Vince concorso per posto in Comune, ma il Tar la boccia con l'accusa di plagio

Arrivata a pari merito con altra concorrente ma aveva più titoli

10 Luglio 2014   12:09  

Era giunta a risultare prima in graduatoria tra tanti partecipanti ad un concorso pubblico per un ruolo da dirigente presso il Comune di Lanciano, ma la vittoria è stata vanificata dall'accusa di aver copiato.

Il concorso, indetto ad inizio 2013, era relativo ad un posto da dirigente nel settore "Servizi alla persona": un impiego a tempo indeterminato e con un compenso sui 43.000 euro annui (più retribuzione di posizione e risultato), ambito da ben 120 candidati presentatisi alle selezioni iniziali.

A seguito di una prima scrematura, a sostenere le prove scritte erano stati ammessi in 57, e solo in 7 erano giunti alla decisiva prova orale. Dopo quest'ultima prova, due concorrenti risultavano giunte a pari merito, ma una delle due, vantando un maggior numero di titoli di preferenza, era uscita vincitrice.

Partita chiusa? Tutt'altro: la seconda classificata ha infatti deciso di presentare ricorso al Tar, sostenendo che nella prova scritta la vincitrice si sarebbe resa colpevole di plagio, in quanto avrebbe assemblato frasi tratte da una dispensa edita dal "Cenacolo Giuridico" di ben 78 pagine.

La prima classificata ha immediatamente provveduto a respingere le accuse, sostenendo come le sue doti mnemoniche derivassero da "uno studio severo e costante", ed asserendo altresì che la commissione esaminatrice non avrebbo non potuto notare una dispensa di 78 pagine.

La sentenza del Tar, tuttavia, ha infine dato ragione al ricorso della seconda classificata, accogliendo la tesi di plagio in quanto "il tema riproduce l'impostazione del testo di riferimento riportandone interi brani e rendendo incontrovertibile una copiatura quantomeno parziale", essendo presenti nella prova scritta - secondo la giuria - periodi indentici per forma e contenuto a quelli contenuti nella monografia.


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