20 mila nuove imprese in Italia nell'ultimo trimestre

20 Ottobre 2011   22:28  

L'imprenditoria italiana si mantiene vitale e nuove forze continuano ad entrare nel mercato ma il battito del sistema rallenta e, per molti, aumentano le difficolta' a restare competitivi.

E' questo il profilo che emerge dai dati sulle aperture e chiusure di imprese nel terzo trimestre del 2011, diffusi oggi da Unioncamere sulla base di Movimprese.
Grazie al saldo attivo del trimestre da poco concluso, pari a 19.833 unita', alla fine di settembre lo stock complessivo delle imprese ha raggiunto il valore di 6.134.117 unita', tornando praticamente ai volumi-record del 2007. Il recupero della base imprenditoriale e' tuttavia il risultato di dinamiche contrapposte tra natalita' e mortalita' delle imprese, in rallentamento le prime e in aumento le seconde. Le 77.443 nuove iscrizioni rilevate nel trimestre estivo, infatti, sono state il 9,1% in meno di quelle del corrispondente periodo del 2010 (quando furono 85.220).

A fronte di questo rallentamento, tra luglio e settembre le cessazioni hanno invece accelerato il passo, facendo segnare un valore di 57.610 unita', il 3,6% in piu' del corrispondente trimestre dello scorso anno (55.593). Il riavvicinarsi delle due lame della "forbice anagrafica" testimonia delle difficolta' che l'economia italiana sta registrando in questi ultimi anni e restituisce un saldo trimestrale di 19.833 imprese, positivo ma inferiore di un terzo (-33,1%) rispetto al corrispondente saldo rilevato nel 2010.

"Il bilancio tra aperture e chiusure di imprese resta attivo ma si va riducendo e questo e' un segnale di allarme importante" commentato il Presidente di Unioncamere, Ferruccio Dardanello. "A 'tirare la carretta' in questo momento - ha detto Dardanello - e' l'export, quindi la priorita' e' rimettere a punto il sistema della promozione, valorizzando le competenze che ci sono gia', come la rete della Camere di commercio italiane all'estero. Sul versante interno, per ridare slancio alla domanda occorre restituire capacita' di spesa alle famiglie e spingere sulle liberalizzazioni, aprendo i mercati alle forze piu' innovative, alle donne e ai giovani, il patrimonio piu' prezioso che abbiamo per costruire il nostro futuro. Nell'impossibilita' di agire a breve per ridurre il carico fiscale su imprese e lavoro - ha concluso il presidente di Unioncamere - bisogna comunque assicurare continuita' al processo di semplificazione delle attivita' d'impresa e non far mancare il credito necessario a quelle piu' piccole, come le artigiane, oggi piu' in difficolta' delle altre". Nel terzo trimestre 2011 il sistema delle imprese si conferma in leggera espansione, pur con un ritmo di crescita ridotto rispetto alle rilevazioni precedenti (+0,32% contro lo 0,49% del corrispondente trimestre del 2010).

Se si guarda all'insieme dei primi tre trimestri del 2011 il quadro non muta, confermando - anche se in maniera piu' attenuata - il rallentamento della vitalita' del sistema rispetto al 2010. Tra gennaio e settembre di quest'anno, infatti, i registri camerali hanno rilevato 309.323 iscrizioni (nel 2010 erano state 315.620) a fronte di 260.169 cessazioni (254.953 l'anno precedente), per un saldo complessivo di 49.154 imprese in piu' (contro 60.667). In termini percentuali, il saldo dei primi nove mesi di quest'anno appare pertanto ridotto del 19% rispetto a quello del 2010, frutto del calo 2% delle iscrizioni e dell'aumento di uguale entita' delle cessazioni. In termini assoluti, il risultato dell'ultimo trimestre riporta il livello dello stock al dato di settembre del 2007, a testimoniare la sostanziale tenuta del sistema delle imprese in risposta alle perduranti tensioni. Il primo fattore di stabilita' della base imprenditoriale e' da ricercare nella prolungata crescita delle imprese costituite in forma di societa' di capitale che, ormai, determinano il 22,5% dello stock complessivo di tutte le imprese registrate. Negli ultimi tre mesi il loro saldo e' stato pari a 9.478 unita' (il 47,8% di tutta la crescita del trimestre), ma se si estende l'analisi ai primi nove mesi dell'anno, il loro contributo appare ancora piu' evidente: tra gennaio e settembre le societa' di capitale in piu' sono state infatti 34.738, pari al 70,7% di tutto il saldo dei nove mesi. Il secondo elemento di tenuta risiede nel contributo, sempre elevato, che le ditte individuali assicurano al flusso delle nuove iscrizioni. Un fenomeno che, sempre piu', dipende dall'apporto delle imprese aperte da cittadini immigrati: nell'ultimo trimestre il loro contributo al saldo del periodo e' stato di 5.108 imprese, pari al 26% dell'incremento totale e al 71% di quello delle sole ditte individuali. Se si considerano i primi nove mesi dell'anno, questi stessi valori passano al 30% (il peso sul saldo complessivo) e addirittura a oltre il doppio di tutto l'aumento delle imprese individuali (14.775 su 6.567): come dire che, senza le imprese di immigrati, nei primi nove mesi del 2011 questo aggregato sarebbe diminuito di oltre 8mila unita'.

Sotto il profilo settoriale, ad esclusione dell'agricoltura, nel trimestre tutte le tipologie di attivita' evidenziano saldi positivi, con il Commercio (+5.425 imprese), le Attivita' dei servizi di alloggio e ristorazione (+4.299) e le Costruzioni (+3.345) a dare i contributi maggiori alla crescita di luglio-settembre. Nell'arco piu' ampio dei nove mesi, tuttavia, in aggiunta all'agricoltura il bilancio anagrafico evidenzia una riduzione della base imprenditoriale anche per le Attivita' manifatturiere (-1.712 imprese). Infine, guardando al territorio, la circoscrizione piu' dinamica si conferma ancora una volta il Centro Italia (+0,4%) trainato dal buon risultato del Lazio, la regione dove la crescita relativa e' stata piu' elevata (+0,5%). In termini assoluti, il maggiore contributo al saldo e' venuto dal Mezzogiorno, dove sono state rilevate 6.074 imprese in piu' (lo 0,3%) rispetto alla fine di giugno.


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