: incardinati e coerenti con il disegno pianificatorio.

  2. Evidentemente in questa ottica progetti non condivisi, non sostenibili, non devono essere ripresentati (es. accordo di programma in località S. Antonio) e in generale va ridotto al minimo, considerato l'immediato avvio del Prg, l'utilizzo della strumentazione urbanistica in variante dell'attuale prg.

  3. Il rapporto del Comune con i privati deve avvenire recuperando il massimo della dignità della parte pubblica. Dai privati va pretesa serietà negli impegni nei confronti del bene pubblico. Anche per questo bisogna procedere con il recupero degli oneri di urbanizzazione e bisogna evitare “premi” ai privati inadempienti. Il caso Sercom e la proposta di riacquisizione al patrimonio si inserisce per noi nella costruzione di una parte pubblica seria ed autorevole.

  4. Sul terreno delle opere pubbliche bisogna uscire dall'era dei progetti sovradimensionati per la città, le “grandi opere” per una presunta “grande città”. L'Aquila deve rimettere in priorità diffusi interventi per la qualità urbana e per la ricostruzione del tessuto urbano-territoriale, così come le opere sociali.

  5. L'Aquila non può rimanere a guardare lo scorrere del tempo sulla grande questione della tramvia di superficie. I lavori sono fermi da fine 2006, i finanziamenti che sembravano indispensabili sono andati persi, gli errori procedurali sono stati accertati, i vincoli su Via Roma appaiono chiari. Si proceda immediatamente al calcolo del “conto economico e sociale” per la collettività sia delle ipotesi di realizzazione&gestione da un lato, che dell'ipotesi di smantellamento dall'altra e si avvii una consultazione popolare sul destino dell'opera.


Politiche Sociali : ricostruire una visione d'insieme degli interventi; risorse e nuovo Piano di Zona per affrontare la crisi sociale.

La città, come altre in Italia, deve affrontare un acuirsi della crisi sociale derivante dalla profondissima crisi economica. Le aziende in crisi, i precari, del pubblico come del privato, sono dentro il vortice della disoccupazione.

Nuova mobilità, cassaintegrazione, disoccupazione, nuove e diffuse povertà.

La città si prepara a questo scenario con un Piano di Zona sostanzialmente ereditato e reiterato ed un lavoro per il Piano di Zona 2010/2011 da costruire, con un disinvestimento di risorse nel settore e con una sostanziale assenza di strategia complessiva, di una visione d'insieme del settore.

Per ricostruire una strategia all'altezza è indispensabile una visione d'insieme, un coordinamento degli interventi: una vera e propria filiera del sociale.

L'attuale disgregazione delle deleghe e delle responsabilità sulle politiche sociali va ricomposta, assicurando un indirizzo politico chiaro e coordinato e risorse adeguate, ben al di sopra di quelle ad oggi preventivate.


Politiche Culturali: accessibilità della cultura; regolamento per i finanziamenti; spazi autogestiti e per la partecipazione; cultura-turismi nella città-territorio.

In questa città di Cultura si parla tantissimo e sulla cultura si litiga altrettanto. Il Comune deve far convivere il rapporto con le storiche istituzioni culturali, con la capacità di stimolare e valorizzare anche le sperimentazioni culturali, i progetti innovativi e diffusi, deve stimolare autoproduzione e autogestione. Per far questo è indispensabile strutturare il rapporto con le istituzioni culturali anche chiedendo alle stesse sia un servizio concordato con l'amministrazione cittadina, per rendere accessibile la produzione culturale, sia la costruzione di un circuito positivo tra le stesse istituzioni culturali storiche e le altre esperienze diffuse di produzione culturale della città.

E' urgente dare l'avvio ad un regolamento per il finanziamento delle attività culturali nella città, anche prevedendo un bando pubblico per l'assegnazione delle risorse stanziate per la cultura. Riprendere una politica sugli spazi. E' importante l'investimento per la messa a disposizione di spazi pubblici, come luoghi costruttori di cittadinanza e autogestione.

Allo stesso modo vanno immediatamente riportati alla fruibilità, attraverso il regolamento per l'utilizzo, il Palazzetto dei Nobili e le sedi delle Circoscrizioni, garantendo alle forze politiche, alle forze sociali, alle associazioni, ai comitati e ai movimenti l'utilizzo gratuito, per dare seguito ai propositi di centralità della partecipazione dei cittadini alla vita pubblica e politica.

Va ridato slancio alla connessione tra cultura e turismo, ricostruendo una visione dei turismi sulla dimensione della città-territorio e non isolando le strategie della città da quelle del comprensorio


Macchina amministrativa: riorganizzazione e valutazione del direttore generale.

Dall'inizio della consiliatura una delle costanti, nel racconto dell'attività amministrativa, è rappresentata dalla valutazione negativa del funzionamento della macchina amministrativa. I dirigenti, i funzionari, gli uffici, a rotazione sono indicati come i responsabili degli errori, del caos, delle lentezze. Dall'inizio si è operata, per meglio far funzionare la struttura amministrativa, una scelta, che ricordiamo non era affatto obbligata: l'individuazione di un direttore generale.

A questa scelta si è aggiunta dopo un anno la scelta di un assessore tecnico con il preciso compito di lavorare alla riorganizzazione della macchina amministrativa. Sd denunciò l'anomalia di un assessorato con un sostanziale unico obiettivo, che difatto duplicava il ruolo del direttore generale.

Siamo a 1/3 del mandato e siamo ancora al punto di partenza. E' giunto il momento di una valutazione oggettiva dell'andamento della macchina burocratica.

Non è più il tempo della incomprensibile distanza tra la valutazione che pubblicamente si fa di una mostruosa inefficienza e la valutazione ufficiale dell'operato del direttore generale e dei dirigenti.

La famigerata riorganizzazione amministrativa va presentata entro 60gg al Consiglio Comunale.

Un proseguo dello stallo dovrà portare invece ad una valutazione congrua e a conseguenti inevitabili provvedimenti, naturalmente a partire da una valutazione conseguente dell'operato del direttore generale.


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