Torna in carcere il rom accusato dell'omicidio Fadani

Sante Spinelli, rom indagato per la morte dell’imprenditore Emanuele Fadani, ucciso a pugni da tre rom dopo una lite, finito in carcere e poi liberato ad aprile scorso dal gip per mancanza di gravi indizi, si è reso protagonista di un nuovo episodio di violenza.

Martedì scorso si aggirava ubriaco nel parco Chico Mendez di Giulianova, dei passanti hanno chiamato il 118 per segnalare la sua presenza, ma all'arrivo dell'ambulanza Spinelli si era allontanato. Sdraiatosi lungo Via Quarto, alcuni cittadini hanno chiamato nuovamente il 118 che essendo nei paraggi è subito arrivato. Il rom ha preso a calci l'ambulanza e picchiato alcuni carabinieri, finendo nuovamente in cella. E ieri mattina, dopo la convalida, il giudice ha disposto la custodia al carcere di Castrogno.

È accusato di danneggiamento aggravato e continuato, ubriachezza molesta e resistenza, violenza a pubblico ufficiale.

Davanti al giudice Antonio Converti e al pm Bruno Auriemma il rom ha detto di non ricordare niente di quanto successo.

Sull’arresto è intervenuta Anita D’Orazio, la madre di Emanuele Fadani: “Il nuovo arresto di Spinelli conferma purtroppo quello che ho sempre pensato: Spinelli è un soggetto pericolosissimo e come tale deve rimanere in carcere. L’ho sempre detto, l’ho gridato, ma nessuno mi ha dato ascolto. Come madre mi sono sentita tradita dalla giustizia terrena quando venni a sapere che Spinelli era tornato in libertà. Aver perso un figlio mi ha procurato un dolore intollerabile, che nemmeno l’amore degli altri miei figli è stato, ed è, in grado di lenire, ma vedere passeggiare indisturbato per le vie di Alba la persona coinvolta nell’omicidio di mio figlio Emanuele è fonte di quotidiana tortura per me e i miei familiari. Mi auguro che questa volta i giudici abbiano il coraggio di lasciare in carcere Spinelli perchè se lo facessero tornare ancora in libertà, come dimostra quest’ultimo episodio, quello che è successo a me potrebbe accadere a qualche altra madre”.