Tifosi del Chieti pedinano e rapinano padre e figlio: paura a Chieti Scalo
Quattro ultras del Chieti Calcio denunciati per rapina aggravata dopo aver intercettato tifosi del Pescara, bloccando un’automobile con padre e minore a bordo.
La Polizia di Stato di Chieti, su impulso della Digos teatina, ha formalizzato la denuncia per rapina aggravata in concorso, con riferimento a quattro tifosi del Chieti Calcio, accusati di aver preso di mira i sostenitori del Pescara, tra cui un minore.
I quattro indagati, di età compresa tra 20 e 32 anni, legati al gruppo ultras denominato “Curva Volpi”, lo scorso giugno avevano posizionato un appostamento nell’area di Chieti Scalo, nei pressi dello scalo ferroviario, con l’obiettivo di identificare tifosi avversari di ritorno da una partita.
Attorno all’1:30 di notte, hanno intercettato un veicolo in transito su viale Benedetto Croce, direzione monti, ritenuto interessante a causa della presenza di una sciarpa del Pescara all’interno. Di lì a breve si è innescata una sorta di spedizione punitiva: saliti a bordo di un altro mezzo, hanno inseguito l’auto dei tifosi, poi bloccata allo scattare del semaforo.
Due degli ultras, con il volto travestito, hanno intimato al conducente – un padre – di consegnare la sciarpa per evitare ripercussioni fisiche, mentre il figlio minore era presente a bordo. Il genitore ha ceduto all’intimazione per timore di escalation violenta.
Gli agenti della Digos hanno notificato agli indagati gli avvisi di conclusione delle indagini e un'informazione di garanzia, sottolineando che il procedimento si trova nella fase delle indagini preliminari, e che l’eventuale colpevolezza dovrà essere accertata in sede processuale.
Da parte del Questore di Chieti è allo studio l’adozione di divieti di accesso agli impianti sportivi (Daspo) nei confronti dei quattro tifosi coinvolti, al fine di prevenire future condotte illecite in occasione di manifestazioni calcistiche locali.
Il caso riafferma il crescente allarme nel panorama ultras regionale abruzzese, dove episodi simili erano già stati segnalati in passato, spesso legati alla rivalità Pescara–Chieti, ma mai con esiti così gravi e documentati in forma penale ufficiale.
