Salone della Ricostruzione, il restauro come identità urbana

Il restauro come identità urbana. È il messaggio restituito dal convegno sulla presentazione dei progetti della Basilica di Santa Maria di Collemaggio e delle Mura urbiche a cura della Direzione regionale per i Beni culturali e Paesaggistici dell’Abruzzo in occasione del IV Salone della Ricostruzione di Officina L’Aquila, in programma dal 2 al 5 aprile 2014 e promosso da Ance Abruzzo e Carsa. Il convegno istituzionale è stato presenziato tra i gli altri dal sottosegretario di Stato del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e del Turismo Ilaria Borletti Dell’Acqua Buitoni che successivamente ha visitato assieme al sindaco di L’Aquila Massimo Cialente il centro storico terremotato. “Quando il sisma ha colpito L’Aquila il primo pensiero è stato quello di ricostruire il tessuto sociale – ha esordito – i beni culturali svolgono un ruolo identitario, un qualcosa che va oltre. Il passo successivo è valorizzare lo straordinario territorio. Abbiamo decine e decine di cantieri aperti. Esprimo la mia vicinanza e quella del Governo a L’Aquila e a tutto il territorio colpito del terremoto. La fase iniziale ha visto una carenza talmente grande da doverci vergognare come italiani. L’impegno deve essere massimo, L’Aquila non può più aspettare”.

Il sottosegretario Ilaria Borletti Dell’Acqua Buitoni
“Siamo vicini a un anniversario triste perché ancora la Ricostruzione non ha dato i frutti che deve dare rapidamente, ma ci sono dei segni incoraggianti e la conferma del direttore Magani è un segno di attenzione e accelerazione per andare avanti speditamente – ha dichiarato – riguardo le strategie del Governo c’è il recupero fisico dei beni culturali, ma ci preme che sia seguito da un percorso di valorizzazione, L’Aquila deve essere meta turistica e di visita per aiutare lo sviluppo e la ripresa economica. Le risorse del Governo sono utilizzate per i cantieri con scadenza temporale che venga rispettata. Dopo qualunque intervento verrà preso in considerazione dal Governo in modo prioritario. Ci sono stati degli interventi per quel che riguarda le donazioni straniere e qualcosa è rimasto nell’ambito delle promesse che devono essere sollecitate perché no da noi”.

Padrone di casa Fabrizio Magani, direttore regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici dell’Abruzzo. “A seconda della funzione ricoperta il sottosegretario c’è sempre stato vicino – ha detto – Collemaggio e le Mura sono due progetti particolari che vivono della luce degli accordi tramite convenzioni del Comune de L’Aquila. Enel ha voluto fungere da sponsor tecnico e ha chiesto a noi di curare il progetto di restauro”.

“La strategia unica – ha spiegato – è formata da due linee: il recupero del materiale che per noi significa restauro e il restauro inteso come rigenerazione urbana”. Il recupero della Basilica di Collemaggio e delle Mura civiche restituirà due luoghi fortemente identitari per gli aquilani.

Secondo il sindaco dell’Aquila Massimo Cialente. “Siamo diventati bravissimi nella fase emergenziale perché non facciamo prevenzione. Comincio a pensare che sia una delle ricostruzioni più veloci e che stia costando meno”. Cialente ha poi fornito alcuni dati su un sondaggio fatto recentemente. “Abbiamo fatto un sondaggio ed è risultato che il 78% degli aquilani vive male a L’Aquila, il 63% rispetto allo scorso anno si trova peggio, mentre solo il 36% pensa che andrà meglio il prossimo anno”. “Al momento 2/3 di 46mila persone sono rientrate nelle proprie abitazioni – ha proseguito – mi chiedo come mai si viva male in questa fase con l’emergenza lasciata alle spalle. Il fatto è che manca la città come spazio identitario. Stiamo completando il recupero di Palazzo Ardinghelli. L’Aquila è un grande laboratorio per tutto”.

Il restauro di Collemaggio vedrà il rispetto della complessità storica dell’edificio e delle sue fasi costruttive; l’intervento di miglioramento sismico, finalizzato al raggiungimento di adeguati livelli di sicurezza, è parte integrante del più generale progetto per la conservazione del monumento. Sono state infatti realizzate delle indagini preliminari che hanno restituito un quadro conoscitivo dell’edificio ed è stata fatta un’ampia riflessione sull’interpretazione dello schema strutturale della Basilica. La Cinta Muraria, seppur monumento quasi dimenticato dalla collettività, costituisce tuttora il più forte e riconoscibile segno di definizione dell’immagine urbana della città. Il progetto di restauro fa parte di un programma che non si dovrebbe esaurire nel consolidamento statico e nel restauro architettonico e che dovrebbe porre le basi per una serie di opere volte ad attuare un intervento finalizzato a consentire l’inserimento della cinta muraria nel complesso delle relazioni proprie del contesto urbano. La finalità del programma è trasformare la cinta muraria da barriera e da elemento di separazione, in una cerniera osmotica tra le parti della città che essa attualmente divide, che connettano attraverso le mura le maggiori emergenze monumentali urbani.