Niente ospitalità nelle case del premier, sfollato invia carbone

12 Gennaio 2011   10:19  

Era l'agosto 2009 quando il premier Berlusconi provocò una serie di reazioni ironiche offrendo ospitalità agli sfollati aquilani nelle proprie case.
Il premier si dichiarò pronto a mettere a disposizione dei terremotati le proprie ville.
Così, qualcuno lo prese persino sul serio, come Antonio Bernardini, che nel censimento della popolazione all'indomani del sisma aveva scritto: "Vorrei abitare a Villa Certosa o a Palazzo Grazioli", notorie residenze del presidente del Consiglio, la prima in Sardegna, la seconda nella capitale.
"Non si tratta di una provocazione - disse all’epoca Bernardini - ma di una richiesta legittima basata sulle dichiarazioni del presidente il quale aveva pubblicamente promesso che avrebbe ospitato nelle sue case alcuni terremotati. In questo modo avrei anche l’occasione di essergli utile con consigli basati sulla mia esperienza di terremotato prima in auto, poi in tenda e infine in due alberghi, e di profondo conoscitore della città". Naturalmente alla richiesta non è stato dato alcun seguito.
E allora Bernardini in occasione della Befana ha inviato a Berlusconi una lettera con poche righe, accompagnata da un paio di pezzi di carbone, e da un pizzico di ironia: "Eccellenza, nel ringraziarLa per avermi ospitato a villa Certosa e palazzo Grazioli, Le invio due pezzi di carbone, e mi scuso per non essere riuscito a trovare quello dolce".


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