Discarica Val Pescara, Ricusato giudice Spiniello

La Cote d'Appello dell'Aquila accoglie istanza Montedison

10 Aprile 2014   13:03  

 La Corte d'Appello ritiene che "il presidente Spiniello abbia manifestato, fuori dalle funzioni esercitate, un 'parere', sull'esito del procedimento".
E' il passaggio saliente della decisione della Corte d'Appello dell'Aquila che ha accolto l'istanza di ricusazione, presentata dagli avvocati della Montedison, nei confronti del presidente della Corte d'Assise di Chieti, Geremia Spiniello, che si occupa del processo riguardante la mega discarica della Val Pescara. 

   Nel mirino la frase "umanamente nessuna idea perche' non abbiamo ancora guardato gli atti, pero' sicuramente e' un processo importante, noi daremo giustizia al territorio", pronunciata dal presidente Spiniello nel corso di un'intervista televisiva rilasciata al termine dell'udienza del 7 febbraio scorso. Secondo i giudici "i timori degli imputati circa la sussistenza dei requisiti di terzieta' e d'imparzialita' del presidente Spiniello siano oggettivamente giustificati, poiche' essi non si fondano su meri sospetti, ma su dato oggettivo rappresentato da un'espressione che, indipendentemente da quale sia stato il concetto che il giudice ha inteso esprimere, legittima il venir meno, negli imputati, della fiducia sul fatto che nel processo in corso il valore d'imparzialita' rimanga soddisfatto, nonche' il loro convincimento circa l'ineludibilita' di un esito sfavorevole".
L
a Corte "tenuto conto dell'oggetto del procedimento e del fatto che si sono costituiti parte civile enti territoriali, nonche' associazioni che hanno come obiettivo della loro attivita' la tutela e la conservazione del territorio e dell'ambiente, ritiene che l'interpretazione offerta dai ricusanti, secondo i quali la suindicata frase implicherebbe un riferimento all'esito del processo, nella direzione del soddisfacimento delle esigenze sottese alle richieste delle parti civili, e' ragionevolmente sostenibile. Vuol dirsi , cioe' , che il riferimento al "territorio", quale soggetto beneficiario della giustizia che sara' dispensata dalla Corte d'Assise teatina, non po' non essere inteso come fatto all'ambiente naturale che si assume vulnerato dalle condotte degli imputati e, dunque, a coloro, tra i protagonisti della vicenda giudiziaria ,che si propongono la finalita' di tutelarlo".
Secondo i giudici "e' irrilevante che la frase oggetto di doglianza 'noi daremo giustizia al territorio' sia stata preceduta dalla specificazione del mancato esame degli atti del processo. Perche' questo, lungi dall'evidenziare l'assenza di pregiudizi, che necessariamente connota l'atteggiamento del giudice nella fase pre- decisionale, lo caratterizza oggettivamente con una possibile, e per cio' solo inaccettabile, motivazione finalistica della successiva lettura e interpretazione degli atti processuali". 
   La Corte ha quindi dichiarato "la fondatezza della dichiarazione di ricusazione" disponendo, "che mantengano efficacia tutti gli atti compiuti dal giudice ricusato fino alla conclusione dell'udienza del 28 marzo 2014".

 

 


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