Soldi sperperati per il progetto CASE: la Eu potrebbe chiedere indietro 350milioni

Dossier dell'europarlamtare Søren Søndergaard

04 Novembre 2013   10:46  

Il progetto Case, ovvero i 4500 appartamenti di emergenza realizzati nel dopo terremoto aquilano, sono costati il 185% in più rispetto ai costi di mercato. Il calcestruzzo è stato pagato 4 milioni di euro in più del previsto, 21 milioni in più i pilastri dei palazzi. 

E inoltre dovevano essere alloggi provvisori e removibili e invece sono stati costruiti come definitivi.

E' scritto nero su bianco nel dossier della Commissione di controllo del bilancio (CONT) di Bruxelles che sarà discusso al Parlamento europeo giovedì 7 novembre e presentato oggi a L'Aquila da Søren Søndergaard, deputato europeo della Sinistra unitaria, inviato in Italia per verificare come è stato usato il denaro dei contribuenti dell’Unione, perché appunto per il progetto CASE sono stati spesi anche 350 milioni di euro di fondi di solidarietà europei.

Ora il rischio è che l'Europa chieda indietro questi soldi, soprattutto se gli appartamenti del Progetto Case, una volta svuotati dagli sfollati, saranno immessi nel mercato, ovvero affittati e venduti.

All' europarlamentare non interessa il seguente argomento: il progetto CASE oramai è cosa fatta, e dunque visto che smantellarlo costerebbe uno sproposito, tanto vale consentire al Comune di affittarlo e renderlo redditizio per poter pagare la manutenzione ( calcolata in 9 milioni di euro), per attivare politiche di social housing al fine anche di calmierare i prezzi sempre più alti delle case.

Per lui interessa solo il rispetto delle regole europee. E si potrebbe sospettare  le sacre leggi del mercato e della concorrenza:

''Se le abitazioni provvisorie verranno messe sul mercato – ribadisce - se l'idea e' quella di voler monetizzare gli alloggi, siamo pronti a richiedere all'Italia la cifra di 450 milioni di euro, perché' viene meno la mission della solidarietà''.

Sotto accusa è anche il Parlamento Europeo, sottolinea al nostro microfono il collaboratore Roberto Galtieri, perché pur essendo a conoscenza delle anomalie del Progetto CASE non ha preso di dovuti provvedimenti. E si è limitata ad informare il governo Italiano.

Già nel 2010 la commissione per i controllo dei bilanci aveva inviato una delegazione per controllare come fossero stati spesi i soldi.

Ma la relazione di audit della Commissione sull'Abruzzo è segretata, e i membri del Cont hanno potuto leggerla senza poter prendere appunti e con l'obbligo di non divulgarla e commentarla solo nel luglio 2013.

Dichiara poi l'europarlamentare Søren Søndergaard all'Agi: 'Molte più' persone avrebbero potuto beneficiare dell'aiuto europeo se i soldi fossero stati spesi nella maniera più efficace. I soldi dei contribuenti europei, spesi all'Aquila, non hanno soddisfatto abbastanza la popolazione del cratere, i contribuenti si aspettavano di meglio. In Europa abbiamo 25 milioni di disoccupati e 100 milioni di persone che vivono ai livelli di poverta', non possiamo permetterci degli sprechi''.

L'europarlamentare a proposito di ricostruzione concorda sulla miopia del trattato di Mastricht, e dei vincoli di bilancio ma afferma: ''L'Italia però non prenda scuse: non è colpa dell'Europa se non trova i soldi per ricostruire L'Aquila, è una questione di sue di priorità''

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Sulla vicenda si registra poi il commento della senatrice Stefania Pezzopane che annuncia un interrogazione parlamentare:

"Il dossier dell'Unione europea su sprechi e infiltrazioni malavitose a L'Aquila nel dopo terremoto e' un macigno pesante, che rischia di compromettere il nostro futuro".

"Il governo riferisca immediatamente in Parlamento e si faccia subito chiarezza. Sto gia' predisponendo un'interrogazione sull'intera vicenda.

Gli italiani e i terremotati - dice Pezzopane - devono sapere fino a che punto si e' arrivati nella strumentalizzazione di questa tragedia. Il paradosso sta proprio nel contrasto tra gli sprechi della fase emergenziale e i rubinetti a secco in questa fase, quando la vera ricostruzione deve decollare. A distanza di quattro anni e mezzo dal terremoto che ha sconvolto L'Aquila e i comuni del cratere - prosegue la senatrice - siamo ancora costretti a combattere una battaglia istituzionale e mediatica, per far comprendere che se non arriveranno finanziamenti adeguati, L'Aquila e i centri storici moriranno. Il Comune dell'Aquila ha pronti progetti per 900 milioni di euro, che non partono, perche' i fondi non arrivano o arrivano con il contagocce.

