74 centesimi di accise al litro di benzina: anche Libia, Vajont e il sisma del Belice

22 Luglio 2011   12:38  

''Su ogni litro di benzina ora paghiamo 74 centesimi di tasse''. lo afferma Pietro Giordano, Segretario Generale  Adiconsum giudica grave la mancata convocazione delle Associazioni Consumatori all’incontro indetto con le compagnie petrolifere e l’Unione petrolifera per oggi mercoledì 20 luglio.

Non ce ne spieghiamo il motivo – prosegue Giordano - anche perché l’ordine del giorno che ha “l’obiettivo fare il punto sui recenti rincari dei prezzi dei carburanti” è tematica che coinvolge direttamente i consumatori.

Quest’incontro – continua Giordano – come più volte accaduto in passato ha il sapore di un incontro che non produrrà alcun effetto, ancor meno la diminuzione dei prezzi alla pompa.

Eppure – conclude Giordano - diminuire il prezzo alla pompa è semplice: basta tagliare le accise, in particolare quelle obsolete come chiederemo nella manifestazione del 25 luglio. Altro elemento che può portare ad una diminuzione dei prezzi è una corretta liberalizzazione del mercato petrolifero, così come chiesto nel ddl di iniziativa popolare della Campagna “Libera la benzina” di Fegica Cisl, Faib Confesercenti,  cui Adiconsum ha aderito, e già in discussione al Senato. 500.000 sono state le firme raccolte dalla petizione “Libera la benzina” a sostegno del suddetto ddl, provenienti da tutti gli schiarimenti politici e imprenditoriali, nonché da semplici cittadini, automobilisti e non.

Ecco l’elenco delle accise da tagliare: su ogni litro di benzina paghiamo quasi 74 centesimi di tasse!
  
0,0009 euro per il finanziamento della guerra di Etiopia del 1935
   
0,007 euro per il finanziamento della crisi di Suez del 1956
   
0,005 euro per il finanziamento del disastro del Vajont del 1963
   
0,005 euro per il finanziamento dell'alluvione di Firenze del 1966
   
0,005 euro per il finanziamento del terremoto del Belice del 1968
   
0,05 euro per il finanziamento del terremoto del Friuli del 1976
   
0.03 euro per il finanziamento del terremoto dell'Irpinia del 1980
   
0,10 euro per il finanziamento della guerra del Libano del 1983
   
 0,011 euro per il finanziamento della missione UNMIBH in Bosnia Erzegovina  del 1996
   
0,020 euro per il rinnovo del contratto degli autoferrotranvieri del 2004
   
0,0073 euro in attuazione del Decreto Legge 34/11 per il finanziamento della manutenzione e la conservazione dei beni culturali, di enti ed istituzioni culturali
   
0.040 euro per far fronte all'emergenza immigrati dovuta alla crisi libica del 2011, ai sensi della Legge 225/92.

Cosa sono le accise

Correva l’anno 1935 e nel mese di ottobre l’Italia fascista dichiarò guerra all’Abissinia (l’odierna Etiopia). Per finanziare la spedizione, il Governo decise di introdurre una piccola tassa di 1,90 lire sul prezzo del carburante. Da allora, ogni qualvolta lo Stato ha avuto bisogno di introiti straordinari per far fronte a spese impreviste dovute ad eventi straordinari (guerre, crisi o incidenti) sono arrivate nuove accise, che hanno determinato il progressivo aumento del prezzo della benzina.

Certo, non bisogna pensare che a 76 anni dalla guerra d’Abissinia noi si stia ancora pagando la missione. Semplicemente nel momento in cui il finanziamento non si è reso più utile tali aumenti sono stati normalizzati e fanno parte integrante del prezzo del carburante. Chi dice per esempio che si stia ancora pagando per i danni portati dalla tragedia della diga del Vajont  cade in errore, perché le 10 lire di allora sono state trasformate di fatto in entrate ordinarie dell'erario.
 
Tasse ormai normalizzate e slegate da qualsivoglia evento straordinario, sulle quali il governo fa affidamento da anni per rimpolpare le sue casse.


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