Usa, Finale Us Open, la vittoria alla Giapponese Osaka, Serena Williams accusa arbitri di sessismo

10 Settembre 2018   10:56  

Alla fine per Serena Williams è arrivata anche una multa di 17.000 dollari per la sua sfuriata durante la finale degli Us Open. Lo ha annunciato la Usta, Us Tennis Association.

La tennista americana ha perso la finale contro la giapponese Naomi Osaka per 6-2, 6-4, ma a fare notizia è stato soprattutto il suo sfogo contro le decisioni del giudice di sedia Carlos Ramos. "Sei un ladro" gli ha urlato la statunitense, subendo così il terzo warning e un game di penalità nel secondo set che ha chiuso di fatto i giochi.

Tutto inizia sull'1-0 del secondo set, con la Osaka al servizio, il giudice di sedia portoghese dà a Serena un warning per 'coaching'. Lei non la prende bene: "Io non imbroglio per vincere. Ti comunico che non ho nessun codice con il mio coach. Piuttosto perdo, ma non c'è nessun codice", dice la Williams con un tono di voce fermo ma corretto, aggiungendo che se anche Patrick Mouratoglou le avesse fatto qualche segnale (come poi il coach francese ha ammesso) lei non l'ha visto. Al cambio di campo seguono ulteriori spiegazioni e tutto sembra risolto, ma non è che l'inizio. Dopo aver subito il contro-break nel quinto gioco Serena polverizza la racchetta e si becca un altro warning, stavolta per 'racquet abuse'.

Per il cumulo di penalità le viene dato un punto di penalizzazione. A questo punto a Serena saltano i nervi e durante il cambio campo dopo il settimo gioco dà del "ladro" a Ramos, colpevole di non averle tolto il primo warning (quello per 'coaching'), dicendogli anche che non avrebbe mai più arbitrato un suo match. E il giudice di sedia non può fare a meno di comminarle un game di penalità a seguito di un terzo warning ('verbal abuse'), che proietta la Osaka sul 5-3. 
 
Serena rincara la dose parlando anche di "sessimo", giustificando il proprio comportamento adducendo come scusa il fatto che nel tennis maschile i giocatori dicono di peggio. Tutto inutile.

Per la Williams è davvero difficile parlare trattenendo le lacrime: ancora una volta a New York, come già le era accaduto in semifinale con la Clijsters nel 2009 e nei quarti con la Capriati nel 2004, Serena non riesce a controllare il nervosismo. "Non voglio essere scortese….", ha detto durante la premiazione. "Voglio fare i complimenti a Naomi che ha giocato davvero bene la sua prima finale Slam". Poi rivolgendosi al pubblico: "Basta fare 'buh': questo è il momento di Naomi che ha meritato di vincere. Io supererò questo momento, statene certi".



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