"Basta bugie. L'Accademia dell'Immagine dell'Aquila non esiste più"

19 Novembre 2011   10:53  

E’ vero, è ora di finirla di dire cose inesatte. La scuola di cinema Accademia dell’Immagine non esiste più, al suo posto c’è il Centro Sperimentale di Cinematografia che assorbe tutta la didattica dell’Accademia, utilizza i suoi fondi stanziati da Regione, Provincia e Comune, assume tre dipendenti, di tredici unità, ancora in cassa integrazione.

Quale significato vogliamo dare a questi fatti. Se l’Accademia riaprisse, come ribadisce Tatafiore, non sarebbe più la scuola di cinema che tutti conoscono. Ci dovrebbe spiegare

‐ perché se i soci fondatori hanno deciso di ricominciare a stanziare fondi – 350.000,00 euro, che dal 2007 non stanziavano più, se sono stati trovati i fondi per il ripiano dei debiti che nel 2009 era 1.250.000,00 euro ed oggi, senza 10 dipendenti e con una attività didattica quasi inesistente, sono diventati, come dice Tatafiore 2.500.000,00;

‐perché si sarebbe stipulata la convenzione con il Centro Sperimentale?

‐perché aprire all’Aquila una sede distaccata del CSC se riapre l’Accademia

‐perché il CSC avrebbe assunto tre dipendenti ex Accademia se l’Ente ricomincia la sua attività?

‐Negli anni 2007, 2008, 2009, 2010, 2011 nessun finanziamento pubblico è arrivato per l’Accademia dell’Immagine dell’Aquila, oggi, miracolosamente, a L’Aquila ci sono finanziamenti per due Scuole di Cinema?

L’Avv. Tatafiore non ha mai risposto alla richiesta dei dipendenti: se è vero che l’Accademia riaprirà che tipo di attività culturale o didattica svolgerà e con quanti dipendenti?

«L’Accademia si è avviata verso il risanamento con forte senso di responsabilità da parte dei soci, e con idee e azioni ben precise». Queste le parole dell’Avv. Tatafiore. Nessuno conosce queste azioni ben precise, anzi quelle che si conoscono vanno nel senso opposto. I soci fondatori dell’Accademia dell’Immagine, Regione, Provincia e Comune dell’Aquila hanno una responsabilità chiara, quella di non aver contribuito e collaborato per la riapertura dell’Accademia dell’Immagine e contribuito alla sua inevitabile chiusura.

Giancarlo Iannucci

LA REPLICA DELL'AVVOCATO ANDREA TATAFIORE, AMMINISTRATORE UNICO DELL'ACCADEMIA DELL'IMMAGINE 

Il contributo di Giancarlo Iannucci, dipendente dell'Accademia dell'Immagine (anche se nel suo testo non lo scrive) e' la prova evidente del riscontrato clima denigratorio che ruota intorno alla dinamica di necessario risanamento del debito dell'Accademia, a tutela dei creditori, dei dipendenti e di un patrimonio importante come quello dell'Istituzione, nel mentre della tutela della tradizione formativa presente nel territorio aquilano nell'ambito della cinematografia che evidentemente gli Enti hanno voluto porre in essere; clima che si e' avuto modo gia'di descrivere nella conferenza stampa di ieri e che oggi svela un primo attore.

Premettendo il massimo rispetto per le opinioni di ognuno e' doveroso rendere noto che le domande che Iannucci pone sono quelle a cui si risponde puntualmente al Suo sindacato nei numerosi incontri avvenuti anche in Sua presenza e sono, in parte, quelle a cui rispondera' il TAR adito dallo stesso dipendente proprio nel merito della legittimita' della istituzione di una delle cinque sedi distaccate della Scuola Nazionale del Cinema all'Aquila. Il continuare a porle, quindi, anche in altri contesti, palesa l'ostinata volonta'di assurgere a diversi obiettivi.

