Stati generali del turismo oggi al comune dell'Aquila. Intorno al tavolo tanti operatori, partendo dalla cruda verità: apparte il cosiddetto turismo mordi e fuggi delle macerie, il settore nell'aquilano vive una forte crisi come del resto in tutta la regione, dove si registra una flessione di presenze al che del 30% e si salva solo il turismo naturalistico e ambientale.
Molte imprese del settore stanno licenziando, o sull'orlo della chiusura. E non basta: a mancare è la progettualità, le idee, le infrastrutture minime, un serio incoming, la professionalità dell'accoglienza. Ovvero, per intederci, addetti che parlino e capiscano almeno l'ingelse e abbiano sempre il sorriso e un fare cortese e dispobile con il turista.
A tre anni dal terremoto tutto ciò va finalmente costruito su basi solide e concrete.
La Perdonanza ed altri eventi, è stato osservato, hanno avuto si un bilancio positivo, ma le presenze straniere sono state pochissime, il bacino di utenza è stato solo quello aquiliano e poco oltre. Mancano eventi di spessore almeno nazionale.
Il Centro turistico del Gran Sasso, e dunque e il turismo dello sci invernale, paga una gestione definita da tutti i presenti inadeguata.
In autunno annuncia l'assessore Lelio De Santis tanto per cominciare cominceremo a promuovere all'estero le nostro offerte di turismo religioso e culturale.