Dalle stime effettuate dagli Uffici speciali per la ricostruzione dell'Aquila e del cratere, si evince che solo per il 2014 occorrono complessivamente circa 3 miliardi per la ricostruzione pubblica, privata e per l'autonoma sistemazione.

La legge di stabilita', tuttavia, stanzia solo 600 milioni in piu' rispetto al miliardo e duecento milioni, che saranno spalmati in tre anni. Una goccia nell'oceano.
"La battaglia parlamentare - annuncia Pezzopane - sara' impegnativa, ma vale la pena di essere combattuta. In questa fase di inerzia, i centri storici muoiono ogni giorno che passa e noi rischiamo di perdere anche il futuro, perche' la maggior parte dei giovani, che sono stati i primi a voler tornare in citta', oggi sono sempre piu' scoraggiati.

Mentre la citta' sta continuando a combattere per il suo futuro, il dossier dell'Europa getta una luce sinistra sull'intera vicenda. Quelle che emergono dalle carte sono accuse pesanti.

Gli sprechi e le infiltrazioni malavitose gia' da tempo sono state denunciate in altri ambiti e da altri fonti, ma fino ad oggi non hanno sortito effetti sul cambio di metodo e d'impostazione. A questo punto occorre fare estrema chiarezza. Il governo italiano dovra' riferire in Parlamento sull'intera vicenda e in particolare sulle scelte effettuate durante i primi mesi dell'emergenza, sui progetti 'Case' e 'Map', sulla vicenda degli isolatori antisismici, che proprio antisismici non sono e sulla legalita' degli appalti.

Una cosa deve essere chiara a tutti. Questa vicenda non dovra' ricadere per l'ennesima volta sulle teste degli aquilani. Abbiamo gia' dovuto sopportare troppo. Un terremoto che ci ha devastato, la cattiva informazione di quei giorni, la baraonda mediatica che ha fatto credere a tutti gli italiani che qui la ricostruzione e' cosa fatta, i finanziamenti promessi e mai arrivati. Lo sperpero di denaro e le infiltrazioni di organizzazioni malavitose, se provati - commenta infine la senatrice - sono fatti gravissimi ed e' giusto fare luce. Ma non sono errori commessi dagli aquilani o dalle amministrazioni locali.

Sono crimini che noi tutti abbiamo dovuti subire e di cui paghiamo le conseguenze ogni giorno. Se sprechi ci sono stati, ne paghino le conseguenze i colpevoli, ma a nessuno venga in mente di strumentalizzare questi fatti, per sostenere la tesi che i rubinetti sull'Aquila e sul cratere devono essere chiusi, perche' si commettono solo sprechi''

Il deputato abruzzese di Sel on. Gianni Melilla, primo firmatario della proposta di commissione d'inchiesta sulla ricostruzione post-terremoto a L'Aquila oggetto di attenzione anche della Commissione di controllo del Bilancio del Parlamento europeo, propone di costituire subito una commissione d'inchiesta.

"Istituire una commissione d'inchiesta parlamentare che indaghi sulle spese per la ricostruzione post-terremoto, e su come e' stato usato il denaro dei contribuenti italiani e europei. Rinnovare l'impegno all'effettiva ricostruzione dell'Aquila nella trasparenza.

Risulterebbe che gli appartamenti costruiti per il progetto Case (Complessi Antisismici Sostenibili ed Ecocompatibili) siano costati il 158 per cento in piu' del valore di mercato mentre il centro storico e' ancora un ammasso di macerie.
Il costo dell'operazione a carico dei contribuenti italiani ed europei e' stato quantificato in molti miliardi di euro. E a oggi si vedono solo sprechi, materiali scadenti, appalti non chiari e case troppo care".

Per il parlamentare "Nella gestione dei fondi per la ricostruzione c'e' stata un'opacita' e una serie di intrecci tra politica e mondo degli affari che vanno scoperti.

Per questo ho presentato la proposta per l'istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta. Per affiancare al doveroso lavoro della magistratura - prosegue l'on. Melilla - anche una commissione parlamentare che faccia chiarezza sulla gestione dei fondi, a dir poco opaca, e verifichi gli intrecci tra politica e affari.

Attraverso questa nostra iniziativa vogliamo ripresentare il grande tema della ricostruzione dell'Aquila e dei comuni del Cratere", prosegue il deputato di Sel denunciando "l'insufficienza dei fondi previsti dalla legge di stabilita' e la necessita' di adeguarli nel senso indicato dalle proposte dell'ex ministro Barca e dell'attuale ministro Trigilia. In questo senso siamo vicini alla battaglia del sindaco e dell'Amministrazione comunale dell'Aquila per l'effettiva e trasparente ricostruzione del capoluogo abruzzese. E' ora che su questa vicenda - conclude l'on. Melilla - si faccia piena luce, lo dobbiamo ai cittadini aquilani ed italiani, alle istituzioni europee e ai suoi cittadini".

 


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