Ad ogni modo l'Accademia esiste ancora, infatti il sig. Iannucci ne e'consapevole perche' risulta ancora un dipendente della stessa che percepisce regolarmente la cassa integrazione, se non ci fosse più,come lui dice, sarebbe un disoccupato e questo, con il mio impegno gratuito nella qualita'di amministratore e non di rappresentate legale, si vuole e si vorra' evitare. Dato che l'Accademia esiste nessuno vi e' al suo posto! il fatto che la scuola sospenda la sua attivita' in attesa del risanamento, condotta diligente, opportuna e responsabile, non significa che la stessa attività venga condotta da altri, specie dalla Scuola Nazionale del Cinema, sede dell'Aquila, ove, per bando recentemente pubblicato(si veda il sito) si formano figure diverse, in un luogo diverso,con strumenti diversi, didattica diversa, insegnanti diversi ed obiettivi diversi senza attingere a qualsivoglia fondo dell'Accademia.

Il fatto che la Regione, la Provincia ed il Comune abbiano voluto tutelare i dipendenti dell'Accademia in cassa integrazione dando loro la possibilita', e non l'obbligo, di passare presso la Scuola Nazionale del Cinema non puo'assu rgere a prova di sostituzione bensi', esclusivamente, a prova di responsabilità da parte degli Enti consapevoli della lunga tempistica pro risanamento. Se ravvisassi nella realta' una qualsiasi forma di illegittima appropriazione di beni materiali ed immateriali dell'Accademia in favore di qualsivoglia soggetto, mi vedrei immediatamente impegnato nella tutela dell'Ente privato, come dei creditori, presso la Procura competente.

Nello stesso momento non si puo' interpretare il fatto che in Abruzzo altri soggetti pongano in essere l'attivita' formativa nell'ambito della cinematografia come un'azione in sostituzione dell'Accademia. La presenza di un debito di una cosi'rilevante entita' non puo'essere sottovalutata e necessita di strategie complesse da parte dei soci proprio a tutela del territorio e degli Enti.

Il debito c'e ed e' talmente alto che non si puo' far finta che non esista puntando i piedi contro procedure di risanamento e di tutela del territorio, che da un lato non vuole perdere l'offerta formativa sempre garantita nell'ambito della cinematografia posta in essere, differentemente, da altri soggetti giuridici, dall'altro, vista l'entita'ed il momento storico, vuole risanare il debito grazie ad una operazione facente leva sull'immobile.Un debito che in tre anni e'lievitato esclusivamente per l'incidenza degli interessi, delle spese legali e della mancanza di contribuzione da parte dei soci per le note vicende che hanno colpito tutte le istituzioni culturali regionali, arrestando anche l'efficacia di rate izzazioni pre concordate.

Ad ogni modo sono d'accordo con l'affermazione del dipendente circa il fatto che l'Accademia non sara' piu' la stessa e forse e' giusto che sia così'. Nelle mie intenzioni infatti, per diligenza e serieta', non può esserci gia' quella d'individuare scenari sul nuovo percorso dell'Istituzione dopo l'avvenuto risanamento che spero possa avvenire nel piu'breve tempo possibile.Inoltre il mio mandato che parte solo dal 18 luglio di questo anno, non ha ad oggetto quello di gestire il futuro dell'Ente privato dopo il risanamento. Da quanto sopra si può evincere e leggere chiaramente ogni risposta possibile.

Rinnovo al sig. Iannucci la mia massima premura nel tutelare le sorti dei dipendenti, di cui ha prova nei verbali sindacali che non cita, ai quali chiedo la necessaria fiducia che deve sottendere ai rapporti di lavoro, come la massima prudenza in ogni azione e affermazione proprio a tutela dell'Accademia che tutti, spero, vogliamo tutelare. Il fatto di non vedersi ancora riattivati nell'ambito lavorativo non puo'giustificare critiche lesive dell'Accademia che dimostra quotidianamente il suo impegno nel voler rinascere.Per ogni ulteriore specifica spero si vorrà rimandare agli incontri sindacali.

Andrea Tatafiore


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