A quando la bonifica della megadiscarica dei veleni di Bussi?

14 Luglio 2011   16:39  

"Quando iniziera' la bonifica del sito di Bussi con i soldi stanziati nel milleproroghe?".

Se lo chiede la segreteria provinciale della Filctem-Cgil di Pescara "Chiediamo al Commissario Goio, nominato dal Governo - dice il sindacato - di individuare nel piu' breve tempo possibile, un percorso che dia inizio alla bonifica del sito che e' ormai divenuta indispensabile per l'area industriale di Bussi, per il futuro della sua popolazione sia dal punto di vista ambientale ma oggi ancor di piu' dal punto di vista occupazionale.

Infatti, a questo punto, il problema inizia ad intaccare la sopravvivenza dei lavoratori stessi che tra qualche settimana rimarranno senza il sostegno degli ammortizzatori sociali perche' trascorsi i termini di legge, problema da noi denunciato piu' volte e sistematicamente eluso da tutti, istituzioni in primis.

Lavoratori e padri di famiglia espulsi dal ciclo produttivo della Solvay unica responsabile della perdita di oltre 400 posti di lavoro negli ultimi anni di vita di un sito storico come quello di Bussi. Oggi Solvay per prima e le istituzioni poi, Provincia e Regione - accusa la Filctem-Cgil - fanno finta che questa vertenza non li riguarda, e' un problema solo dei lavoratori che hanno perso il posto di lavoro. Invece noi diciamo no! La Solvay e le istituzioni sovracomunali devono frenare ed invertire questa emergenza, la Solvay deve essere chiara, una volta per tutte e in maniera ufficiale, sul suo futuro all'interno del polo chimico di Bussi. Cosa vorra' fare, se rimanere o no, se rendere le aree disponibili per futuri investimenti o no e finirla con questa latitanza irriguardevole nei confronti di un territorio che gli ha dato tanto e che in cambio ha ricevuto solo perdita di posti di lavoro. Il tutto in virtu' anche degli ultimi sviluppi economici che riguardano la Solvay stessa".

"Infatti - afferma la sigla sindacale - quest'ultima e' stata artefice di una grossa operazione finanziaria che l'ha portata ad acquisire una multinazionale francese di nome Rhodia alla cifra di 3,4 miliardi di euro, liquidita' questa, a sua disposizione grazie alla vendita del ramo farmaceutico con un ricavo di 5 miliardi di euro. Non e' possibile che la crisi venga pagata solo e sempre da Bussi mentre gli investimenti e le ricchezze vengono portati altrove da Solvay". Alle istituzioni sovracomunali la Filctem Cgil di Pescara chiede "di essere piu' attive e presenti per il futuro del sito di Bussi.

Di non limitarsi solo alla proroga degli ammortizzatori sociali che sappiamo disponibili per il momento per il 2011, ma intavolare un ragionamento con le parti sociali e Confindustria, per trovare altre soluzioni che vanno oltre gli ammortizzatori sociali che prima o poi finiscono e che comunque non sono utili alla soluzione del problema. Pensiamo invece - sostiene il sindacato - che sia necessario mettere a disposizione risorse economiche per i lavoratori di Bussi con degli accordi specifici tra Confindustria, istituzioni sovracomunali e parti sociali per la riqualificazione e diversificazione professionale di quei lavoratori che oltre a conservare un minimo di salario possano avere una prospettiva di rioccupazione in un mercato del lavoro sempre piu' esiguo ed esigente, e fare in modo che possano riavere quella dignita' e quel sostentamento economico che, prima dell'arrivo di Solvay, hanno loro permesso di crearsi una famiglia con la possibilita' di garantire un'adeguata istruzione ai propri figli in modo da emancipare una comunita' operaia fatta di rischi e sacrifici proprio grazie alla crescita culturale e sociale.

Senza lavoro si e' senza soldi e senza soldi si regredisce non solo economicamente ma anche e soprattutto culturalmente. La Solvay e la Politica hanno l'obbligo morale di garantire un futuro a quel territorio. Questa situazione ci costringe, nostro malgrado e ancora una volta, ad assumere iniziative di mobilitazione che saranno visibili ed eclatanti per difendere occupazione e territorio, per chiedere il rilancio ed il risanamento di tutta la zona, per mettere di fronte alle proprie responsabilita' chi non vuole o non sa affrontare il problema"


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