A quarant'anni dal Sessantotto, installazione al Muspac

Dal 29 settembre al 10 ottobre in via Paganica 17

29 Settembre 2008   10:05  

Ad ormai quarant’anni dal fatidico anno della contestazione il Muspac propone una riflessione sulle trasformazioni intervenute, da quel momento in poi, nel mondo dell’arte, del costume, del gusto, della vita sociale in genere.

Dal 1968 entrano nella sfera dell’arte temi politici e sociali, mentre i linguaggi artistici si estendono a gesti e comportamenti che sfidano il sistema tradizionale dell’arte. Si lotta contro un’arte borghese e mercificata, si esce dalle gallerie e dalle manifestazioni ufficiali per cercare un contatto immediato con le esigenze della realtà. L’arte non è più l’esperienza personale del singolo artista, ma diventa un’esperienza collettiva, un processo condiviso. L’arte, quindi, è impegno, ma nello stesso tempo è sperimentazione, ricerca continua e incessante di nuovi linguaggi.

Famose sono le teorie sulla “scultura sociale” di Jospeh Beuys, che ha sempre insistito sul coinvolgimento personale dell’uomo artista nella realizzazione dell’ “opera d’arte” e ha sempre usato più di un materiale e più di un mezzo espressivo. L’artista, che ha operato anche n Abruzzo, ha spesso utilizzato il proprio corpo, la parola scritta e parlata, gli animali, le cose della natura, tutto ciò che poteva contenere e trasmettere energia.

Negli stessi anni i mezzi di comunicazione di massa (radio, cinema, televisione) si impongono sulla scena sociale ed iniziano a condizionare l’immaginario collettivo, così come descritto dal celebre sociologo Marchal Mc.Luhan. Anche la musica, in particolare quella degli emergenti gruppi rock e pop, come i Beatles e i Rolling Stones, celebra nuovi modelli di bellezza e comportamento.

Molti artisti prendono apertamente posizione contro la guerra nel Vietnam. In tal senso sono famosi i film dell’artista Mario Schifano, una tra le voci più originali dell'arte italiana del secondo dopoguerra, rappresentante, assieme a Tano Festa e Franco Angeli della Scuola di piazza del Popolo in Roma. Schifano seppe rielaborare il lascito delle avanguardie storiche, soprattutto futurismo e dadaismo ed operò parallelamente alla svolta radicale della pop art americana.

Oltre alle opere di Joseph Beuys e Mario Schifano saranno esposte in mostra, tra le altre, opere di Jannis Kounellis, Fabio Mauri, Michelangelo Pistoletto, Mario Merz, Giulio Paolini, Carmelo Bene.

La mostra prevede anche una sezione dedicata ad artisti di nuovissima generazione: Giulio Giusti, Veronica Iannetti, Simone Lelli, Francesca Liardi, Giuditta Martinicchio.


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