Transcom: la rabbia dei lavoratori sfollati

Il lavoro dell'Aquila

12 Novembre 2009   09:49  

Scrive un gruppo di dipendenti del call center Transcom dell'Aquila:

'' La politica aziendale di Transcom Worldwide S.p.A. applicata alla sede aquilana ha manifestato un livello di cinismo inaccettabile con il licenziamento collettivo dell'80% dei suoi dipendenti.

Non ci sono parole, soprattutto se si inserisce tale decisione in una tragedia collettiva come quella del terremoto che ha devastato la vita economica, culturale e sociale di un'intera città, dei suoi abitanti e del suo territorio.

Mentre da tutta Italia arrivavano attestati, spesso anche concreti, di solidarietà e mentre altre aziende dell'Aquila tutelavano, prima di tutto mantenendo attive le loro sedi, i propri dipendenti con ogni forma di solidarietà, Transcom pensava bene di togliere il lavoro, approfittando della tragica situazione di emergenza che riguardava i suoi dipendenti.

Non ci sono limiti alla voglia di profitto di tali managers, che hanno approfittato degli incentivi (lèggasi sgravi fiscali) per insediarsi in città e poi, venuti meno questi, minacciavano già da anni di andarsene!

Il terremoto ha dato loro la "giusta" opportunità di farlo.

Il 9 novembre è stato firmato da tutte le organizzazioni sindacali, dagli enti locali e dall'azienda un accordo che consente di fatto a TWW di liberarsi dei 4/5 dei suoi dipendenti, mantenendo aperta la sede dell'Aquila con soltanto 69 unità su 345 per poter utilizzare la commessa milionaria dell'INPS-INAIL (che non sarà comunque gestita nel sito aquilano) e per poter usufruire, in seguito, dei probabili benefici fiscali derivanti dalla "zona franca urbana", magari assumendo altre persone con i più svariati contratti a termine.

E, nonostante il comportamento indegno di TWW di tutti questi mesi, in data 1 novembre "un gruppo di lavoratori della Transcom" ha fatto pubblicare una lettera sul quotidiano "Il Centro", nella quale si esprime profonda gratitudine nei confronti di un'azienda che ha dato loro l'opportunità di continuare a lavorare a Roma (!!!).

La lettera è piena di considerazioni sentimental-romantiche sul terremoto, sulle macerie, sulle vite sconvolte e spezzate, sulle case distrutte, tutte cose che pare riguardino solo e soltanto tale gruppo trasferitosi a Roma.

E, mentre quest'ultimo era alle prese con una tragedia che, invece, gli altri dipendenti sembra non stessero vivendo, "l'azienda non si tira indietro e ci offre di continuare a lavorare in via temporanea presso una sede diversa da quella dell'Aquila".

Il gruppo, poi, continua la propria lettera in maniera ancor più vergognosa affermando: "Per questo noi lavoratori Transcom, da 7 mesi, stiamo facendo un duro sacrificio con l'augurio di poter tornare a svolgere le nostre attività professionali nella sede dell'Aquila.

Transcom è un'azienda che, malgrado i suoi sbagli, le sue rigide regole lavorative e le promesse disattese, ci ha dato la possibilità, per nove anni, di poter percepire ogni mese uno stipendio che ha giovato non solo a livello personale e familiare, ma ha anche provveduto a far girare l'economia della nostra città.

Come se lo stipendio che l'azienda "benefattrice" ci ha elargito con grande generosità non ce lo fossimo guadagnato tutto, con competenza e professionalità indiscutibili e producendo un cospicuo fatturato per TWW in tutti questi anni! E come se percepire uno stipendio lavorando sia una cosa del tutto eccezionale e non ordinaria e dovuta come è nella logica delle cose.

Ricordiamo, a titolo di esempio, che tra le macerie è morta una nostra collega e che l'azienda si è guardata bene dal fare una dichiarazione ufficiale di cordoglio per tale perdita umana. Ciò basterebbe da solo a dimostrare la grande sensibilità di tale azienda...

Come dipendenti TWW ci dissociamo totalmente dalle dichiarazioni farneticanti del gruppo di cui sopra.

Così come rigettiamo in toto l'accordo firmato il 9 novembre e ci riserviamo di inviare nuove comunicazioni per informare adeguatamente l'opinione pubblica su questa desolante vicenda.''

Un gruppo di lavoratori Transcom dell'Aquila

 

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